All’Open Summit di Startupitalia! Tutored si è aggiudicata il premio come migliore startup dell’anno nel campo dell’istruzione. Intervista alla co-founder Martina Mattone
Creata nel 2014 da Nicolò Bardi, Gabriele Giugliano e Martina Mattone, Tutored si è aggiudicata il premio Best Startup Education del 2015 durante l’Open Summit di Startupitalia! il 14 dicembre. In un solo anno questi ragazzi di 21, 23 e 26 anni, hanno creato uno strumento utilissimo per migliaia di studenti: una piattaforma dove possono avere ripetizioni online sull’esame che stanno preparando. Quindi non solo una materia generica, ma proprio un ripasso con uno studente che ha già svolto lo stesso esame nella stessa università. Nel 2015 i ragazzi di Tutored hanno raccolto 800 mila euro di investimenti da parte del gruppo LVenture, Club Investimenti Italia 2 e altri angel, ed hanno cominciato la loro espansione all’estero aprendo sedi a Londra, Berlino e New York (dove il servizio è ancora in beta). Oltre alle ripetizioni, è stato aperto un portale dedicato all’orientamento e all’informazione sul mondo universitario che è arrivato a contare mezzo milione di visitatori unici mensili. Insomma, il 2015 è stato il loro anno. Abbiamo ripercorso la storia di Tutored con la co-founder Martina Mattone.
Martina, partiamo dall’inizio. Come è nata Tutored?
«Io, Gabriele e Nicolò ci siamo conosciuti ad aprile 2014 durante Innovaction Lab, il percorso formativo interuniversitario per insegnare ai ragazzi come fare business e come portare un’idea davanti agli investitori. Durante questo percorso abbiamo sviluppato l’idea di Tutored, che rispondeva a una esigenza che noi stessi avevamo sentito, come studenti: avere ripetizioni da uno studente più esperto».
Gli investitori vi hanno notato subito?
“Siamo arrivati alla finale di Innovaction Lab e li, sì, abbiamo sollecitato l’interesse degli investitori: LVenture Group e Club Italia Investimenti 2, da cui abbiamo ricevuto il primo seed investment di 60 mila euro nell’estate del 2014. Al termine dei 5 mesi di accelerazione abbiamo ripresentato la nostra idea e abbiamo ottenuto nel giro di un mese il primo investimento di 400 mila euro a marzo 2015».
Come lo avete usato?
«Per espanderci in tutta Italia: all’inizio avevamo aperto il servizio a Roma e Milano; poi ci siamo allargati anche in altre città. Nei mesi successivi abbiamo continuato ad avere una crescita molto buona, sempre superiore del 90% in termini di utenti registrati. Per questo, è stato proposto un aumento di capitale di 400 mila euro per espanderci in Europa, che è arrivato il 29 luglio. Così abbiamo cominciato a sviluppare il piano per l’estero: ora siamo attivi a Londra e Berlino, mentre a New York siamo ancora in beta».
Cosa offrite oltre alle ripetizioni?
«Nel frattempo che il sito cresceva abbiamo allargato il servizio: mentre prima ci riferivamo soltanto ai ragazzi che avevano bisogno di una mano per studiare, ora Tutored è diventata una piattaforma più ampia, che si rivolge a tutti. Miriamo a diventare il punto di riferimento degli studenti universitari, con il nostro portale dove si possono trovare informazioni sulle università, che vanno dalle curiosità all’orientamento. L’obiettivo è permettere uno scambio tra gli studenti».
Siete partiti in 3. Ma ora sarete molti di più per gestire Tutored…
«E’ vero. Siamo cresciuti tanto nel 2015, molto di più di quanto ci aspettavamo. Adesso siamo diventati 18. Il team è formato da studenti universitari, alcuni sono laureati o laureandi. L’età media è 25 anni. Ci sono 3 persone che si occupano della redazione degli articoli, del controllo delle fonti e che sono in contatto con una rete di reporter nelle università che ci raccontano i dettagli del loro percorso formativo. Poi abbiamo 2 persone che lavorano allo sviluppo, 3 sono in Germania e 2 fanno i pendolari con Londra».
Qual è il vostro modello di business?
«Abbiamo un doppio modello di business adesso: in parte proviene dalle ripetizioni, trattenendo una percentuale per il costo del servizio della transazione tra studente e tutor. Un’altra parte dei proventi viene dagli accordi B2B che stretti attraverso il magazine con le università, che hanno uno spazio dedicato per poter caricare i loro aggiornamenti».
Cosa avete in programma per il 2016?
«All’inizio del 2016 uscirà un’app per rendere tutto più semplice e dinamico. Poi aggiungeremo gli appunti universitari. Per quanto riguarda l’espansione, vogliamo allargarci in Inghilterra e Germania, non solo a Londra e Berlino, ma anche in altre città dove ci sono i poli universitari. E dall’estate arrivare negli Usa».
Ti aspettavi il premio?
«Assolutamente no! E’ stata una bellissima sorpresa inaspettata e un grande traguardo».