Il viterbese Pierpaolo Lazzarini ha ideato l’Identified Flying Object”. SI tratta di una capsula montata su un velivolo mosso da otto eliche che trasporta due persone ed è alimentato da batterie
Prima c’erano gli UFO, oggetti volanti non identificati, da lui stesso poi trasformati in oggetti galleggianti, Unidentified Floating Object appunto. Ora è la volta degli IFO. Il lui in questione è il designer viterbese Pierpaolo Lazzarini e questi IFO, Identified Flying Object, sono, a tutti gli effetti, delle macchine volanti.
Oggetti Volanti Identificati
«Si tratta di un disco volante di 4,75 metri con otto motori elettrici», racconta Lazzarini. In effetti, sembra proprio una navicella spaziale, di quelle che abbiamo imparato a conoscere grazie ai film di fantascienza. Per ottenere questo risultato, è stata montata una capsula di circa due metri (per accogliere i passeggeri) su un drone Phantom 4, a cui sono state effettuate delle modifiche hardware e aggiunte quattro eliche a quelle esistenti. In questo modo, «non cambia molto rispetto alla tecnologia che sta alla base del drone, ma viene pilotato dall’interno e può avere la stessa elevazione di un elicottero», spiega ancora il suo ideatore. Velocità raggiungibile: 200 chilometri orari.
Un occhio alla bilancia
I passeggeri potranno entrare nella capsula centrale tramite scale o grazie a una semisfera che funge da ascensore. L’IFO è in grado di trasportare fino a due persone. A patto però che non siano troppo pesanti! Quello del peso è proprio uno dei problemi a cui sta cercando di far fronte Lazzarini: «Dovendo volare, dobbiamo stare sotto i 600 chili, passeggeri compresi». Per questo è stata usata per la realizzazione una fibra di carbonio leggerissima. «Il problema sono le batterie, che da sole raggiungono i 200 chili». Le batterie forniscono al mezzo un’autonomia di circa un’ora e un quarto. Che si riduce a 45 minuti se a bordo ci sono due persone. La guida dell’IFO potrà essere, a scelta, manuale o da remoto. In caso d’emergenza, la capsula centrale è programmata per staccarsi, mentre un paracadute posizionato nella parte posteriore metterà in salvo i passeggeri.
Nuove, colorate, digitali e social
In futuro dunque, potremo sfrecciare nei cieli con le nostre auto volanti? «È un mercato che già esiste. A Dubai alla fine dell’estate inizieranno a fare le prime sperimentazioni», ha spiegato Lazzarini. Intanto, è in cerca di investitori interessati al suo progetto. «Per il momento è solo un prototipo, ma l’obiettivo è presentarlo al Gitex di Dubai, raccogliere investimenti e metterlo sul mercato». Per la costruzione del primo prototipo il designer prevede di chiedere investimenti per circa un milione di euro. Ma, se si dovesse passare a una produzione su larga scala, i prezzi potrebbero scendere fino a 25mila euro a pezzo.