Un’indagine di ScuolaZoo con Terre des Hommes svela che una su cinque ammette di aver praticato il sexting, il 12% di aver subito violenze e una su tre di aver subito atti di bullismo o cyberbullismo.
Sei ragazze adolescenti su dieci ammettono di trascorrere la maggior parte del propri tempo libero online e sui social network. Il 60% si sente tuttavia vulnerabile in quel contesto virtuale. A torto o a ragione, più che in luoghi di aggregazione reali come palestre e campi sportivi (15,4%) o scuole (10,5%). Ma l’insicurezza raggiunge ovviamente anche altri contesti: il 35,4% delle ragazze ha per esempio affermato di non sentirsi sicure per strada, nelle stazioni o in altri luoghi in cui sono esposte in prima persona.
I dati dell’Osservatorio sulla violenza e gli stereotipi di genere
Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio sulla violenza e gli stereotipi di genere di Terre des Hommes realizzato in collaborazione con la Community ScuolaZoo, avviato quattro anni fa, per la Campagna Indifesa. Quest’anno ha raccolto nei primi due mesi del 2018 le opinioni di oltre 1.250 ragazze su argomenti di grandissima attualità come sexting, sicurezza online, bullismo e cyberbullismo, molestie e violenze, discriminazioni e stereotipi di genere.
Sexting: lo pratica una su cinque
Una ragazza su cinque, il 19%, ammette di aver praticato sexting, cioè di aver spedito e ricevuto immagini intime. Quattro su dieci dicono invece di aver visto circolare foto o video intimi o a sfondo sessuale loro o di amici sui social network, online o sui servizi di messaggistica. Un meccanismo che spesso può finire fuori controllo e al quale il 37,4% aggancia uno stigma pesantissimo, dicendosi d’accordo sul fatto che “se una ragazza ha fatto un video o una foto hot è una “ragazza facile” se non lo fa col proprio ragazzo (in quel caso si scende intorno al 19%), come recitava una delle domande.
“I dati dell’Indagine che abbiamo realizzato con ScuolaZoo lasciano intuire quanto il fenomeno del sexting sia più diffuso di quanto si possa immaginare. Ci troviamo sempre più spesso di fronte ad esempi e modelli che spingono le ragazze giovanissime ad atteggiamenti disinvolti, spesso sottostimando gli effetti reali delle condotte online – spiega Paolo Ferrara, Responsabile comunicazione e raccolta fondi Terre des Hommes Italia – da questa indagine emerge con chiarezza il bisogno delle nuove generazioni di sentirsi sempre connessi. Ma sapere tutto di tutti, vedere e commentare le azioni altrui praticamente in tempo reale non aiuta a sentirsi meno soli, anzi. Il paradosso sta proprio nel fatto che più tempo si passa sui social network e più aumenta la sensazione di essere isolati dagli altri, vulnerabili ed esposti a pericoli che il più delle volte sfuggono dal loro controllo”
Cresce, anche se poco, la consapevolezza
Eppure, spiegano i dati dell’osservatorio, un po’ di consapevolezza sta crescendo. Specialmente sul grooming, cioè l’adescamento online da parte degli adulti, o sul revenge porn, vale a dire la pubblicazione di foto e video intimi dell’ex partner con scopo vendicativo o di diffamazione. Vedere le proprie foto intime circolare online o su cellulari altrui senza il proprio consenso viene considerato altrettanto grave e doloroso quanto subire una violenza fisica dal 94,3% delle ragazze. Ed è grazie a questo appiglio alla realtà che alla domanda se “ciò che succede su internet è reale e non virtuale”, ben il 71% delle ragazze risponde di essere d’accordo. Solo gli adulti continuano a tracciare una distinzione che per generazioni intere è ormai saltata.
Una su tre ha subito bullismo e cyberbullismo
Venendo ai dati su bullismo e cyberbullismo, una ragazza su tre delle intervistate denuncia di aver subito atti di bullismo sulla propria pelle e quasi due su tre (58,1%) affermano di aver assistito ad atti di bullismo/cyberbullismo. Testimoniando, anche in questo caso, come le dimensioni siano ormai compenetrate. Peccato ci sia un difetto di responsabilità: solo il 6,2% ammette di averli compiuti su propri coetanei.
Cosa sono le molestie
I commenti volgari sul proprio corpo e pubblicati online sono fonte di estremo fastidio per otto ragazze su dieci. Per ill 69% delle ragazze la molestia sessuale consiste in qualsiasi contatto fisico “invadente” e indesiderato mentre il 66,5% le identifica come qualsiasi comportamento inappropriato a sfondo sessuale. Quasi una ragazza su due ritiene inoltre che sia un contatto fisico indesiderato ma solo in zone intime mentre per il 40,1% possono essere molestie anche i commenti e le insinuazioni sessiste e/o a sfondo sessuale. Il 39,2% ha indicato la molestia come un comportamento persecutorio (stalking).
Discriminazioni: molestie e trattamenti economici
Qual è invece, secondo le adolescenti italiane, la forma di discriminazione peggiore che subiscono le donne? La stragrande maggioranza (85,4%) indica le molestie sessuali o la violenza. La seconda voce citata, seppur molto distante in termini numerici, è la discriminazione economica (8%). Alla domanda diretta se abbiano mai subito molestie o violenze, quasi il 12% delle ragazze ha risposto di sì, mentre la percentuale scende al 4,36% quando si chiede se la violenza sia stata perpetrata dal proprio ragazzo. Non bastasse, il 5,5% ha detto di considerare il sesso un’imposizione mentre per il 20,5% è una funzione biologica. Anche se, a onor del vero, al 57,7% non interessa se non c’è amore alla base.
Uomo a lavoro, donna-mamma: gli stereotipi duri a morire
In questo scenario di forti contraddizioni, gli stereotipi sono ancora presenti per una quota piuttosto preoccupante delle intervistate. Secondo il 15%, infatti, una ragazza che veste in modo provocante la violenza “se la va a cercare”. Il 17,5% ritiene invece che debba essere l’uomo a dirigere e a mantenere la famiglia e il 23,2% crede che il ruolo principale della donna debba essere quello di madre. Infine il 20,3% pensa che una mamma lavoratrice non possa dedicarsi ai figli come dovrebbe. Ben il 30,1% delle giovanissime intervistate da ScuolaZoo, infatti, ritiene che quello che succede all’interno di una coppia sia un fatto privato e nessuno ha il diritto di intromettersi.
La campagna di Terre des Hommes
Fino a stasera si può donare con sms o chiamata al numero solidale 45549 per la realizzazione di interventi di prevenzione della violenza, discriminazioni e stereotipi di genere nelle scuole superiori italiane.