Genitori e insegnanti sono costretti a ricattare figli e allievi pur di farli leggere. Uno studio dimostra che chi si avvicina ai libri avrà più successo nella vita professionale
In un’epoca ultratecnologica come quella che stiamo vivendo, in cui smartphone, social network, computer e tablet la fanno da padrone, leggere “sulla carta” diventa sempre più raro. Libri, riviste, quotidiani: sono sempre di meno quelli che leggono senza il supporto del digitale, soprattutto tra le nuove generazioni. Talmente raro che genitori e insegnanti devono ricorrere a degli stratagemmi per motivare alla lettura figli e allievi. Eppure, avvicinare i propri figli alla lettura è un vero investimento nel loro futuro: una ricerca dell’Università di Padova, infatti, ha evidenziato correlazioni precise tra il successo in termini economici degli adulti che da piccoli hanno letto tanto.
Libri al passo con i tempi
La difficoltà di avvicinare i più piccoli alla lettura, e la tendenza a ricorrere a piccoli “ricatti”, è stata studiata dalla Rising Stars, casa editrice di testi scolastici, che ha analizzato 251 insegnanti di asilo e scuola elementare e 501 genitori di bambini dai 3 agli 8 anni. Il problema non è solo tra le mura domestiche, infatti, ma si allarga anche nelle scuole, tanto che gli insegnanti promettono alcune ore extra di lezioni pratiche, come disegno o pittura, in cambio di un impegno maggiore nella lettura. La colpa, però potrebbe non essere tutta della tecnologia che toglierebbe l’attenzione. Da un’indagine è emerso che i libri che i bambini avevano a disposizione erano privi di fantasia, obsoleti, spesso noiosi, con uno stile di scrittura vecchio. Gli insegnanti hanno spiegato che i bambini stavano perdendo interesse per la lettura a causa di contenuti datati, personaggi monodimensionali e per una totale mancanza di umorismo. Helen Parker, editrice a Rising Stars, ha spiegato: «Abbiamo bisogno di libri che siano più aggiornati, più emozionanti e accattivanti, in modo da stimolare i bambini a passare il proprio tempo a leggere».
La ricerca dell’Università di Padova
Leggere da piccoli è importante, dice la ricerca dei tre economisti dell’Università di Padova, Giorgio Brunello, Guglielmo Weber e Christoph Weiss. Dal loro lavoro è emersa una correlazione tra gli anni passati in mezzo ai libri e i successivi guadagni da adulti. Hanno studiato 6 mila uomini nati in nove paesi europei e hanno concluso che i bambini che avevano avuto accesso ai libri avevano un’aspettativa di guadagno nettamente più elevata di quelli cresciuti con pochi o nessun libro. Il periodo preso in esame andava dal 1920 al 1956, quando le riforme della scuola videro l’entrata in vigore della scuola dell’obbligo in tutta Europa. Gli anni in considerazione sono ovviamente molto lontani e diversi rispetto ad oggi, ma le statistiche segnalano la sostanziale differenza di chi cresce leggendo e chi invece non lo fa. Tecnologia o non tecnologia.