Intercultura ha presentato i risultati di un lavoro che ha coinvolto studenti italiani e stranieri. I ragazzi provenienti da Cina, Colombia, Danimarca, Egitto, Giappone ci considerano spreconi
Che ne pensano i ragazzi stranieri che vivono nel nostro Paese del nostro rapporto con l’ambiente? Nella giornata dedicata al risparmio energetico e in concomitanza alla quattordicesima edizione della manifestazione “M’illumino di meno”, l’associazione Intercultura che organizza gli scambi internazionali tra studenti, presenta i risultati di un’indagine promossa proprio tra i giovani presenti in questo momento in Italia.
Se i ragazzi stranieri ci considerano spreconi
Risultato? Promossi con il debito formativo. Gli studenti arrivati nelle nostre città da Cina, Colombia, Danimarca, Egitto, Giappone e da altre nazioni (il questionario è stato fatto su 90 ragazzi di 22 nazionalità diverse) hanno imparato da noi a differenziare i rifiuti (72%) ma ci considerano degli spreconi. Molti, infatti, pensano che gli italiani che scelgono di spostarsi con i mezzi pubblici siano pochi e il 26% ritiene di essere più attento ad acqua ed energia a casa propria piuttosto che in Italia.
Detto in altre parole siamo “cattivi maestri” su questo piano. Lo si capisce anche dai racconti degli studenti esteri. Margarita, a Lanusei-Tortolì dalla Costarica spiega “In Italia, ogni persona che fuma, butta il mozzicone a terra. Ho spiegato alla mia famiglia e ai miei amici che è una pratica sbagliata e molti di loro, adesso, seguono il mio consiglio”. Bella, a Monza dagli Stati Uniti, si è confrontata con la sua famiglia ospitante su come dare nuova vita a oggetti, ormai abbandonati e dimenticati mentre Lucas Samuel, ragazzo cileno a Macomer racconta di aver suggerito alla famiglia di utilizzare lampadine a basso consumo energetico con l’obiettivo di abbassare i consumi.
Bocciati anche in educazione ambientale
Voto negativo all’Italia anche per quanto riguarda l’educazione ambientale: il 57% degli intervistati partecipa nella scuola del Paese d’origine a lezioni o attività scolastiche dedicate alla sostenibilità. Un dato completamente opposto in Italia dove solo il 26% dei ragazzi stranieri afferma che nella propria scuola ospitante ci siano dei momenti dedicati all’insegnamento di tutela dell’ambiente.
Abbiamo tanto da imparare a quanto pare. C’è chi impara a riciclare carta e plastica come Ahmad dall’Indonesia, chi fa lezioni sul surriscaldamento globale e sui metodi utili per ridurlo ogni settimana o chi come Juliaporn dalla Thailandia partecipa a gite scolastiche che si svolgono nelle foreste con lo scopo di piantare nuovi alberi. Educazione ambientale sì, ma non solo a scuola.
E’ chiaro che le scuole estere abbiano un ruolo chiave per i ragazzi ma anche lo Stato si occupa di determinate materie, introducendo giornate dedicate all’ambiente e manifestazioni atte a sensibilizzare la popolazione. Il 56% degli studenti, infatti, afferma che nel loro Paese d’origine esistono iniziative dedicate alla consapevolezza per la tutela dell’ambiente. Emma, ospitata a Napoli, racconta: “In Germania il recycling è molto importante: se acquisti una bottiglia di plastica la pagherai 15-25 centesimi di più, ma una volta vuota, puoi restituirla e avere un rimborso di 15-25 centesimi”.