“Abbiamo di fronte una occasione storica: possiamo sciogliere i nodi e le incrostazioni che ci fermano dagli anni ’90. Spetta a noi tutti trasformare l’emergenza in opportunità”
Il discorso di Giuseppe Conte alla Camera dei Deputati diventa la ricetta per la ripartenza. Un programma per la “fase 2” dell’esecutivo, sopravvissuto 24 ore fa alla possibile crisi di governo che sarebbe potuta essere innescata dalla sfiducia al Guardasigilli Alfonso Bonafede. Ma così non è stato. E allora palla al centro e pronti a giocare il secondo tempo, ma le gambe sono appesantite non solo dalle liti interne, ma anche dalla situazione socioeconomica cui va incontro il Paese. Anche per questo il premier elenca una serie di misure su cui sarà necessario puntare nella seconda metà della legislatura.
Conte: la rinascita poggerà su tre pilastri
“Il compito della politica è lavorare per elaborare un piano di rinascita economica e sociale. Il primo tassello sarà la riduzione della complessità della macchina burocratica”. “A tal proposito – ha spiegato Conte – stiamo definendo un decreto sulla semplificazione per fornire uno shock al Paese, capace di rilanciarlo dal punto di vista competitivo”. “Definiremo un elenco di opere strategiche”, ha chiosato. “Poi occorrerà rendere il nostro ordinamento maggiormente attrattivo alle imprese e agli investimenti”.
“Non vi è futuro senza un investimento ambizioso in scuola, ricerca, università e innovazione”, ha continuato il premier parlando alla Camera, è necessario “guardare ancora più avanti”, non solo alle fasi contingenti, ha detto. E il secondo pilastro imprescindibile della fase due del suo governo “sarà l’innovazione, intesa come processo collettivo che nasce fin dai banchi di scuola. Le settimane di chiusura dei plessi scolastici – ha motivato -, hanno dimostrato che dobbiamo potenziare la strumentazione nelle scuole e l’importanza della solidità della Rete, capillare su tutto il territorio, su cui dobbiamo investire perché sostenga la teledidattica e lo smart working”, ha illustrato il presidente del Consiglio.
“La strategia dell’innovazione andrà indirizzata anche al sistema produttiva: ricerca biomedica, meccanica, farmaceutica, robotica… L’Italia può far valere il suo saper fare e inventare che rendono unici i suoi prodotti. Nessuna categoria sarà trascurata e si investirà in sviluppo”. “Bisogna ripartire anche dall’inclusione – ha poi ricordato il premier – eliminando alla radice ogni tipo di gap, soprattutto quello di genere”.
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“Abbiamo di fronte una occasione storica, possiamo sciogliere i nodi e le incrostazioni che ci fermano dagli anni ’90. Spetta a noi tutti trasformare l’emergenza in opportunità”, ha concluso il presidente del Consiglio.
Giovani, non è ancora il tempo dei party
Il premier, parlando invece della Fase 2, ha rivolto un appello ai giovani: “Non è ancora questo il tempo della movida, dei party: le prescrizioni sulle mascherine e sul distanziamento sociale devono essere ancora rispettate perché potremmo essere costretti a intervenire laddove risorgessero nuovi focolai. Il rischio che torni a crescere la curva del contagio è messo in considerazione”.