Storia di due giovanissimi maker italiani che sono stati selezionati dal Massachusetts Institute of Technology per un summer camp dove impareranno a creare una startup
Valeria Cagnina e Leonardo Falanga sono due giovani makers, che sono riusciti a costruire un robot a distanza (lei è di Alessandria, lui di Nocera Inferiore) e su Skype sono diventati amici. Sono stati selezionati dal MIT di Boston per un summer camp in cui gli verrà insegnato a creare una startup. Di seguito, il loro racconto.
Un video che ci è capitato di vedere in questi giorni, una frase che ci ha colpiti e che illustra molto bene il nostro stato d’animo ora, in questo momento! “La vita può essere molto più ampia di come ti hanno insegnato, una volta che scopri un fatto molto semplice: tutto intorno a te, tutto ciò che chiami vita è stato creato da persone che non erano più intelligenti di te e tu puoi cambiare tutto! Una volta che impari questo non sarai più lo stesso!” Ecco ciò che stiamo vivendo noi, Leonardo e Valeria, stiamo toccando con mano quanto la vita possa essere meravigliosa mentre ci spiega tutto questo. Solo pochi mesi fa se qualcuno ci avesse detto cosa ci aspettava per la prossima estate, probabilmente lo avremmo liquidato con un banalissimo “magari!”. Oggi invece tutto questo è realtà e noi ci apprestiamo a vivere l’estate più straordinaria della nostra vita (almeno della nostra vita finora!), che mai avremmo immaginato. Ma andiamo con ordine.
Io, Valeria, sono rimasta affascinata da Boston lo scorso inverno, ne ho parlato anche nel mio blog, nella mia sezione Il Mondo di Valeria, l’energia che Boston è in grado di trasmettere è indescrivibile, me ne sono innamorata. Ho così esplorato tanti modi possibili per poter ritornare a Boston, dove sono concentrati i maggiori cervelli della terra, e la mia attenzione si è focalizzata su uno in particolare: LeanGap. Me lo ha segnalato Raffaele Colella che ho conosciuto al co-working, avrete senz’altro sentito parlare di MyBlend, la sua app che sta avendo un successo pazzesco. A Boston ci sono tantissime proposte per ragazzi, cercatele, candidatevi, andate a vedere come gira il mondo, non abbiate paura di osare. Ricordatevi che un volo per Boston spesso costa meno del cellulare che avete in tasca!
LeanGap è un summer camp in cui ti viene insegnato a creare una startup e ti fanno vivere i luoghi più elettrizzanti di Boston tra robot, codice e volo.
Mi candido negli early admission. Selezioni durissime. Migliaia di ragazzi provenienti da tutto il mondo per soli 40 posti. Non ho molte speranze, ma non provarci significa aver già perso in partenza, così partecipo alle selezioni, compilo i moduli e faccio il colloquio online. In quel periodo stavo lavorando con Leonardo alla costruzione su Skype del nostro robot. LeanGap riapre le applications. Leonardo si candida!
Per me, Leonardo, il progetto sembra provenire direttamente da un altro pianeta. Me ne sono innamorato all’istante: non solo tratta di tecnologia, robotica, volo… tutte le mie passioni più grandi. Qui il messaggio è chiarissimo: impara a realizzare la tua idea di startup in sei settimane! Come ben sapete io mi ero già cimentato con questo mondo ad Innovation Game con la mia app Never Alone. Ovviamente quella volta nessuno mi aveva insegnato come fare, avevo semplicemente applicato il mio motto: prova, sbaglia, ricomincia! Motto che alla fine aveva funzionato, visto il 2° posto ottenuto. Qui però è qualcosa di molto di più. Decido di candidarmi. Per me non è stato facile ed immediato premere il tasto invio.
Leggo e rileggo mille volte le stesse risposte e non mi sembravano mai abbastanza giuste, mai complete, mai perfette. Prova, sbaglia ricomincia!
Un bel giorno, mentre sono a scuola, mi arriva la mail: Hello and congratulations! Un turbine di emozioni mi assale!
