Il Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti lancia l’allarme al governo
L’altra domanda che si stanno facendo gli italiani – oltre a quella sul cosa di potrà fare dal 4 maggio in poi – riguarda le tasse. In previsione delle scadenze molti professionisti, partite IVA e imprenditori sono preoccupati per una Fase 2 tutt’altro che leggera sul fronte della contabilità. Secondo le ipotesi che circolano su decreto aprile – che probabilmente vedrà la luce in maggio – c’è l’ipotesi di una sospensione dei pagamenti delle tasse almeno fino a settembre. A proporre questa misura è stato il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti. Una volta ripreso il normale periodo di riscossione delle tasse, i lavoratori non dovrebbero comunque affrontare il rischio di more ma, come suggeriscono i commercialisti, potranno pagare a rate per un periodo di almeno un anno a partire da gennaio 2021.
Leggi anche: Fase 2 | Il testo del nuovo dpcm. Cosa riapre dal 4 maggio
Tasse: gli accertamenti da rinviare
Il Governo è al lavoro anche per bloccare gli accertamenti fiscali nei confronti di titolari di partita IVA. Dal primo giugno, se la norma venisse approvata, sarà sospeso l’invio di atti di accertamento fino a fine anno e il discorso è analogo per le cartelle esattoriali. In soccorso dei professionisti e dei lavoratori autonomi dovrebbe essere confermato il bonus che da 600 potrebbe passare a 800 euro. Nelle ultime settimane, purtroppo, non tutti quelli che hanno fatto richiesta si sono visti assegnare questa somma. Con il decreto aprile Palazzo Chigi vorrebbe trovare una modalità per velocizzare l’erogazione e rivolgersi soprattutto alla platea più in difficoltà.
Leggi anche: Mascherine di Stato, Confcommercio: “O 60 cent o stop produzione”
Il ministro all’Economia Roberto Gualtieri
Per far sì che le PMI soffrano il meno possibile questo periodo di chiusura – diverse attività non riapriranno per ancora diverse settimane – lo Stato pensa ad aiuti complessivi di 1,7 miliardi di euro per il pagamento degli affitti dei locali. Tornando alle richieste del Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti l’invito al governo parla della «assoluta necessità di un sospensione dei termini, quanto meno, fino al mese di settembre 2020, che riguardi, oltre che le ritenute (ivi comprese quelle relative ai redditi di lavoro autonomo e agli agenti di commercio), i contributi previdenziali, i premi assicurativi e l’IVA da versare in autoliquidazione».