I 27 tornano a incontrarsi (virtualmente) il prossimo 7 aprile nel tentativo di trovare una strategia comune per uscire dalla crisi
Il giorno del giudizio per l’Unione europea potrebbe essere il prossimo 7 aprile, quando l’Eurogruppo tornerà a riunirsi in cerca di soluzioni da presentare poi ai 27 capi di Stato e di Governo per affrontare la ventura crisi economica che seguirà alla pandemia.
The #Eurogroup will meet on 7 April to act on the #EUCO Leaders’ mandate and deliver proposals to reinforce our EU policy response to #Covid19.
— Mário Centeno (@mariofcenteno) March 30, 2020
Eurogruppo, perché il 7 aprile sarà decisivo
Ad annunciare la data lo stesso presidente in carica, Mário Centeno, nonché ministro delle finanze del Portogallo. Secondo quanto si apprende, sul tavolo dei 27 ministri dell’Economia ci saranno tutte le opzioni discusse in queste giorni su tavoli formali e non, dal Mes ai Coronabond.
Il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron
© Palazzo Chigi
Proprio per questo, quindi, una eventuale fumata nera in quella sede rischierebbe di pregiudicare ogni accordo possibile nel venturo incontro tra i 27 capi di Stato e di governo dove, lo sappiamo bene, il fronte mediterraneo rappresentato da Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron che guidano la coalizione sorretta anche da Pedro Sánchez, Primo Ministro della Spagna, Sophie Wilmès, Primo Ministro del Belgio, Kyriakos Mitsotakis, Primo Ministro della Grecia Leo Varadkar, capo del governo irlandese, Xavier Bettel, Primo Ministro del Lussemburgo, António Costa, Primo Ministro del Portogallo e Janez Janša è avversata dal rigorismo nordico di Angela Merkel e dell’olandese Mark Rutte.
Il premier italiano Giuseppe Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel
© Palazzo Chigi
Covidbond, Berlino ribadisce il no
Possiamo intuire fin d’ora le posizioni che il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz tenterà di difendere all’Eurogruppo del 7 aprile in base a quanto dichiarato questo pomeriggio dal suo addetto stampa: “Abbiamo già preso misure notevoli. Ora la questione è come sostenere il credito e per questo c’è il MES”, ha detto il portavoce del ministero delle Finanze tedesco, Dennis Kolberg, in conferenza stampa a Berlino.
La Commissione rischia la rottura
Sulla questione dei covidbond la Commissione di Ursula von der Leyen rischia di spaccarsi. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni questa mattina ospite della trasmissione radiofonica Circo Massimo è tornato a ribadire la necessità di fare presto, sottolineando che la discussione tra gli Stati Ue “è legittima ma non è adeguata alla fase che viviamo perché non dà soluzioni. Penso che si debba fare tutti gli sforzi perché lo stallo sia superato”. “Credo – ha auspicato – che bisogna scommettere ancora che alla fine, soprattutto da parte della Germania, si arrivi a una comprensione della nuova situazione”.
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Mentre sul Fondo salva Stati: “Il Mes non è la Spectre, è uno strumento condiviso, la discussione è sulle condizionalità”, e si parla di alleggerirle ma “non sono molto ottimista nemmeno su questa, perciò meglio spostare la discussione su quali obiettivi finanziare e poi decidere come”.
L’Ok della BCE
A supporto della linea italiana è nuovamente arrivata la BCE, tramite il suo numero 2, Luis de Guindos che, alla radio spagnola Cope, stamani ha detto: “Si tratta di una pandemia che avrà ripercussioni su tutti”. Il vicepresidente della Bce ha quindi spiegato che questa crisi, innescata dal coronavirus, “è completamente diversa da quelle del 2008-2009-2010”. Per questo, ha concluso, “sono favorevole ai covidbond”.