Oggi è in programma l’Eurogruppo per dare il via libera definitivo al Fondo Salva Stati
Abbiamo imparato a conoscerlo nel pieno dell’emergenza coronavirus, quando l’Unione Europea, la Commissione e gli Stati Membri ancora litigavano su coronabond sì – coronabond no. Wopke Hoekstra, 44 anni, è il ministro olandese delle Finanze, esponente del partito centrista Cda ed è noto alle cronache europee per non esserci mai andato leggero con le critiche all’Italia e, in generale, ai paesi del Sud Europa colpevoli di una finanza troppo allegra e spendacciona. Questa, almeno, è la visione di un politico senza mezze misure: «La Commissione – tuonava qualche settimana fa – dovrebbe indagare sui Paesi che insistono sui coronabond (Italia in testa, ndr) per comprendere i motivi per cui non hanno abbastanza spazio di bilancio per rispondere all’impatto economico della crisi». Ora che però dei coronabond non c’è neanche l’ombra, il ministro Wopke Hoekstra si impunta sul MES. Il Fondo Salva Stati, previsto nel pacchetto uscito dal Consiglio Europeo di aprile, dovrebbe essere senza condizioni per le spese sanitarie dirette e indirette e oggi, venerdì 8 maggio, è in programma proprio l’Eurogruppo che dovrà dare il definitivo disco verde al Meccanismo Europeo di Stabilità senza condizioni stringenti.
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Hoekstra: un falco in carriera
Non contento della battaglia vinta sulla questione coronabond – per molti, in realtà, già persa in partenza per via dell’opposizione ben più influente di Berlino – il ministro olandese Wopke Hoekstra oggi guerreggerà per chiedere condizioni più rigide all’emissione di finanziamenti per tutti quei paesi che, su base volontaria, accederanno ai crediti del MES. Memorandum di intesa, analisi della sostenibilità del debito e perfino una durate dei prestiti inferiore. Insomma, secondo il politico dei Paesi Bassi, se l’Italia volesse mai chiedere soldi dal MES non dovrebbe godere di condizioni agevolate nonostante una recessione globale senza precedenti.
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Wopke Hoekstra e Roberto Gualtieri
Considerato tra i cosiddetti falchi rigoristi della contabilità europea, Hoekstra è tra i rappresentanti di spicco di tutti quei paesi membri che non chiedono maggiore solidarietà europea, almeno non nei termini in cui l’hanno chiesta Italia e Spagna, due tra i paesi più colpiti dalla pandemia e dalla conseguente recessione. Quel -9,5% di crollo del nostro PIL nel 2020 previsto dalla Commissione Europea potrebbe dunque non bastare per ammorbidire le posizioni inflessibili dell’olandese che molti vedono come prossimo leader del paese. A proposito di scarsa empatia con i paesi più colpiti, tuttavia, Hoekstra ha ancora da imparare dal primo ministro olandese Mark Rutte che, qualche giorno fa, ha rassicurato – in maniera decisamente poco istituzionale – un cittadino che lo pregava di non dare soldi agli italiani e agli spagnoli. «No, no. Va bene, prendo nota», lo ha subito rassicurato.