Assieme a Roberto Cingolani alla Transizione ecologica, gestirà i dossier più importanti del Recovery Fund
Vittorio Colao è il nuovo ministro all’Innovazione tecnologica e della transizione digitale. Prende le redini di un dicastero che solo fino a poco tempo fa nemmeno esisteva (l’Innovazione digitale, dell’uscente e non riconfermata Paola Pisano) e che di colpo sarà centrale nell’azione di governo, dato che dovrà gestire alcuni dei dossier più importanti del Recovery Fund. I soldi di Bruxelles, non dimentichiamolo, saranno infatti condizionati alla transizione digitale, la famosa “digitalizzazione” di cui si parla da anni senza, in realtà, avere mai fatto grandi progressi sul tema. Per questo Mario Draghi ha voluto un manager competente in materia e, soprattutto, stimato in tutto il mondo. Ecco quindi chi è Vittorio Colao.
Chi è Vittorio Colao
Bocconiano, master Mba alla Harvard University in tasca, manager di spicco a livello mondiale (esordi in McKinsey) con un passato, curiosamente, da carabiniere, Vittorio Colao è nato a Brescia 59 anni fa. Noto soprattutto per aver guidato, prima in Italia e poi a livello mondiale uno dei colossi della telefonia mobile, Vodafone, dove è rimasto fino al maggio 2018. Anche dopo l’esperienza a Vodafone, Colao è rimasto in Inghilterra, a Londra, dove vive tuttora con la famiglia.
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Attualmente è senior advisor del fondo di private equity americano General Atlantic. Ha anche esperienze all’editoria, avendo guidato Rcs MediaGroup, editore del «Corriere della Sera». Una curiosità quanto mai attuale: Vittorio Colao in Vodafone ha accelerato l’uso dello smart working. Il telelavoro ha peraltro permesso di trasferire il quartier generale della società nel fulcro della city.
Ma nel descrivere chi è Vittorio Colao bisogna obbligatoriamente parlare anche del punto di incontro con il presidente del Consiglio uscente, Giuseppe Conte, che lo ha voluto alla guida della task force che avrebbe dovuto studiare la rimessa in moto del Paese dopo la pandemia. Tra i due, dicono i beninformati, non c’è mai stata grande simpatia e infatti la task force di Colao è stata liquidata senza troppe cerimonie e il piano elaborato e dato nelle mani del premier è rimasto in un cassetto. Ora, però, Conte esce da Palazzo Chigi e Colao si piazza in uno dei dicasteri cruciali di questo neonato esecutivo.