Algoritmi o community online? Chi sceglierà i libri che leggeremo domani? Abbiamo chiesto a Tomaso Greco di bookabook di raccontarci che cos’è Renew the book, il contest di accelerazione riservato a cinque startup che innovano l’editoria libraria
I ragazzi di bookabook hanno partecipato alla prima edizione del contest e in questo post ci raccontano com’è stata l’esperienza e che cosa hanno imparato. Nella nuova edizione saranno mentor
Parte il 23 febbraio la seconda edizione di Renew the book, il contest/percorso di accelerazione riservato alle 5 migliori startup che innovano l’editoria libraria. I criteri di selezione sono particolarmente rigidi: anche se tutte le startup “in tema” possono candidarsi, solo quelle con maggior potenziale avranno diritto a giocarsi il primo posto accedendo alla fase finale. Questo non è altro che un percorso di accelerazione intensivo e specifico per le startup editoriali, all’interno di uno dei più prestigiosi e dinamici acceleratori d’Europa, Rockstart di Amsterdam. Noi di bookabook abbiamo partecipato alla prima edizione. Allora le startup ai nastri di partenza erano in tutto 56, tra le quali sono poi state scelte le 5 finaliste.
L’esperienza a Renew the Book
Si sente dire spesso che tutti i programmi di accelerazione finiscono per assomigliarsi, che la differenza la fanno i mentor e la rete di contatti dell’acceleratore. Probabilmente è vero. Ma per chi si occupa di editoria, tema tanto affascinante quanto ingiustamente marginale nel panorama delle startup, trovare un percorso su misura è un’occasione da non perdere. Così è stato per noi. Oltre a poterci confrontare con le altre startup finaliste, abbiamo potuto incontrare chi investe nella ricerca e nell’innovazione all’interno dei grandi gruppi editoriali. L’ambiente di Rockstart, poi, è particolarmente stimolante. Un po’ perché internazionale, un po’ perché popolato di casi di successo. Vale senz’altro la pena di girare per tutti e quattro i piani dell’acceleratore, un palazzo del 1615 nel centro di Amsterdam, poco importa se l’area dedicata alle startup del libro è solo la metà di un piano. La circolazione di idee, le chiacchiere davanti al caffè (anche se dalla macchinetta non potrete aspettarvi esattamente un espresso italiano) o davanti al calcetto, finiscono spesso per regalare punti di vista nuovi.
La vittoria finale
Così fino alla finalissima, la sera del verdetto, a 40 giorni dall’inizio. Di quella sera ricordiamo la tensione, la speranza di aggiudicarci l’assegno che viene staccato per il vincitore, la malinconia per un’esperienza unica che stava per concludersi. E la Ballroom, una sala elegante, dai soffitti altissimi, rimasta con tutta probabilità uguale a quando l’edificio è stato inaugurato, letteralmente strapiena di professionisti dell’editoria. La vittoria finale è andata ai padroni casa, l’olandese Bookarang, che si occupa di algoritmi finalizzati a consigliare ai lettori libri in linea con i loro gusti letterari. A noi rimangono una splendida esperienza, consulenze di un livello generalmente non accessibile per le startup che ci hanno aiutato a far crescere bookabook nel corso del 2016 e tanti rapporti personali e professionali. Il 23 febbraio inizia la seconda edizione. Noi torneremo, questa volta come mentor. Siamo felici di restituire, almeno in parte, quanto abbiamo ricevuto. E non vediamo l’ora di conoscere le nuove startup finaliste e di presentarvele.
Tomaso Greco CEO di bookabook