Secondo una ricerca della società “D-Link” i docenti italiani vorrebbero una scuola più tecnologica: la maggior parte sarebbe favorevole all’insegnamento dei linguaggi di programmazione
La maggior parte dei docenti italiani chiede una scuola più tecnologica, vorrebbe lavorare molto più con tablet e lavagna multimediale ed è persino favorevole ad introdurre lezioni di coding nella programmazione. E’ la fotografia scattata da una ricerca elaborata dalla società “D-Link”, che si occupa di tecnologie wireless e connettività. Il ramo italiano dell’azienda, attraverso uno studio online che ha coinvolto 3 mila docenti di ogni ordine e grado, ha voluto verificare quanto sono tecnologici i professori delle scuole per comprendere il loro approccio all’innovazione. I dati raccolti sono incoraggianti e persino sorprendenti. Il dato positivo è l’approccio alla novità che gli insegnanti hanno: quasi 70 docenti su 100 sono favorevoli ad inserire lezioni di html nel piano di studio dei ragazzi.
Solo il 30,46% crede che l’insegnamento di questo linguaggio non sia prioritario per gli studenti: uno zoccolo duro forse un po’ miope, forse frutto di una classe docente tra le più anziane d’Europa. D’altro canto su questa partita il ministero dell’Istruzione si è speso molto grazie anche all’interesse di chi sta in cattedra. Oltre il 50% dei docenti intervistati da “D-Link”, chiede che la dotazione tecnologica del proprio istituto venga aggiornata. Andando a leggere i dati con la lente d’ingrandimento scopriamo che il 50,10% pensa che l’apparecchiatura del proprio istituto debba rinnovarsi mentre il 20,35% la considera troppo antiquata. A ritenere “giusta” la dotazione in aula è il 25,74% mentre il 3% la definisce persino “troppo moderna”.
Maestri e professori in questi anni hanno imparato ad usare i nuovi strumenti necessari alla didattica abbandonando la lavagna d’ardesia (solo il 36,10% usa ancora i gessetti e il cancellino): a metter mano alla lim è il 44,55% degli insegnanti. Ancora pochi ma in crescita quelli che usano il tablet: il 14,93%.
Un processo che ha a che fare con i problemi del nostro sistema d’istruzione rispetto alle infrastrutture di Rete dei plessi e al parco macchine: in Italia ci sono ancora il 30% delle aule che non sono connesse in Rete e solo il 41,9% ha la possibilità di avere una lim in aula. Negativo il numero dei proiettori interattivi: solo il 6,1% delle scuole ne dispone nel proprio patrimonio digitale. Secondo l’ultimo Focus sulla dotazione digitale del Miur, a dicembre 2015 c’erano ancora 7,9 alunni per device anche se va registrato un incremento dei dispostivi mobili in uso agli studenti.