Sul tavolo le misure da 540 miliardi dell’Eurogruppo, ma si confida nell’ok a un Fondo da almeno 500 miliardi. Lagarde sferza i Ventisette: “Avete perso troppo tempo, a rischio l’Eurozona”
“La crisi è profonda e nessuno può farcela da solo”, così il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli che come di consueto ha partecipato all’inizio del Consiglio europeo per portare ai Ventisette capi di Stato e di Governo il punto di vista dell’Europarlamento, la sola istituzione comunitaria votata per via diretta. Ma non sarà un Consiglio europeo come gli altri: benché difficilmente riuscirà a concludersi con risultati epocali – dati per lo meno insperati da tutti i broker -, l’incontro virtuale di oggi (per i motivi sanitari ben noti) ha una valenza storica, visto che dovrà dimostrare che l’Unione europea è compatta e solidale. Intanto, le Borse sembrano guardinghe: a Piazza Affari il Ftse Mib è salito così dell’1,47%, dopo guadagni del 2%, ma più per l’entusiasmo che la BCE accetterà anche titoli junk che per alte aspettative nei confronti dell’incontro tra i Ventisette.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
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Cosa ha detto Sassoli al Consiglio europeo
In conferenza stampa David Sassoli ha ripercorso i temi trattati nel suo discorso introduttivo: “Abbiamo bisogno di tutti gli strumenti a disposizione per un piano per la ricostruzione. Dobbiamo farlo assieme, nessuno può pensare di farlo da solo”.
In Europa ci sono persone che non arrivano alla seconda settimana con il loro reddito. Per questo subito un piano europeo per la ricostruzione. Nessuno può farcela da solo. #ConsiglioEuropeo https://t.co/0DIxbWrzjG via @Europarl_EN
— David Sassoli (@DavidSassoli) April 23, 2020
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“Il SURE – ha spiegato il numero 1 dell’Europarlamento – aiuterà le PMI che sono l’ossatura dell’economia europea. Il MES, slegato dalla vecchia logica del rigore, è una linea di credito senza condizionalità pensata per i Paesi in difficoltà. Sono strumenti importanti ma il Consiglio europeo è chiamato a fare di più e a rispondere all’esigenza di un nuovo piano Marshall. Questa volta i soldi arriveranno da noi, non dall’estero”.
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Il pacchetto di misure sul tavolo
“Presento un pacchetto di soluzioni al vertice”, che comprende MES, SURE e BEI, e “con la flessibilità di tutti potranno essere operative prima del primo giugno”: lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno prima del vertice Ue. Il pacchetto “evita la frammentazione nel mercato interno che sarebbe velenosa per le nostre democrazie”. Centeno ha poi ribadito che serve un Recovery fund “commensurato ai costi della crisi, che aiuti a spalmarli nel tempo, che operi attraverso il budget Ue e che mostri solidarietà”.
Se la proposta dell’Eurobond voluta da Giuseppe Conte è stata presto abbandonata da tutti non solo perché avversata con durezza da Germania e Olanda ma soprattutto in quanto difficilmente realizzabile in tempi brevi (richiederebbe infatti la modifica dei Trattati, la ratifica dei Parlamenti dei Paesi membri e pure la modifica delle Costituzioni di alcune nazioni), anche quella del recovery fund francese rischia di non essere troppo tempestiva. Da quanto si apprende, l’obiettivo dell’Unione europea sarebbe lanciare il recovery fund dal 1° gennaio 2021. Sempre ammesso che passi al Consiglio europeo di oggi.
Merkel: pacchetto di aiuti subito disponibile
Anche per questo, onde evitare la ribellione dei Paesi dell’area mediterranea, Angela Merkel ha spinto, parlando stamani al Bundestag, affinché il pacchetto da 540 miliardi previsto dalle misure dell’Eurogruppo sia velocemente disponibile: “Spero che per il 1 giugno questi soldi siano effettivamente disponibili”. La cancelliera ha sottolineato che sono importanti per le linee di credito preventive, per le PMI e per i lavoratori in Europa, sottolineando che su alcuni aspetti servono dei passaggi parlamentari, che coinvolgeranno anche il Bundestag.
