Le ricerche della Bill Gates Foundation confermano l’efficacia del personalized learning: ciò che manca sono le tecnologie, non sempre disponibili nelle scuole nella giusta quantità
Gli studenti possono trarre notevoli vantaggi dal “personalized learning”, cioè dall’apprendimento personalizzato, specie se i docenti hanno accesso agli strumenti digitali e alle tecnologie che rendono possibile la piena applicazione di questa modalità di studio. Spesso, però, gli insegnanti non hanno modo di utilizzare le strumentazioni necessarie, nonostante la tecnologia sia sempre più presente nelle aule scolastiche. Lo ha rilevato la ricerca della Bill & Melinda Gates Foundation sull’efficacia degli strumenti digitali nel personalized learning.
La ricerca
“Il personalized learning è un termine ombrello che raccoglie tutte le tecniche atte a creare quella flessibilità necessaria per garantire il rispetto delle diverse esigenze che possono presentare i bambini nell’ecosistema della classe”, ha spiegato Vicki Phillips, direttrice del settore educational della Gates Foundation. Uno degli studi finanziati dalla fondazione, chiamato “Continued progress”, ha misurato per due anni le performance di 11.000 studenti che in 62 scuole pubbliche americane hanno seguito programmi di personalized learning. Questi risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo, ovvero di studenti che non avevano seguito programmi di apprendimento personalizzato, ma che avevano comunque caratteristiche demografiche simili. Le migliori performance sono state registrate nel gruppo che ha potuto seguire un programma di personalized learning.
I sondaggi nelle scuole
Alla luce di quanto emerso dalle ricerche, la Gates Foundation sta continuando a finanziare programmi che permettano agli insegnanti di implementare la formazione con tattiche di apprendimento personalizzato: queste tecniche comprendono lo sviluppo di percorsi di apprendimento individuali e stimolano il miglioramento dell’alunno nella progressione delle competenze, a prescindere dal resto della classe. Alla fine dei due anni di sperimentazione, i punteggi degli studenti che hanno seguito il programma di formazione personalizzata è passato dall’essere sotto la media all’essere in perfetta media nazionale, sia nei test matematici sia in quelli di lettura. L’analisi, oltre a prendere in considerazione i punteggi dei test di fine anno, ha compreso visite in loco alle scuole, interviste con i dirigenti scolastici e sondaggi effettuati su insegnanti e studenti.
L’importanza delle tecnologie
Nel 2013, la Gates Foundation aveva effettuato un sondaggio per capire quanto fosse importante per gli insegnanti disporre di tecnologie adatte al persolized learning; la stessa survey è poi stata replicata nel 2015. In due anni, la situazione è nettamente migliorata: la percentuale di insegnanti che ritiene di avere sufficiente confidenza con la tecnologia è passata dal 55% al 67%, anche se ci sono materie (soprattutto arte e studi sociali) in cui i docenti pensano che la tecnologia non sia un fattore primario per il successo della formazione personalizzata. Gli insegnanti preferiscono device che consentono di variare agilmente il programma, in modo che ogni bambino/ragazzo possa lavorare indipendentemente, in base alle specifiche consegne. Per molti docenti, inoltre, poter osservare come l’alunno si relaziona col device rappresenta uno strumento prezioso al fine di modificare o integrare in itinere il programma di personalized learning.
Dispositivi e banda larga
Gli ostacoli alla realizzazione di questi promettenti programmi rimangono le tecnologie presenti nelle scuole: spesso il numero di device non è sufficiente a coprire le necessità della classe o si verificano problemi relativi alla banda larga. Il sondaggio si poneva anche l’importante obiettivo di fornire concreti strumenti agli sviluppatori e sensibilizzarli su quelli che sono i bisogni degli educatori. “Una delle sfide principali è creare un dialogo con gli insegnanti, i loro feedback ci permetteranno di realizzare device via via migliori e più adatti ai ragazzi”, commenta Phillips.