Il giovane maker Cesare Cacitti a soli 13 anni ha costruito una stampante 3D. Questo mese ha ottenuto, con la Cooperativa “Il Mosaico” di Dueville, un finanziamento della Regione Veneto di 100 mila euro per aprire un fablab nel suo paese. In questo contributo racconta la sua esperienza
Luglio sta iniziando sotto i migliori auspici. La scuola è finita e le vacanze si preannunciano intense. Con la Cooperativa “Il Mosaico” di Dueville, il paese in cui vivo, abbiamo partecipato al Bando della Regione del Veneto per il finanziamento di alcuni FabLab, e in questi giorni è uscita la graduatoria. Sui 25 progetti ammessi e finanziati, il nostro è giunto dodicesimo, ottenendo un finanziamento di 100 mila euro, il massimo. Ben sei progetti finanziati sono di Vicenza e provincia: del resto questo è un territorio che affonda le sue radici imprenditoriali sin dal 1500. Nel corso dell’800, poi, sono sorte importanti aziende, tra cui la Lanerossi, la più grande azienda italiana nel 1890 e la Marzotto, la più grande azienda tessile italiana, per arrivare ai vari Diesel, GAS, Dainese.
Ma il vicentino è noto nel mondo non solo per il fashion, ma anche per l’arte orafa e per la meccanica di precisione. Tant’è che da sola la provincia di Vicenza esporta, nell’ambito del manifatturiero, quanto l’intera Grecia. Questo comporta che l’intero territorio sia costellato di capannoni e zone industriali più o meno grandi. Dueville, un comune di 13 mila abitanti, ha ben 4 zone industriali e artigianali: tantissime!
Sono veramente felice che il nostro progetto sia stato finanziato: è stato un lavoro di squadra, dove ciascuno ha messo le proprie competenze; io, in particolare mi sono dedicato al piano degli acquisti della dotazione tecnica, tra cui due stampanti 3D, una tagliatrice laser, una macchina CNC, uno scanner 3D, dei kit di Arduino e strumentazione da laboratorio.
Il nostro obbiettivo è quello di portare un assaggio di futuro a Dueville, aperto a tutta la comunità. Inoltre la cooperativa “Il Mosaico” aiuta i disoccupati a trovare un nuovo posto di lavoro e noi del FabLab Dueville crediamo che il nostro progetto possa costituire un’opportunità concreta di aggiornamento professionale, soprattutto per quelle persone che hanno perso o stanno perdendo il loro lavoro.
Per i giovani del mio territorio è, poi, un balzo nel futuro; il bello del momento storico che stiamo vivendo è proprio questo: vivere in un piccolo paese o a Boston (l’idea del FabLab è di un professore del MIT) è indifferente.
I miei coetanei avranno l’opportunità di usare le mani applicando tecnologie digitali: è il punto d’incrocio tra passato e futuro. Con la stampante 3D, ad esempio, si può rendere felice la propria sorellina, stampando mobili e accessori per le sue Barbie. Oppure si può essere d’aiuto alla propria nonna, come è successo a me, quando nel giro di mezz’ora ho scansionato e stampato l’aletta dell’anemometro della tenda da sole che la nonna aveva rotto. Oppure fare un regalo di compleanno al proprio amico, stampandogli la cover del cellulare personalizzata. O venire in aiuto al nonno, stampandogli il manico del cacciavite.
A me, in particolare, piace modellare e stampare ingranaggi, per fare delle prove con la lavatrice e la lavastoviglie della mamma. Per chi è appassionato di lego o di soldatini, la stampa 3D è eccezionale, poichè dà la possibilità di realizzare pezzi mancanti o unici. Credo che il Fab Lab di Dueville diverrà una sorta di laboratorio di Dexter, dove ci sarà di che divertirsi!