Di fronte alla ritrosia degli studenti nei confronti delle equazioni e dei numeri, l’Università di Salerno ha proposto ai ragazzi della Basilicata questa sperimentazione. Intervista al preside
La matematica si prende la rivincita. In Basilicata è stato inaugurato il primo liceo dedicato ai numeri. Nei giorni scorsi al “Federico II di Svevia” di Melfi si è alzato il sipario su questo nuovo indirizzo.
Una delle materie più indigeste di sempre sta per riconquistare la scuola italiana. Di fronte alla ritrosia degli studenti nei confronti delle equazioni e dei numeri, l’Università di Salerno ha proposto ai ragazzi della Basilicata questa sperimentazione che vede in prima fila il dirigente Michele Corbo, convinto della proposta e pronto a “propagandarla” tra i suoi ragazzi.
Una sfida contro i pregiudizi
Una sfida per superare i pregiudizi nei confronti della matematica che partono fin dalla scuola primaria e arrivano ai primi anni delle scuole superiori. I quindicenni italiani non si sentono a proprio agio con questa materia e restano convinti di “non essere portati”. Questa condizione si traduce nell’opinione del 43% degli studenti di sentirsi in difficoltà nell’esecuzione dei problemi di matematica, contro il 31% cento della media Ocse.
E tutto questo nonostante l’insegnamento della matematica si sia modificato negli ultimi anni: le lezioni sono aumentate di quasi 19 minuti alla settimana e il 70% degli studenti ha partecipato almeno una volta a competizioni di carattere matematico. Certo in quest’ultimi anni dei passi avanti sono stati fatti.
I miglioramenti a livello nazionale
Gli studenti della penisola nei test del Pisa hanno raggiunto in matematica un punteggio medio di 490 punti, in linea con la media Ocse, segnando un miglioramento di 7 punti ogni tre anni tra il 2003 e il 2015 e di 5 punti rispetto al 2012, raggiungendo una performance comparabile a Francia e Gran Bretagna. Rispetto al 2003 la percentuale di bravissimi in matematica è salita di 3,5 punti al 10,5% del totale, in linea con la media Ocse e si è ridotta di 9 punti al 23% la percentuale degli studenti con le competenze più basse.
I ragazzi di Bolzano (518 punti) e Trento (516) sono ai livelli top della Svizzera, sono migliori dei coetanei canadesi e assieme agli studenti lombardi (508 punti) non sfigurano rispetto ai liceali asiatici (anche se restano a distanza dai 564 punti dei geni di Singapore). I 15enni della Campania, con 456 punti, sono più o meno a livello delle Azzorre o dell’Argentina. In generale in Italia i punteggi in matematica dei ragazzi superano quelli della ragazze di circa 20 punti, uno dei ‘gap’ maggiori dell’Ocse, stabile dal 2006.
L’esperimento in Basilicata
Resta un problema culturale sul quale diverse università italiane stanno intervenendo proponendo ai licei sperimentazioni come quella avviata in Basilicata.
Abbiamo intervistato il dirigente scolastico per capire meglio come funzionerà il liceo matematico al “Federico II di Svevia”.
Siete i primi in Basilicata. Un bel primato.
Sì, è vero siamo i primi a dare il via a questa sperimentazione nella nostra regione ma in Italia non mancano gli esempi da seguire. A Salerno è stato attivato il progetto già due anni fa. In Campania già una decina di licei hanno iniziato questa esperienza. Anche in Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia ci sono in atto delle sperimentazioni come la nostra.
Come funzionerà nella pratica?
Il percorso si aggiunge a quello curriculare. Si aggiungono delle ore all’attività extra curriculare. I corsi si svolgeranno in un arco temporale di circa sette mesi, da novembre a maggio, con cadenza di una lezione settimanale di 2/3 ore ciascuna. La frequenza ai corsi è obbligatoria ed è consentito un numero di assenze pari al 20% della quota oraria complessiva.
Cosa faranno i ragazzi del liceo matematico?
Vogliamo far passare l’idea che la matematica è collegata alla musica, all’astronomia, all’arte. Si parlerà di matematica e letteratura, matematica e filosofia, matematica e cinema, matematica e musica. Dev’essere chiaro a tutti che questa sperimentazione non è solo per chi è portato per questa materia.
I ragazzi che frequenteranno i corsi avranno dei vantaggi?
Le università che aderiscono al progetto riconoscono agli alunni, all’atto dell’iscrizione, dei crediti che entreranno a far parte del curriculum.
Quanti ragazzi hanno aderito a questa proposta?
Volevamo fare solo una classe ma ne abbiamo formate due, in tutto 32 ragazzi. La sperimentazione va fatta su numeri ristretti. Abbiamo cercato di spiegare che proprio a chi non sta simpatica la matematica rivolgiamo questo corso. Il 31 gennaio avremo una lezione su musica e matematica con una piccola orchestra che farà delle prove pratiche.
Chi terrà i corsi?
I corsi si avvalgono del contributo didattico e scientifico di personalità ed istituzioni di assoluto rilievo del panorama accademico e professionale italiano ed internazionale, che si sono contraddistinti per l’elevato grado di innovazione nei contenuti e per il carattere sperimentale delle metodologie utilizzate.
Finalmente siete riusciti ad abbattere un muro che resiste nella scuola pubblica?
Le rispondo con le parole di galileo Galilei: “Se l’uomo non sapesse di Matematica non si eleverebbe di un sol palmo da terra”.