La Commissione avverte: “Bisogna trovare una soluzione che sia rapida, efficace e basata sul consenso di tutti, in particolare degli Stati membri”
Continua il pressing italiano, che può contare dalla sua parte il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni, sulle istituzioni comunitarie e, in particolar modo, sulla Commissione di Ursula von der Leyen che sul finire della scorsa settimana si era lasciata scappare di condividere le preoccupazioni della Germania, arrivando a definire i covidbond poco più che uno “spot”.
Una esternazione che aveva provocato la dura presa di posizione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale aveva indirettamente invitato la numero 1 della Commissione a essere all’altezza del proprio ruolo. La Commissione europea in questi istanti sta provando a gettare altra acqua sul fuoco nel tentativo di placare le polemiche con Roma.
Il premier italiano Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
© Palazzo Chigi
“Covidbond? Dialettica normale. Supereremo anche questa crisi”
“L’Unione europea ha affrontato tante crisi nella sua storia, ne è sempre uscita e stiamo lavorando perché ne possa uscire anche questa volta”, così il portavoce della Commissione, che ha anche aggiunto: “Serve tempo per discutere, lavorare in modo intelligente per trovare la strategia a medio termine per contrastare gli effetti della crisi e sappiamo che nella Ue le discussioni sono un fatto normale”.
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Quindi ha nuovamente provato a rassicurare: “Tutte le opzioni sono al momento ancora sul tavolo”. Il medesimo messaggio, del resto, era stato espresso dalla segreteria di von der Leyen dopo la dura presa di posizione di Conte, con una postilla a margine che però pareva più un avviso ai naviganti dato che la nota faceva anche che sarebbero state prese in considerazione le misure compatibili con i Trattati. E sappiamo bene che i covidbond o coronabond non sono previsti.
“Occorre il consenso di tutti gli Stati”
Non è mancato, anche questa volta, un piccolo avvertimento lanciato al nostro Paese che, è noto, guida la sempre più nutrita schiera delle nazioni favorevoli ai covidbond (ne fanno parte la Spagna, la Francia, la Grecia, il Lussemburgo, ecc…) sul fatto però che il requisito cardine per procedere sarà necessario ottenere l’unanimità. E quindi anche il consenso dei Paesi ostili, dalla Germania all’Austria, passando per l’Olanda.
Il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron
© Palazzo Chigi
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“Bisogna trovare una soluzione che sia rapida, efficace e basata sul consenso di tutti, in particolare degli Stati membri. È la chiave per avere una risposta che sia all’altezza delle aspettative”, ha detto il portavoce della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rispondendo alle domande sulle possibilità al vaglio per rispondere agli effetti economici dell’epidemia.
© Paolo Gentiloni – Twitter
Le insistenze di Gentiloni
Intanto, il commissario all’Economia Paolo Gentiloni questa mattina ospite della trasmissione radiofonica Circo Massimo è tornato a ribadire la necessità di fare presto, sottolineando che la discussione tra gli Stati Ue “è legittima ma non è adeguata alla fase che viviamo perché non dà soluzioni. Penso che si debba fare tutti gli sforzi perché lo stallo sia superato”. “Credo – ha auspicato – che bisogna scommettere ancora che alla fine, soprattutto da parte della Germania, si arrivi a una comprensione della nuova situazione”.
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Mentre sul Fondo salva Stati: “Il Mes non è la Spectre, è uno strumento condiviso, la discussione è sulle condizionalità”, e si parla di alleggerirle ma “non sono molto ottimista nemmeno su questa, perciò meglio spostare la discussione su quali obiettivi finanziare e poi decidere come”.
L’Ok della BCE
A supporto della linea italiana è nuovamente arrivata la BCE, tramite il suo numero 2, Luis de Guindos che, alla radio spagnola Cope, stamani ha detto: “Si tratta di una pandemia che avrà ripercussioni su tutti”. Il vicepresidente della Bce ha quindi spiegato che questa crisi, innescata dal coronavirus, “è completamente diversa da quelle del 2008-2009-2010”. Per questo, ha concluso, “sono favorevole ai covidbond”.