Il presidente della Repubblica francese, nuovamente in televisione per annunciare il prolungamento del lock down, ha anche mandato segnali a Bruxelles
Al pari di Giuseppe Conte, anche Emmanuel Macron ha approfittato del messaggio alla nazione sul prolungamento del lock down per parlare della timida risposta dell’Unione europea sul fronte della solidarietà. Benché, a differenza del premier italiano, non abbia tirato in ballo esponenti della sua opposizione, le parole dell’inquilino dell’Eliseo sono state molto dure e hanno riguardato l’intera Ue, senza lasciare fuori alcuna istituzione.
Cosa ha detto Macron
“Per l’Unione europea questo è un momento di rifondazione”, ha detto il presidente parlando ai francesi. “Le prime decisioni sono andate nella giusta direzione e abbiamo molto spinto per questo, che si tratti della Banca Centrale europea, della Commissione europea o dei governi. Ma siamo ad un momento di verità che impone più ambizione e audacia”, ha scandito Macron.
Adresse aux Français.
Pubblicato da Emmanuel Macron su Lunedì 13 aprile 2020
“Per quanto mi riguarda cercherò di portare in Europa la nostra voce affinché ci sia più unità e più solidarietà”. Quindi Macron ha argomentato: “Da soli non vinceremo mai, perché oggi a Bergamo, Madrid, Bruxelles, Londra, Pechino, New York Algeri o Dakar piangiamo i morti di uno stesso virus. Se il mondo si frammenta, è nostra responsabilità costruire sin da oggi nuove forme di solidarietà e di cooperazione”.
Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron
Fase 2 ancora lontana
Naturalmente il vero oggetto del messaggio alla nazione era la proroga delle misure di contenimento dell’infezione. “L’11 maggio prossimo sarà l’inizio di una nuova tappa”, ha detto Macron, precisando che «l’obiettivo principale resta la salute di tutti i francesi”. “A partire dall’11 maggio – ha aggiunto – riapriremo progressivamente asili, scuole università”. Il presidente della Repubblica francese ha più volte sottolineato che la nazione resta travolta dall’emergenza ma anche che “l’epidemia comincia a rallentare. I risultati ci sono. Gli ingressi in rianimazione diminuiscono. La speranza rinasce”. L’inquilino dell’Eliseo ha anche riconosciuto che la Francia non era “evidentemente abbastanza preparata” per rispondere al Coronavirus a causa di “falle” nel sistema.
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