“Non esiste un limite massimo del fondo, questo è il messaggio più importante” ha scandito il ministro delle finanze, Olaf Scholz
Berlino non intende lesinare sugli aiuti alle imprese ed è consapevole che il Coronavirus metterà a dura prova la sua economia, peraltro già in vistoso rallentamento da ben prima che arrivasse la pandemia. Da qui l’annuncio di un piano shock, da 550 miliardi di euro, destinato al proprio tessuto industriale. Inutile dire che numeri simili, noi, li sogniamo.
Berlino: 550 miliardi e prestiti illimitati
Il Governo tedesco ha parlato di prestiti “illimitati” destinati alle imprese che stanno affrontando le ricadute economiche tragiche legate all’epidemia di Coronavirus. “Non esiste un limite massimo, questo è il messaggio più importante” ha scandito il ministro delle finanze, Olaf Scholz, descrivendo in dettaglio questo piano di aiuti, che è più importante di quello messo in atto durante la crisi finanziaria del 2008.
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“È disponibile oltre mezzo trilione di euro” gli ha fatto eco il ministro dell’Economia, Peter Altmaier. Il fondo iniziale sarà dunque di oltre 500 miliardi ma la Germania ha già fatto capire all’Unione europea che è disposta a mettere sul piatto tutto l’occorrente.
Scholz ha poi aggiunto che gli Stati membri con un elevato debito pubblico (non ha fatto espressamente il nome, ma ovviamente si rivolgeva a noi italiani) dovranno essere messi nelle condizioni di ricevere tutte le agevolazioni fiscali necessarie ad affrontare l’emergenza. Rivolgendosi a quei paesi, il ministro delle Finanze ha concluso: “Potete contare sulla Germania”.
La Germania si prepara ad affrontare l’epidemia
Intanto, visto l’aggravarsi dei bollettini medici, la Germania si prepara ad affrontare la pandemia che sembra destinata a dilagare anche sul suo territorio. La maggior parte dei Laender tedeschi, 10 su 16, nelle ultime ore ha annunciato la chiusura delle scuole a partire da lunedì.
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Tra le regioni coinvolte il Nordreno-Vestfalia, la più popolata del Paese, e la Baviera. Ieri la cancelliera Angela Merkel aveva detto che la decisione in merito alla chiusura delle scuole spettava ai singoli Laender e non all’esecutivo centrale.