Trasformare i limiti dell’auto elettrica in un momento per arricchire se stessi. Quando il viaggio sostenibile diventa una esperienza da non dimenticare
C’è stato un tempo, quello del boom economico, in cui le infrastrutture fresche di inaugurazione promettevano agli italiani spostamenti rapidi, finalmente lontani dalle strade di campagna, dalle vie di comunicazione che attraversavano interi paesi e dagli ingorghi cittadini. Era un periodo completamente diverso da quello odierno, che sembrava volere affermare che la “velocità” fosse la chiave di ingresso nel futuro. Poco importa se il viaggio da un capo all’altro della Penisola lungo l’autostrada diventava un tedioso spostamento lungo una linea retta, intervallato ogni tanto da qualche galleria o dalla vista offerta da un viadotto: quello sarebbe stato il nuovo modo di spostarsi degli italiani. Un modo che sacrificava l’itinerario per esaltare la meta. A sessant’anni dalla posa dei primi piloni autostradali, però, siamo in fuga dalla velocità imposta dalla rete autostradale: abbiamo bisogno di imboccare la prima uscita per scoprire il piacere del viaggio. Evway by Route 220 punta proprio su questo bisogno.
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Cos’è evway by Route 220
Il principio alla base di evway by Route 220 è tutto sommato semplice, ma i servizi offerti dalla piattaforma sono in realtà molteplici. Immaginatevi qualcosa a metà tra TripAdvisor, la storica guida Michelin e la rete del Fondo Ambiente Italiano (Fai) con al centro, però, l’auto elettrica. “Ho comprato un veicolo elettrico nel 2013 – spiega a StartupItalia uno dei due fondatori, Franco Barbieri – e mi sono subito reso conto che non ci fosse un servizio che mappasse le colonnine di ricarica sul territorio”.
“Cercavamo un modo per fare di necessità virtù: se viaggiare con un’auto elettrica significa fermarsi alle stazioni di servizio per ricaricare la batteria, queste soste possono diventare il pretesto per riscoprire il nostro territorio”, gli fa eco la co-founder, Carolina Solcia.
“Uscire dalla via imposta dell’autostrada”
Sulla base di queste premesse originali e, di certo, coraggiose, Franco Barbieri, che di automobili se ne intende (ex head of innovation nel gruppo FCA) e Carolina Solcia (con un passato da business consultant e ora a capo dello sviluppo di Route 220) hanno dato vita a una startup che, oltre a mappare le colonnine di ricarica per tutto il Vecchio Continente, permette di promuovere strutture alberghiere, musei, attività commerciali e ciò che caratterizza il territorio al di fuori della rete autostradale. In questo modo, con un’unica app, è possibile trasformare una sosta obbligata in un viaggio di piacere, visitando le bellezze artistiche, rilassandosi alle terme e godendo insomma di tutte le opportunità che il viaggio può offrire. “Il nostro scopo – spiegano i founder – è coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio”.
“Quest’estate sono andato a Praga in auto elettrica – ci racconta Barbieri -, sono uscito dalla via imposta dall’autostrada: ho impiegato certamente più tempo, ma ho vissuto meglio il viaggio, dandogli un senso e trasformando tempi potenzialmente morti in occasioni che valorizzassero la mia esperienza. Si esce arricchiti, con un bagaglio dei ricordi più ricco di prima”. “L’idea di viaggiare in modo sostenibile e di riscoprire il territorio piace molto e non solo a noi europei: all’ultimo Ces – chiosa Carolina Solcia – abbiamo firmato un accordo che ci permetterà di coprire anche il mercato statunitense”.
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Oltre a mappare le stazioni di ricarica in Italia ed in Europa, con tutte le informazioni utili all’ev-Drivers (luogo, potenza, tipo di presa, modalità di accesso, eventuale necessità di tessera, ecc…) e a intercettare punti di interesse di valore storico-commerciale, il team di evway by Route 220 è anche a disposizione di chi volesse installare colonnine di ricarica guidandolo nella scelta dell’infrastruttura più adatta alle proprie esigenze.
Parola d’ordine: sostenibilità e interoperabilità
“Crediamo nella sostenibilità, nella innovazione, nella sharing economy e nella diffusione di veicoli e viaggiatori elettrici come possibilità di migliorare l’ambiente. Per questo supportiamo gli ev-Drivers e mettiamo a disposizione delle imprese di accoglienza, degli esercizi commerciali e del territorio le nostre competenze al fine di aumentarne l’attrattività ed incrementarne il business”, conclude Barbieri. “Contiamo di promuovere un turismo sempre più sostenibile che possa essere goduto attraverso la mobilità elettrica e speriamo presto di poter integrare anche i piccoli network indipendenti in un’unica piattaforma aperta ed interoperabile”.
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