Primo terminale di nuova generazione ad arrivare sul mercato per l’azienda cinese. In attesa del foldable: anticipato a settembre, nonostante Trump e il suo ban
A volte ritornano. Dopo il tormentone scoppiato a metà maggio, con il ban di Trump che ha rischiato di tagliare fuori Huawei dal mondo Android e la successiva retromarcia, per la prima volta l’azienda cinese torna a parlare in pubblico in Italia e anche a presentare un nuovo terminale. Che monta il sistema operativo di Google, naturalmente, e anche il modem Balong 5000: quello che è già compatibile con le nuove reti 5G e che rende il Mate 20X 5G uno dei primi smartphone in circolazione capace di funzionare a piena velocità con la nuova tecnologia.
Com’è fatto il Mate 20X 5G
Lo schermo OLED è molto grande, 7,2 pollici in risoluzione FHD+ (2244×1080), a dimostrazione della vocazione doppia del terminale: il Mate 20X 5G vi potrà sembrare familiare, era stato presentato (in versione senza 5G) assieme al Mate 20 ma non era mai arrivato qui da noi in Italia dove invece aveva avuto un buon successo il modello Pro. Il resto della scheda tecnica è di ottimo livello: Kirin 980 (con doppia NPU per l’intelligenza artificiale), 8GB di RAM e 256GB di storage integrato (espandibile con memory card Huawei), tripla fotocamera posteriore.
Doppia vocazione per il terminale, dicevamo. Sicuramente gioca un ruolo importante la multimedialità: tre fotocamere, una da 40 megapixel per le foto classiche, una da 20 per il grandangolo e una da 8 per lo zoom 3x (le stesse, di ottimo livello, che avevamo visto sul Mate 20 Pro). E poi lo schermo ampio serve per fruire dei video, di giochi, così come di documenti e altri contenuti che possono venire comodi anche per la seconda vocazione del Mate 20X 5G: ovvero l’utilizzo che può fare un professionista del terminale, magari lontano dal PC e dall’ufficio, anche sfruttando la velocità del 5G per scaricare e caricare contenuti.
Rispetto al Mate 20 Pro non ci sono altre differenze particolari da evidenziare: anche la batteria resta la stessa, da 4.200mAh. L’unica vera differenza è nel lettore di impronte digitali, che è posizionato dietro sotto le fotocamere (non sotto lo schermo) e nel sistema di riconoscimento facciale: il Mate 20X 5G non supporta quello tridimensionale, gli manca completamente tutto il comparto frontale per farlo, mentre invece lo schermo supporta lo stilo M-Pen con 4.096 livelli di pressione.
Il Mate 20X 5G è in vendita da subito, ma potrà essere solo prenotato (le consegne inizieranno a fine mese): costa 1.099 euro, un prezzo in linea con il resto dell’offerta Huawei e della concorrenza, e per chi prenota in omaggio anche le cuffie Freelace (99 euro) che si possono avere nella stessa tonalità di verde-turchese molto gradevole (si chiama Emerald Green ufficialmente). Ah, vale la pena ribadirlo: questo telefono, come tutti gli altri Huawei in circolazione, monta Android: in versione 9.0 con EMUI 9.1. E continuerà ad essere supportato con aggiornamenti al sistema operativo seguendo i classici piani commerciali di supporto del produttore cinese (tipicamente un paio d’anni per i top di gamma). Per ora non si parla del nuovo sistema operativo fatto in casa, non ce n’è bisogno.
Pier Giorgio Furcas e Isabella Lazzini, CBG Huawei Italia
Perché il Mate 20X 5G è un telefono importante
Il 19 di maggio, quando è scoppiata la grana del ban negli Stati Uniti, qualcuno si era già sbilanciato a dare per finita Huawei: “All’inizio pensavo fosse una fake news” ha scherzato Pier Giorgio Furcas, deputy GM CBG Huawei Italia, durante la presentazione del terminale alla stampa italiana. Quando però si è capito che la faccenda era seria e reale, a Shenzhen e in tutte le sedi di Huawei in giro per il mondo ci si è messi al lavoro: e, come raccontato dallo stesso Furcas, si è iniziato anche a lavorare per capire quali sarebbero state le conseguenze in termini pratici e di immagine per il marchio.
Pier Giorgio Furcas, deputy GM CBG Huawei Italia
Innanzi tutto, ci ha tenuto sempre Furcas a ribadirlo, Google è e resta un partner importante per Huawei: continuerà ad esserlo anche in futuro, e il lancio di un nuovo terminale sta a dimostrare con i fatti che questo legame non è stato sciolto da annunci dal sapore politico più che strategico. In secondo luogo, come è ovvio, quanto accaduto ha avuto delle conseguenze sulle vendite: da Huawei Italia minimizzano, ora che è tutto finito, e anzi sottolineano i risultati di una ricerca commissionata a Nielsen per valutare come il pubblico nostrano abbia percepito quanto avvenuto.
Pier Giorgio Furcas, deputy GM CBG Huawei Italia
Il risultato, paradossale se volete, è che dopo questo balletto durato circa un mese e mezzo il marchio Huawei è uscito rafforzato nella sua percezione come leader di mercato: ora il 75 per cento degli intervistati riconosce a Huawei il suo valore come capofila del mobile, con buona pace di chi dava il marchio per finito. Più avanti, in anticipo persino rispetto ai tempi fissati in precedenza, arriverà anche il foldable: il Mate X che è stato annunciato a febbraio al Mobile World Congress arriverà a settembre, prima rispetto al Q4 che era stato indicato come data di uscita. E poi tutto tornerà alla normale amministrazione: autunno per i nuovi Mate, primavera per la linea P e nel mezzo altri annunci per accessori e wearable, senza dimenticare anche i laptop e i tablet che pure fanno parte dell’ecosistema Huawei.