L’università di Nottingham ha trovato un modo per inserire altissime quantità di idrogeno nei mozziconi di sigaretta
L’Università di Nottingham è la più “verde” del Regno Unito. Lo dicono i dati diffusi dall’organizzazione People and Planet, che si occupa di ambiente a tanti livelli e ogni anno stila una classifica degli atenei britannici. Al suo interno c’è uno spazio comune, chiamato Pavilion: il primo edificio che ricicla anidride carbonica invece di produrla.
La classifica riguarda il 2016, ma ora gli analisti di People and Planet avranno un motivo in più per confermare la Nottingham Trent University in testa alla loro graduatoria. Alcuni suoi ricercatori infatti, avrebbero trovato il modo per riciclare i mozziconi di sigaretta, producendo con essi celle combustibile a idrogeno particolarmente capienti e convenienti.
La ricerca è stata condotta da Robert Mokaya, professore di Chimica dei Materiali e Troy Scott Blankenship, studente universitario della Scuola di Chimica. Il loro lavoro è stato pubblicata sulla rivista accademica Energy and Environmental Science.
Da problema a risorsa per l’ambiente
Un ottimo esempio di cosa può essere fatto quando si considerano i rifiuti come una risorsa non ancora utilizzata, in un’ottica di economia circolare.
I mozziconi di sigarette infatti, rappresentano un’importante causa di inquinamento. Ogni anno nel mondo si fumano circa sei trilioni sigarette, che generano oltre 800mila tonnellate di mozziconi. Una quantità enorme di rifiuti da smaltire ma, soprattutto, un pericolo persistente per l’ambiente per via delle sostanze nocive presenti al loro interno.
I filtri delle sigarette usate contengono soprattutto acetato di cellulosa, una sostanza non biodegradabile. Ma, quello che non sapevamo finora, è che l’acetato di cellulosa rende il mozzicone un materiale utile per via della valorizzazione dei carboni porosi.
Riconvertire questi scarti per la sintesi del carbonio poroso ha permesso al team di Mokaya di inserire al loro interno altissime quantità di idrogeno. «Abbiamo utilizzato i carboni attivi derivanti da mozziconi o filtri di sigarette usate, ottenuti mediante un processo innocuo e progressivo di carbonizzazione ed attivazione idrotermale – ha spiegato il professor Mokaya – Sono super porosi con superficie ultra-elevata e vantano una capacità di stoccaggio di idrogeno senza precedenti».
Il combustibile del futuro
L’idrogeno è un biocombustibile molto ricercato perché, reagendo con l’ossigeno dell’aria è in grado di produrre energia elettrica e calore. Liberando come scarto soltanto vapore acqueo. Ecco perché viene considerato il combustibile del futuro.
Grazie al processo ideato dagli studiosi della Nottingham Trent University dunque, si recupererebbero dei materiali altrimenti non riciclabili, realizzando delle celle combustibile (fuel cell) assai efficienti e poco costose. Una tecnica potenzialmente rivoluzionaria. Le loro fuel cell potrebbero essere sviluppate per dare nuovo impulso al mercato delle auto elettriche e a idrogeno, andando a sostituire la benzina come carburante. O anche il gas naturale come combustibile per il riscaldamento. Ci vorrà però ancora un po’ prima di vederle sul mercato. Ma, nel frattempo, se volete contribuire alla ricerca (e alla salute del pianeta), potete iniziare a raccogliere i vostri mozziconi.