Il nostro modo di pensare diverso dalla maggior parte dei ragazzi della nostra età ci causa infinite difficoltà ogni giorno, soprattutto le causa a Leonardo, che vive una scuola che non solo non capisce, ma tenta in tutti i modi di ostacolarlo o “raddrizzarlo” (parole di una sua insegnante!). Eppure io lo dico tutti i giorni a Leonardo di fregarsene. Un voto basso in pagella non vale nulla e la figura la fa chi glielo mette! Lo so bene, l’ho provato sulla mia pelle alle medie. Vi ricordate? Passano gli anni, cambiano le latitudini e la storia si ripete sempre uguale! Noi comunque sappiamo di essere sulla strada giusta, anche se a volte lo sconforto è tanto. Non c’è niente di più bello che vederselo riconoscere così, con due semplici parole: Hello and congratulations! Mi hanno scelta! Io oggi volo e la meritocrazia compulsiva di cui gli americani vanno tanto fieri, la adoro già. Nessuno cambia il mondo facendo quello che il mondo gli ha detto di fare!
Per me, Leonardo, l’attesa è più lunga. I giorni passano e non arriva nulla. Spero almeno di aver passato il primo step di selezione, ma niente… devo ammettere che avevo quasi cominciato a perdere le speranze. Eppure avevano detto che mi avrebbero comunicato anche l’esito negativo. Poi un bel giorno, in un posto sperduto della terra, scarico per l’ennesima volta la mail e resto a bocca aperta. Rileggo mille volte il testo e non mi sembra vero. Il mio stupore è indescrivibile: ho superato direttamente tutti gli step di selezione e sono stato ammesso. “Hallo and congratulations!”. Tutto questo cambierà la mia vita, ne sono certo. Incontrerò ragazzi come me, provenienti da tutto il mondo che ragionano fuori dagli schemi. Tutto quello che nella vita quotidiana ti fa sentire diverso dagli altri qui viene apprezzato e valorizzato. Ragazzi come me che vogliono cambiare il mondo, che vedono le cose in maniera differente, che partono da ogni luogo del pianeta e da ogni condizione con un unico obiettivo: fare rete e stravolgere gli schemi per creare valore.
I mentor e speaker sono esperti nei loro campi e si mettono a disposizione di noi ragazzi per sviluppare la nostra idea, per ispirarci, per sbloccare il nostro potenziale innovativo.
Essere stati scelti è per noi una soddisfazione immensa, ma… a Boston ancora non si va. I costi sono proibitivi, per noi ci vuole la borsa di studio.
E la borsa di studio, dopo infiniti messaggi, mail, richieste, proposte, controproposte e mille vicissitudini, finalmente arriva! Adesso tutto è realtà! Partiremo per Boston! Già così la nostra avventura è un sogno che si realizza, volo prenotato e siamo pronti a partire. Il tempo fra noi e quella data di giugno ormai non esiste più. La nostra mente è già a Boston. Ma come scrivevamo all’inizio, la vita è meravigliosa quando ci stupisce oltre ogni immaginazione! Una sera (sarebbe meglio dire una notte!) siamo di nuovo qui, connessi su Skype che lavoriamo al robot del MIT, quello per cui Valeria era diventata senior tester. Non abbiamo mica perso il vizio di fare robot a distanza, ma questa volta è al contrario. Il robot è fisicamente da Valeria!
Arriva un messaggio, semplice semplice. “Ho visto che quest’estate siete a Boston, vi va di passare un po’ di tempo qui al MIT in Duckietown?”. E ce lo chiedi??? Euforia a mille, infiniti problemi logistici da risolvere (siamo entrambi minorenni, da soli non possiamo prendere una camera in hotel, un appartamento e neppure cambiare soldi!), la data del volo di rientro è da spostare, dobbiamo trovare una sistemazione a Boston economicamente accettabile… Ma una sola certezza! In qualche modo risolveremo tutti gli aspetti pratici, troveremo un “buco” dove andare a dormire e ci fermeremo a Boston tutta l’estate per tornare a casa all’inizio del prossimo anno scolastico!
… oppure no? 😉
Valeria Cagnina e Leonardo Falanga