Fino al 2019 la società cinese era valutata 20 miliardi di dollari. Durante la pandemia la crisi del debito ha fatto crollare tutto
Nelle scorse ore un tribunale di Hong Kong ha ordinato la liquidazione di Evergrande, l’ex colosso cinese del real estate finito al centro di una crisi che testimonia in maniera evidente la situazione tutt’altro che rosea dell’economia di Pechino. L’ordine di liquidazione di Evergrande è arrivato dopo il fallito tentativo di accordo con i creditori che lascia dunque ancora irrisolta la questione della ristrutturazione del debito, pari a 300 miliardi di dollari. Ai più sconosciuta, almeno fino al crollo, Evergrande è stata fondata a Shenzhen nel 1996 e si è affermata come uno dei soggetti più importanti del settore immobiliare a livello globale, con interessi sparsi anche in altri ambienti, dal calcio alla salute fino alle auto elettriche.
Evergrande prima della liquidazione
La crisi di Evergrande è in parte dovuta a una scelta rischiosa di puntare sull’indebitamento per procedere con l’espansione sul mercato. Nel 2021 sono iniziati a sorgere i primi problemi, soprattutto a seguito della scelta del governo di Pechino di reprimere le situazioni più critiche in ambito real estate. L’anno in questione è stato drammatico anche per via della pandemia: in Cina la politica zero Covid ha messo in ginocchio l’economia, provocando una crisi che continua a durare e che ha investito diverse società. Se si escludono gli anni più drammatici della pandemia, il valore del PIL cinese lo scorso anno (5,2%) è stato il peggiore degli ultimi decenni.
La maggior parte degli asset di Evergrande si trova in Cina (ha sviluppato progetti in oltre 170 città) e questo costituisce senz’altro un problema per i creditori, la cui possibilità di rivalersi sulla società è messa in dubbio. Fino al 2019 gli affari per Evergrande hanno posizionato la società a una valutazione superiore ai 20 miliardi di dollari: di fatto è stato il brand più forte al mondo in ambito real estate. La situazione riguarda sì un’azienda privata, ma l’immobiliare in Cina ha un peso sull’economia che, stando alle stime, vale tra il 15 e il 30%.