Le iniziative del MIUR per la giornata mondiale per la sicurezza in Rete. L’indagine Doxa per Telefono Azzurro. Abbiamo chiesto al suo presidente la ricetta per avere giovani navigatori più consapevoli
“I ragazzi sono soli in Rete”: sono le parole del presidente di Telefono Azzurro Ernesto Caffo, ma potrebbe essere anche il tema della XV edizione del Safer Internet Day (#SID2018), la giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea celebrata il 6 febbraio, in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo. Tante le iniziative messe in atto dal mondo delle associazioni e dal ministero dell’Istruzione, ma val la pena ancora una volta partire dai dati che ci vengono presentati in occasione di questo evento.
Secondo un’indagine condotta da Skuola.net in collaborazione con l’Università di Firenze, proprio in occasione del #SID2018, più di 2 giovani su 5 sono connessi almeno 5 ore al giorno (il 20,9% dichiara di esserlo sempre). Numeri che, rispetto a due anni fa, sono aumentati quasi del 10%. I social network sono i luoghi di ritrovo preferiti: il 33% delle e degli intervistati è attivo quotidianamente su almeno due piattaforme, il 24% su tre, il 10% su quattro, il 15% addirittura su cinque social contemporaneamente. Detto questo va aggiunto, grazie alla ricerca della Doxa svolta per Telefono Azzurro, che i nostri ragazzi si sentono sempre più soli in Rete.
Da soli, online
Gli studenti che frequentano le scuole medie e superiori sono molto preoccupati dell’utilizzo da parte di altri di propri dati senza consenso (22,6%), il 59% inoltre confida di aver vissuto un’esperienza spiacevole nelle dirette streaming. La preoccupazione maggiore, tuttavia, per chi ha tra i 12 e i 18 anni è quella di subire atti di cyberbullismo, mentre per i più piccoli quella di leggere frasi volgari e violente. Il 26% degli adolescenti tra i rischi di internet teme di incontrare notizie false (fake news), soprattutto in ambito salute visto che nel 21% dei casi vengono diffuse notizie diverse e discordanti in merito allo stesso tema, oppure informazioni che poi si rivelano false o inutilmente “terrorizzanti”.
Numeri a cui va data una risposta. Telefono Azzurro quest’anno ci ha provato proponendo ad alcune aziende tra cui Facebook la firma della “Carta di Milano”, un documento per la dignità del minore nel mondo digitale.
Le altre iniziative
Tante le iniziative anche anche organizzate dal MIUR. In Italia l’evento nazionale collegato al #SID2018 si terrà a Roma, presso il teatro Brancaccio, a partire dalle 10.30 e alla presenza di circa 900 studentesse e studenti. Saranno presenti la ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, affiancata dalla Garante dell’infanzia e dell’adolescenza Filomena Albano, dal direttore del servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, e dagli altri partner del Consorzio di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre Italiano, cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato dal MIUR stesso.
In concomitanza con il Safer Internet Day quest’anno si celebrerà anche la seconda giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, dal titolo “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”: un’iniziativa che è stata lanciata dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del piano nazionale contro il bullismo. Le studentesse e gli studenti, gli istituti scolastici e i partner che aderiscono al progetto condivideranno e rilanceranno attraverso i loro canali di comunicazione il Nodo Blu, simbolo della lotta nazionale delle scuole italiane contro il bullismo.
L’intervista a Telefono Azzurro
Progetti che servono a far sentire meno soli i nostri ragazzi e i bambini. Una situazione che Ernesto Caffo, il già citato presidente di Telefono Azzurro, conosce molto bene. Lo abbiamo intervistato.
StartupItalia!: Di cosa abbiamo bisogno oggi per aiutare in maniera concreta i bambini che navigano?
Ernesto Caffo: Dobbiamo operare un cambiamento. Le aziende con grande ritardo hanno compreso che devono fare la loro parte. Siamo di fronte a distorsioni che vanno affrontate al più presto. I bambini sono sempre più oggetto della Rete e del mercato ma devono diventare loro stessi protagonisti della Rete.
SI!: Nessuno ha la bacchetta magica. Soluzioni?
EC: Dobbiamo trasferire le opportunità in azioni concrete. Dalla consapevolezza dobbiamo passare al cosa fare. La “Carta di Milano” va in questa direzione. Se c’è un bambino che posta un’immagine errata e poi viene usata per un ricatto, quella foto va fermata. Se ci sono problematiche di privacy vanno affrontate. Dobbiamo essere attenti a fare azioni concrete legate ai singoli contesti.
SI!: A firmare la Carta c’è anche Facebook che coinvolge milioni di ragazzi.
EC: Firmare con Facebook significa coinvolgere WhatsApp e Instagram. Queste grandi aziende si rendono conto di ciò che va fatto. Dobbiamo far sì che queste collaborazioni facciano crescere una maggiore consapevolezza. Dobbiamo partire dai bisogni dei bambini. Serve un uso sempre più consapevole di questi strumenti da parte dei ragazzi.
SI!: Perché i ragazzi hanno sempre più paura della Rete?
EC: Partiamo da un dato di fatto: oggi navigano senza lasciare la tecnologia aperta, sono sempre più abili, non si lasciano intercettare. I ragazzi sono preoccupati dagli incontri in Rete ma ne parlano più con i coetanei che con gli adulti perché li percepiscono fuori da quel mondo. Vanno formati gli adulti perché possano aiutare i ragazzi quando sono in difficoltà. Nel mondo digitale i ragazzi sono soli.
SI!: Che ne pensa dell’uso del cellulare in classe?
EC: Sostengo l’idea dell’uso dei cellulari in classe ma allo stesso tempo credo che servano delle regole. Non servono genitori che criticano gli insegnanti o il contrario. Il mondo della scuola è stato travolto dal digitale. Oggi non bastano le normative che può mettere in gioco un ministro. Non c’è una ricetta. Le regole da dare ai ragazzi non possono essere regole rigide. I giovani sanno che il mondo oggi va in una certa direzione. Dobbiamo costruire una nuova modalità di sviluppo del digitale che metta al centro il rispetto.