Al Furci di Messina hanno progettato con materiali da riciclo una lampada a led comandata da un mouse anni Novanta
Un tempo si riparava tutto. Nulla veniva abbandonato. Si cercava di riusare anche ciò che non serviva più. Poi il consumismo ha permesso a ciascuno di noi di perdere questa competenza. Non all’istituto professionale per l’industria a Furci Siculo in provincia di Messina dove hanno deciso di dar vita ad un laboratorio del “rattoppo”.
In parole moderne si chiama “tinkering” ed è una vera e propria forma di apprendimento informale nata da un gruppo di educatori e appassionati di robotica americani che una decina di anni fa, in un museo delle scienze di San Francisco, si sono inventati un laboratorio creativo che vanta ormai decine di imitazioni in tutto il mondo.
In Italia, uno dei poli di riferimento per le attività di tinkering è il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. A scuola non sono molti a mettere in pratica questo “metodo” ma c’è chi ci sta provando. E’ l’imparare facendo di memoria milaniana che si sposa con la necessità di unire le competenze all’ecologia, a un concetto di cittadinanza che è sempre più lontano dalle nostre realtà.
Tinkering è un termine inglese che vuol dire letteralmente armeggiare, adoperarsi, darsi da fare. Detta così, è un po’ troppo generica come definizione ma forse basta per capire che quella di cui parliamo è un’attività dinamica, assolutamente concreta e stimolante. Lo sanno bene gli insegnati e i ragazzi che hanno provato a fare questa esperienza. E’ il caso di Furci dove hanno progettato con materiali da riciclo una lampada a led comandata da un mouse anni Novanta.
Un progetto nato in una palestra per aspiranti maker che insegna a “pensare con le mani”, un metodo educativo per avvicinare bambini e ragazzi allo studio delle materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) in modo pratico, quasi giocando.
E così si incoraggia a sperimentare, si stimola l’attitudine alla risoluzione dei problemi e s’insegna a lavorare in gruppo, a collaborare per il raggiungimento di un obiettivo. Con il tinkering bambini, e adolescenti (perché no, anche gli adulti) possono accostarsi a discipline come l’arte, la scienza e la tecnologia senza l’assillo di dover memorizzare concetti teorici o di dover studiare intere paginone noiose di libri.
Lo scopo del tinkering è realizzare oggetti di vario genere utilizzando materiali di recupero (anche se non sempre è così), facilmente reperibili anche in casa: scatole, bicchieri, fogli di carta, pezzi di legno, fili metallici, involucri di plastica sono solo alcuni degli “ingredienti” che servono per mettersi all’opera. Per il resto bisogna contare sulla fantasia. Le cose che si possono costruire sono tantissime: circuiti elettrici, piccoli robot, giocattoli meccanici, piste per biglie, meccanismi di reazione a catena, sculture. Per diventare un tinkerer non servono competenze specifiche, basta essere curiosi e intraprendenti. Tuttavia, armeggiare con materiali e strumenti ogni volta diversi richiede un po’ di pratica, quella che in questa scuola siciliana hanno fatto fare a dei ragazzi interessati a questo progetto.
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Com’è nato il tinkering: l’intervista
A spiegarci com’è andata l’esperienza nella scuola siciliana è la referente di questo laboratorio la professoressa Maria Elena Carbone che da subito ci tiene a sottolineare che lei è solo una del gruppo di insegnanti che si è messo al lavoro per mettere in campo quest’esperienza.
Perché avete pensato ad un’attività di tinkering a scuola?
“Il progetto è nato con l’idea di sperimentare all’interno dell’ alternanza scuola/lavoro dei laboratori di didattica dove realizzare davvero qualcosa. Abbiamo pensato ad un Go Kart per il corso di meccanica. Mentre per gli “elettrici” ad un laboratorio di riuso del materiale che abbiamo a scuola. Il principio è quello di partire da materiale povero e reperibile senza problemi.
Chi avete coinvolto nel progetto?
“Venti ragazzi circa del terzo anno, i primi che avviano l’esperienza di alternanza scuola/lavoro”.
Cosa siete riusciti a fare con l’attività di tinkering?
“Abbiamo realizzato una lampada a led. La tecnologia è stata ad uso dell’ecologia. Abbiamo preso un vecchio mouse e dell’altro materiale che abbiamo trovato nei laboratori. La fantasia poi ha fatto la sua parte insieme alla creatività dei ragazzi e dei miei colleghi”.
Qual è l’obiettivo formativo di un lavoro di questo genere?
“Siamo riusciti a mettere in gioco le competenze dei ragazzi, a passare dalla teoria alla pratica in maniera immediata. Abbiamo sperimentato sul campo, è il fare per competenze. Una didattica per competenze, appunto come si dice oggi. In questo modo abbiamo valorizzato e motivato i ragazzi”.
Prossimi obiettivi?
“Abbiamo pensato di costruire un palo di illuminazione pubblica e con il Comune fare anche un punto di illuminazione con questa filosofia. Inoltre ci piacerebbe rendere sistematica questa attività. Non basta più nelle scuole un laboratorio di esercitazione, abbiamo bisogno di spazi dove il lavoro finalizzato ad un prodotto visibile che va di là dello studio di un circuito elettrico”.