L’appello di Arianna Huffington, che sul tema ha pubblicato un libro: più ore di sonno possono favorire il comportamento e l’apprendimento
Forse troppo spesso chiediamo uno sforzo eccessivo ai bambini che vanno a scuola. Lezioni, esami, scadenze, compiti da consegnare, aspettative da soddisfare. Forse quello di cui avrebbero bisogno sarebbe, semplicemente, una buona dormita.
A dirlo è Arianna Huffington, fondatrice del sito omonimo, che sull’argomento ha persino scritto un libro, “The Sleep Revolution”. «Quando noi adulti siamo stanchi – spiega – ci comportiamo da persone stanche, mentre i bambini reagiscono in maniera opposta: diventano iperattivi e difficilmente controllabili. Abbiamo un sacco di esempi di ragazzini a cui è stato diagnosticato un deficit di attenzione, quando in realtà si trattava soltanto di carenza di sonno».
E non è l’unica a pensarla così
Della stessa opinione Charles Best, Ceo di DonorsChoose, sito che raccoglie donazioni di privati che vogliono sostenere dei progetti all’interno delle scuole: «Anche io ho avuto molti studenti che pensavo fossero turbolenti e indisciplinati, mentre in molti caso avrebbero solo avuto bisogno di dormire un po’ di più». Da quanto emerge dalla loro conversazione, almeno la metà dei bambini che hanno difficoltà a concentrarsi e a comportarsi in maniera civile vanno a scuola senza aver dormito abbastanza.
«Ormai diamo tutti per acquisito che i bambini devono avere una buona alimentazione e devono fare movimento fisico, ma il terzo elemento, fondamentale, è che devono riposare un numero adeguato di ore» insiste Arianna Huffington. La privazione del sonno ha effetti diretti non soltanto sulla capacità di apprendimento, ma anche su altri aspetti della vita degli studenti e dei loro insegnanti: «La nostra salute e il sistema immunitario ne risentono immediatamente. Anche per questo vediamo intere classi che prendono influenze, febbri e altre malattie».
La gara del sonno
Il libro della Huffington ha spinto molti insegnanti a interrogarsi su questo tema. Kathleen Nolan, un’insegnante di una scuola elementare del Queens, ha creato uno “sleep challenge”, una sorta di gara del sonno tra i suoi allievi, ottenendo risultati notevoli non solo su comportamento e attenzione, ma anche sul processo di apprendimento. «E’ fantastico che ci sia finalmente consapevolezza di tutto questo – conclude Arianna Huffington – vedo che c’è un cambiamento nel modo di pensare di molte persone».