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Abinsula, nata a Sassari nel 2012, con il suo software supporterà il lancio in Europa dell’auto elettrica progettata da XPENG
Ha iniziato a lavorare nel campo dell’Internet of Things quando di IoT ne parlavano solo gli esperti. Fondata nel 2012, made in Sassari, oggi Abinsula è uno dei principali player italiani nelle soluzioni Embedded, IoT, Web e Mobile. Il team, composto da 130 persone, ha creato un software per automobili elettriche che sarà lanciato sul mercato europeo con XPENG, la casa automobilistica definita da molti la “Tesla cinese” per la sua capacità di progettare e realizzare auto elettriche innovative. Un traguardo decisamente importante non solo per l’impresa sarda ma perché potrebbe rappresentare una svolta nel comparto dell’automotive europeo.
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Sardegna-Cina: differenze e punti di contatto
“I cinesi assomigliano un po’ a noi sardi – ironizza Andrea Sanna, CEO di Abinsula – All’inizio sono un po’ diffidenti, ma quando si convincono che un progetto, o un’idea, valgono la pena, consolidano e coltivano quei rapporti nel corso del tempo”. E, infatti, Abinsula si è sudata parecchio l’accordo con la Guangzhou Xiaopeng Motors Technology Company (brevemente Xpeng), con la quale ha iniziato un dialogo 3 anni fa. Ma, alla fine, la casa automobilistica cinese ha riconosciuto il valore del know how e dell’esperienza che l’impresa turritana è capace di offrire. “Il nostro core business è l’automotive. In questi anni abbiamo avuto l’onore di lavorare a componenti d’auto per diverse importanti case automobilistiche europee – racconta il CEO di Abinsula – Poi siamo andati alla scoperta della Cina, dove questo settore di mercato è completamente differente da quello europeo. Là ci sono molte startup che creano nuovi veicoli elettrici; il mercato è molto più dinamico e innovativo rispetto a quello europeo. Quest’ultimo, però, vanta un’esperienza di decenni nel settore. Si pensi a Ferrari, Lamborghini, Maserati. Noi siamo riusciti ad adattare i nostri software, obbligatori per l’omologazione delle auto in Europa, a quei tipi di veicoli venduti in Cina”.
Proprio per queste capacità, e per le competenze sviluppate dal team, Xpeng, azienda cresciuta esponenzialmente nell’ultimo periodo e approdata a Wall Street, ha scelto Abinsula per il suo lancio nel mercato europeo. “Abbiamo creato un anello di congiunzione tra il know how europeo e il prodotto hi-tech cinese”, afferma Andrea.
Quella marcia in più
Se in Oriente hanno investito tantissimo nelle auto elettriche negli ultimi anni, questi modelli non potevano approdare in Europa per mancanza di componenti ritenuti, invece, essenziali per l’omologazione nell’UE. Un vuoto che Abinsula è stata in grado di colmare. «I principali scogli che i veicoli cinesi dovevano superare erano quelli della mancanza del sistema di “Emergency Call”, composto da una scatola montata sull’auto, che, in caso di necessità, si attiva in automatico e interviene chiamando i numeri di emergenza e fornendo informazioni circa lo stato del veicolo, il numero di passeggeri a bordo e la posizione dell’impatto, così da favorire l’arrivo dei soccorsi – spiega il CEO – Inoltre questi veicoli devono essere dotati di una radio digitale. Come fornitori di soluzioni ICT innovative, siamo riusciti ad adattare i nostri prodotti semilavorati a questo tipo di veicoli e, tra un paio di mesi, saranno pronti per essere installati a bordo».
Un grande passo verso quello che potrebbe rappresentare un forte cambiamento nel settore automobilistico europeo. “Il mercato dell’elettrico semplifica la creazione di automobili perché le case automobilistiche possono acquistare direttamente i software e inserirli a bordo. In Italia, invece, il mercato dell’auto è ancora dominato da grandi nomi anche se diverse sono le carrozzerie artigianali che, soprattutto negli ultimi anni, si sono specializzate nella produzione di veicoli da salone o a tiratura limitata”. Xpeng lancerà il suo ingresso in Europa partendo dalla Norvegia, con veicoli innovativi che dispongono, addirittura, di telecamere per selfie a 360 gradi.
Abinsula: un successo made in Sardegna
«Il nostro stesso nome evoca la terra dalla quale veniamo – racconta il CEO – “Ab Insula”: “dall’isola”, come motore di partenza. La nostra storia è iniziata a Sassari, e attualmente, abbiamo sedi a Cagliari, Torino, Barcellona. L’aeroporto, possiamo dire, che sia la nostra casa. Abbiamo faticato per far capire che la Sardegna fosse una terra dove si può fare innovazione e si possono creare grandi opportunità». E loro stessi ne sono l’esempio. “Adesso la posizione geografica del luogo di lavoro sembra non essere più rilevante, un tempo lo era, anche se noi abbiamo adottato il remote working da anni. Siamo un team di 130 persone che offre servizi personalizzati e soluzioni nearshore nei nostri settori strategici con l’obiettivo di sviluppare e costruire servizi di alta qualità con un veloce time to market. Supportiamo aziende in tutto il mondo e ci manca un po’ tornare a viaggiare”, racconta il CEO.
Anche a loro il distanziamento sociale imposto dal Covid ha complicato le cose. Proprio nel momento in cui stavano chiudendo l’accordo con la Cina, non potevano andare là. “Credo che oggi lo smartworking sia uno strumento necessario ma spero anche si possa tornare presto a lavorare assieme perché la vicinanza favorisce il confronto e dà quel valore aggiunto che adesso manca”, conclude il CEO.