Se Matera sarà capitale europea della cultura 2019, nel 2020 Trieste sarà la capitale europea della scienza. Questo è frutto di un percorso reso possibile dal dialogo tra Enti, Università e Istituzioni
Presentato al MIUR l’evento nazionale di lancio di ‘Euroscience Open Forum 2020 – ESOF2020’, la più rilevante manifestazione paneuropea sul dibattito tra scienza, tecnologia, società e politica che, nel 2020, si svolgerà a Trieste, eletta capitale europea della scienza dalla Commissione dell’Euroscience, il 10 luglio scorso.
Dal Governo la promessa di 1,2 milioni di euro
Nel 2010 toccò a Torino il primato di capitale europea della scienza e nel 2020 l’Italia, grazie a Trieste, confermerà l’alta qualità della ricerca scientifica. Del resto Trieste è ben nota per essere sede di importanti istituzioni scientifiche, per avere un’alta percentuale di ricercatori (circa 37 per mille lavoratori) e per la sua collaborazione tra Enti, Università e Istituzioni, dal MIUR al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale al Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo, senza dimenticare l’impegno dell’Amministrazione Regionale del Friuli Venezia Giulia e Comunale di Trieste. A celebrare Trieste come capitale della scienza anche l’annuncio di un impegno finanziario del Governo di 1,2 milioni di euro (400.000 euro spalmati fino al 2020) grazie a un emendamento ad hoc. A questi fondi vanno poi aggiunti quelli dell’Unione Europea e della Regione Friuli Venezia Giulia. Città multiculturale e con un’alta attenzione alla ricerca, Trieste nel 2020 avrà un ruolo fondamentale: quello di potenziare il dialogo tra scienza, tecnologia, società e politica, perché i cambiamenti tecnologici e scientifici sono alla base del profondo cambiamento che sta attraversando la nostra società e al quale la politica deve saper rispondere in modo adeguato.
Euroscience Open Forum 2020: tra sviluppo sostenibile e tecnologia
A raccontare cosa sarà ‘Euroscience Open Forum 2020’ è Stefano Fantoni, presidente della Fondazione Internazionale Trieste, che ha preso parte alla presentazione insieme ad altri attori di questo importante evento, fra i quali Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e Fernando Quevedo, direttore del Centro internazionale di fisica teorica “Abdus Salam” – ICTP di Trieste. Sviluppo sostenibile, big data e tecnologie del futuro oltre all’inclusione sempre maggiore dei Paesi dell’Est Europeo sono i punti di forza su cui Trieste lavorerà da qui in vista dell’importante evento e saranno i temi caldi del Forum. Trieste, come sottolinea Fantoni, è una “realtà scientifica e tecnologica straordinaria”, che porta con sì il senso di una “scienza non vincolata e libera da pregiudizi”.
Come si prepara Trieste
Sono stati tanti i punti ricordati da Fantoni: la location di Porto Vecchio, zona dalle immense potenzialità e per la quale è iniziato un iter di riqualificazione; l’inclusione dei Paesi dell’Est Europa rappresentata dalla posizione strategica di Trieste che può agire da sorgente di dialogo tra culture e lo sviluppo di una rete efficiente e permanente di istituti di ricerca, imprese e cittadini, proprio perché la scienza, l’industria e la formazione devono imparare a dialogare sempre di più per affrontare i cambiamenti in atto. “Vogliamo parlare di sviluppo sostenibile, di big data, parte importante del futuro, poiché la tecnologia va governata e non subita, di business e science”. Un’attenzione particolare va rivolta ai giovani: “Questo evento deve essere considerato un’opportunità per i giovani; nel momento in cui non lo sarà, avremo fallito. Non si può immaginare di fare un’industria senza pensare che ci debba essere una formazione per questa industria. Le Università pensino a formare i giovani per i nuovi mestieri”, ma intanto i giovani in questo evento “devono capire cosa ci sarà nel loro futuro”. Il percorso da qui al 2020 è lungo ma non manca l’entusiasmo. Il gruppo di lavoro TESI (Trieste Encounters on Science and Innovation) è già all’opera per raccogliere le idee da Enti e Università e cercare di trasformarli in eventi in una prospettiva di crescita e opportunità in vista del 2020.
La scienza come motore economico e sociale
Euroscience Open Forum 2020 si preannuncia, insomma, un successo non solo per Triste ma per l’intera Italia, come sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: “La scienza è uno dei motori unificanti che riesce a mettere insieme tutte le energie che poi portano a un successo scientifico non solo di Trieste ma dell’Italia”. La forza di ESOF sarà di “portare dei giovani che torneranno indietro nei loro paesi raccontando cos’è Trieste e ricordando che Trieste è in Italia. Ma l’ESOF deve anche aiutare a formare un rapporto ancora più stretto tra tutte le realtà scientifiche che sono nella città. Credo che Trieste possa fare molto di più, sfruttando il fatto che gli attori riescano a mettere nel motore un carburante anche migliore di quello già eccellente che c’è”. La scienza insomma come occasione di dialogo con se stessa e con gli altri attori della società, nonché come motore di una crescita che non riguarda solo la comunità scientifica ma tutti gli ambiti della società. Del resto, come evidenzia Fernando Quevedo, la scienza dev’essere percepita come “strumento di sviluppo culturale ed economico” in direzione di “uno sviluppo democratico migliore e più libero”. In fondo “davanti a un’equazione matematica ci troviamo tutti d’accordo”.