L’architetto Luyanda Mpahlwa di DesignSpaceAfrica presenta alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia il suo progetto: strutture simili in diverse località della periferia di Città del Capo per facilitare gli studenti e il loro accesso ai servizi scolastici
progetto delle 50 scuole nelle aree rurali del Sudafrica. Il programma aveva come primo obiettivo la dotazione alle strutture dei servizi minimi come l’acqua corrente, l’elettricità, i bagni. Elementi non affatto scontati in quella zona del mondo. La costruzione degli edifici è stata resa possibile anche grazie a una collaborazione con la Development Bank of South Africa. L’area interessata è di 8200 chilometri quadrati tra Mthatha, Libode, Ngqeleni, Port St Johns, Lusikisiki, Flagstaff, Ntabankulu, Mqanduli, Elliotdale e la zona costiera di Haven.
Il Dipartiment of Basic Education collabora dal 2011 con Design SpaceAfrica per realizzare il
Una rete di scuole vicina a studenti e insegnanti
Le piccole scuole pensate da Luyanda Mpahlwa rappresentano una rete vicina ai villaggi in cui abitano gli studenti. Sono pensate, quindi, per risolvere il problema della disseminazione. La modalità di costruzione ha previsto uno standard per i materiali e le tecniche utilizzate così da rendere possibili alle maestranze locali di rispettare i livelli di qualità decisi a livello nazionale. Le scuole si sviluppano tutte attorno a un cortile centrale che permette ai ragazzi di usare gli spazi all’aperto e di poter sempre essere controllati dagli insegnanti. Gli edifici sono caratterizzati da strisce di colore che donano identità alle facciate. Sulle pareti si aprono piccole finestre che evitano l’eccessivo riscaldamento interno. Oltre ai luoghi per la didattica come le classi, la biblioteca, i laboratori, tutte le strutture hanno una parte destinata agli alloggi.
In questo modo, anche gli insegnanti che vengono da lontano possono vivere vicino alla sede scolastica.
La caratteristica seriale di questo progetto ha aumentato di sicuro il grado di difficoltà della costruzione soprattutto in riferimento all’adattamento di ogni scuola al contesto locale in cui sorge. Al di là delle differenze, però, c’era la convinzione che le strutture dovessero essere riproducibili ovunque, nella loro forma e nella loro concezione.
Mpahlwa e le sue battaglie anti-apartheid
Luyanda Mpahlwa ha vissuto sulla sua pelle la difficoltà di accedere all’istruzione. Nato nel 1958 a Mthatha, è stato il primo della sua generazione ad aver avuto accesso alla facoltà di architettura. Un tempo si diceva: «I neri non possono pensare in tre dimensioni». La sua istruzione come architetto in Sudafrica è stata infatti interrotta dal carcere. La sua attività contro l’apartheid gli è costata un periodo nella prigione di Robben Island nel 1981. Liberato nel 1986, si trasferì in Germania. E a Berlino completò la sua formazione universitaria. Rimase in Germania per 15 anni prima di decidere di tornare in patria. Nel 2000 fondò a Città del Capo il suo primo studio di architetti. E nel 2009 fece nascere DesignSpaceAfrica. L’architettura come mezzo di cambiamento sociale è sempre stata la sua passione. E per questo ha vinto diversi premi. Con le 50 scuole nella periferia della capitale sudafricana ha voluto superare gli ostacoli che ha dovuto per primo affrontare lui.