Al via oggi la piattaforma del Miur per la pubblicazione dei Rapporti di autovalutazione e gli open data delle scuole
Il Ministero dell’Istruzione ha da oggi messo online i Rapporti di autovalutazione (Rav) delle scuole e reso trasparenti moltissimi dati sugli istituti e sui risultati degli alunni. Tutti i Rapporti e gli open data sono a disposizione sul portale ‘Scuola in Chiaro’, rinnovato con una nuova grafica e un “pulsante” ad hoc che consente l’accesso diretto al Rapporto di autovalutazione entrando nel profilo di ciascuna istituzione scolastica. Inoltre, dal menù principale della piattaforma, alla voce Download dati, sono anche scaricabili tutti i dati aperti sulla scuola, sulle prove di valutazione e sulle caratteristiche del corpo insegnante. Alcuni esempi di informazioni a portata di click? Dagli esiti degli scrutini e degli esami di Stato ai risultati delle prove Invalsi, dalle informazioni sulla prosecuzione negli studi o nel mondo del lavoro degli studenti diplomati, alle caratteristiche del dirigente scolastico e del corpo insegnante (età media dei docenti, tipologia di contratto prevalente): tutto diventa trasparente.
Cosa sono i Rav?
I Rapporti di autovalutazione delle scuole sono frutto di un anno di lavoro in cui ogni istituto ha confrontato i propri dati con quelli provinciali, regionali e nazionali e ha messo nero su bianco i propri punti di forza e debolezza, abbinandoli a precisi obiettivi di miglioramento. Nei Rapporti di valutazione figurano alcune voci tra cui:
- Dati di contesto (fra cui popolazione scolastica, territorio e capitale sociale, risorse professionali)
- Esiti (dai risultati degli alunni alle prove Invalsi)
- Processi (dagli ambienti di apprendimento, all’orientamento, alla valorizzazione delle risorse umane)
- Priorità di miglioramento
Il rapporto è consultabile sia in versione estesa sia in versione sintetica. Per le aree degli Esiti e dei Processi le scuole dovevano esprimere un giudizio su se stesse utilizzando una scala da 1 a 7 (1=situazione molto critica, 7=eccellente) motivando ogni giudizio. Secondo una prima analisi, le scuole tendono a posizionarsi, omogeneamente sul territorio, intorno ad un livello 4 (sommando Esiti e Processi). In particolare, per l’area degli Esiti il punteggio medio che le scuole si sono attribuite in relazione ai risultati raggiunti dai ragazzi è 5,02, quello relativo alle Prove Invalsi 4,14, quello relativo alle competenze chiave e di cittadinanza 4,69, per i risultati a distanza (esiti post-diploma) è 5,29.
Obiettivi di miglioramento
Il Rav è pensato come strumento di lavoro per le scuole, finalizzato al miglioramento. Per l’area Esiti, il 29,4% delle scuole ha individuato come obiettivo prioritario il miglioramento dei risultati scolastici degli studenti. Seguono il miglioramento dei risultati nelle prove Invalsi (27,8%), il miglioramento delle competenze chiave e di cittadinanza (27,4%), i risultati a distanza (15,4%). Per l’area Processi, le scuole indicano di voler lavorare soprattutto (22,9%) sul miglioramento del curricolo e della progettazione didattica. Seguono, come priorità di miglioramento, gli ambienti di apprendimento (15,2%), lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane (14,1%), l’orientamento (13,3%), l’inclusione scolastica (12,7%), l’integrazione con il territorio e il rapporto con le famiglie (11,5%), l’organizzazione della scuola (10,2%). Il Miur produrrà nei prossimi mesi un’analisi più dettagliata dei dati emersi dai primi Rav.
I Rapporti in numeri
Oltre il 95% delle scuole ha già pubblicato il Rav. Chi non l’ha ancora fatto può farlo nei prossimi mesi. Oltre 47 mila i componenti dei Niv, i Nuclei interni di valutazione, che hanno lavorato ai Rapporti pubblicati oggi. Il 7% delle scuole statali ha inserito nei Nuclei anche personale esterno alla scuola (esperti, genitori), evidenziando una particolare propensione all’apertura e al confronto. “Lo step successivo sarà quello della valutazione esterna, che partirà nel secondo quadrimestre sul 10% delle scuole. Stiamo avviando anche la valutazione dei dirigenti scolastici e, in parallelo, come previsto dalla Buona Scuola, quella dei docenti” ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.