FoodChain è una startup che sfrutta la blockchain per aumentare la trasparenza nel settore food. L’obiettivo è rendere tracciabile la storia anche di un semplice ortaggio, dal seme allo scaffale
Trasparenza e tracciabilità sono sinonimo di sicurezza alimentare e di innumerevoli garanzie per il consumatore. Con questi obiettivi, nasce la startup FoodChain, che si sta lavorando per rendere tracciabile la storia anche di un semplice ortaggio, dal seme allo scaffale. Ogni prodotto ha una storia da raccontare e conoscerla significa possedere una garanzia tangibile di qualità e autenticità. La startup è nata dalla “fusione” fra due piccole società, Block e Kaboom e unisce le expertise dei due fondatori.
La tecnologia
Grazie alla tecnologia QR-code ed un’applicazione in fase di sviluppo, il consumatore potrà ottenere varie informazioni sull’articolo, reso univoco proprio grazie all’apposizione del QR code.
FoodChain raccoglie tutti i dati fondamentali delle materie prime (geolocalizzazione, foto, video) e ne garantisce autenticità ed origine. Il processo non si ferma qui, ma viene ripetuto per ogni passaggio della filiera produttiva, riuscendo ad ottenere un elevato grado di trasparenza della filiera stessa. Una volta che il prodotto sarà sullo scaffale, al consumatore basterà accostare il proprio smartphone al QR-code per avere accesso a queste importanti informazioni. La spesa non diventa solo intelligente, ma consapevole. attraverso l’accostamento del proprio smartphone al QR-code, avere accesso a queste importanti informazioni.
Applicare la blockchain al food
L’applicazione della blockchain al food non è una novità assoluta, ma trova ancora scarsa applicazione in Italia. All’estero sono invece numerosi i progetti pilota che sono stati avviati, come quello di IBM e Wallmart di cui avevamo parlato qualche mese fa. In un articolo di Bloomberg, risalente a un mese fa, è stato chiarito che la blockchain può rivoluzionare il settore food, riducendo i costi delle frodi, che costano al settore 40 miliardi di dollari annui. Harry Smit, senior analyst at Rabobank International, chiarisce nell’intervista che quando il meccanismo di trasparenza globale verrà avviato, le aziende dovranno adattarsi celermente, altrimenti il rischio sarà quello di perdere capacità competitiva.