La Big Tech deve intanto fare i conti con la causa antitrust negli USA. L’accusa: aver consolidato nei decenni un monopolio sulla ricerca online
Da YouTube l’advertising ha generato 7,9 miliardi di dollari (+12% rispetto allo stesso trimestre del 2022); i ricavi hanno sfiorato i 77 miliardi (+11%) superando le aspettative degli analisti; e l’utile netto è stato di 19,7 miliardi di dollari (era 13,9 miliardi lo scorso anno). Sono i numeri pubblicati nell’ultima trimestrale di Alphabet, l’holding che controlla Google e che ha stupito in positivo gli investitori con le proprie performance, anche se non in tutti i verticali. Le entrate pubblicitarie di Google hanno raggiunto i 60 miliardi di dollari (quasi +10% rispetto al Q3 2022), mentre il segmento cloud ha chiuso l’ultimo trimestre a 8,41 miliardi (gli analisti si attendevano 8,64 miliardi). Sarebbe stato proprio questo dato a causare la perdita di valore delle azioni in Borsa di oltre il 5%.
Se nei mesi scorsi Microsoft ha tentato di impensierire Google con l’introduzione dell’AI di OpenAI nel proprio motore di ricerca Bing, i numeri rendono l’idea di quanto Big G sia ancora centrale sul mercato. Il business legato alla ricerca online ha registrato un giro d’affari per Google da 44 miliardi di dollari (+11% rispetto allo stesso trimestre 2022). Come si legge sul Wall Street Journal la sfida dei prossimi anni tra le Big Tech riguarderà l’AI e le sue applicazioni nei vari prodotti digitali. La multinazionale di Sundar Pichai ha attraversato il 2023 tagliando i costi, a cominciare dai licenziamenti del personale (6% dei propri dipendenti, il taglio più grande nella sua storia). Per Google resta infine da capire cosa succederà con la causa antitrust in corso in cui è coinvolta negli Stati Uniti con accuse di aver consolidato nei decenni un monopolio nelle ricerche online.