Angela Merkel
© Bundesregierung
Germania pronta a “contributi molto più forti”
La Germania, mossa da “uno spirito di solidarietà”, è pronta a dare “un contributo molto più importante” al bilancio dell’Unione europea”, in piena recessione a causa dell’epidemia del Coronavirus. “Un piano europeo di rilancio economico potrebbe sostenere la ripresa nei prossimi due anni e ci lavoreremo”, ha aggiunto la cancelliera, parlando davanti ai deputati tedeschi, in vista del summit europeo che si terrà nel pomeriggio per trovare soluzione alla crisi economica dovuta alla pandemia. La Germania, ha per altro aggiunto Merkel, darebbe il maggiore contributo “per un periodo più limitato”.
Lagarde: “Perso troppo tempo”
Avrebbe invece strigliato i capi di Stato e di Governo Christine Lagarde, numero 1 della BCE secondo cui il PIL dell’Eurozona rischia di subire una contrazione del 15% e i leader europei hanno fatto troppo poco e agito troppo in ritardo. Questo l’avvertimento che la presidente della Banca centrale europea avrebbe lanciato ai leader Ue – secondo quanto riferisce Bloomberg citando due fonti. Le misure per la ripresa devono essere rapide, risolute e flessibili avrebbe aggiunto Lagarde che avrebbe anche in guardia dal rischio che non tutti i Paesi siano in grado di agire nel modo necessario.
Cosa si discuterà al Consiglio europeo
Si parlerà di soldi, tantissimi soldi, perché l’Eurogruppo ha già formulato, assieme alla Commissione, un piano da mezzo triliardo di euro. Cinquecentoquaranta miliardi tra investimenti della Banca europea degli investimenti (BEI), cassa integrazione europea (SURE) e MEF. Non si parlerà probabilmente di Eurobond, i titoli di Stato voluti dall’Italia, perché come avevamo già detto non ci sarebbe il tempo per attuarli (bisognerebbe cambiare i Trattati e ottenere le ratifiche di molti Parlamenti nazionali) e sono rimasti fuori dal documento finale dell’Eurogruppo. Ha più chances di passare il Recovery fund francese, soprattutto per il peso di Parigi nel consesso europeo. Difficilmente avrà invece seguito la proposta spagnola, che chiederebbe ulteriore solidarietà a una Europa che presenta nette spaccature tra i Paesi del Nord e quelli mediterranei, attualmente, cioè, tra quelli meno colpiti dal virus e quelli che lamentano i danni maggiori.
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E l’Italia cosa chiederà?
Già, abbiamo parlato di proposte francesi e proposte spagnole. Così come sappiamo che ci saranno resistenze tedesche e olandesi. In tutto ciò, l’Italia che farà? Bella domanda. L’altro ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’informativa resa alle Camere avrebbe dovuto esplicitare la posizione italiana, invece dobbiamo registrare che si è arroccato sulle posizioni politiche già note (“Il MES è inadatto”) seppur con qualche piccola apertura (“Bisognerà leggere le carte, comunque la decisione spetterà al Parlamento”).
Il premier ha anche detto che appoggerà sia la proposta francese, sulla quale ovviamente punta maggiormente, in questo inedito asse Roma – Parigi (storicamente la Francia ha sempre fatto sponda con la Germania, anche per limitarne il potere), sia quella di Madrid, pur chiedendo le opportune modifiche, mentre ha parlato brevemente di un progetto italiano, senza però scendere nei dettagli. Uno sgarbo istituzionale ai danni del Parlamento che forse è passato un po’ in sordina, in questi giorni difficili, ma soprattutto nei confronti di tutti gli italiani, che dovrebbero essere nelle condizioni di conoscere cosa chiederà domani il proprio governo all’Europa e se esiste davvero una proposta italiana.