La Lion Castle Entertainment di Ronnie Nelis porta sulle tre console principali un bizzarro titolo molto più simile a Mario Kart che a una simulazione
Le console Nintendo non sono mai state troppo fortunate con i titoli automobilistici. Fin da quando esiste Sony PlayStation, chi vuole divertirsi con quelli o trovare un buon simulatore sa fin troppo bene che è inutile cercarlo nella line up della Casa di Kyoto, generalmente monopolizzata da Mario Kart. Con Nintendo Switch qualcosina ha iniziato a muoversi (soprattutto grazie alle startup del videoludo, come abbiamo visto questa estate) e ora si appresta a debuttare (la data di uscita è il prossimo 10 novembre) anche un titolo dedicato alla Formula 1: Speed 3: Grand Prix.
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Sviluppato dalla Lion Castle Entertainment di Ronnie Nelis (gli stessi di Super Street, emulo di Need for Speed) per Nintendo Switch (versione da noi provata), X-Box One e PlayStation 4, Speed 3: Grand Prix è un arcade tipicamente anni ’90. Privo di fronzoli (e pure di caricamenti), opzioni, modalità di gioco, vi getta in pista senza troppi complimenti e senza alcun tutorial: starà a voi farvi valere.
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Speed 3: Grand Prix è così arcade da non contemplare nemmeno differenze di sorta tra quando corriamo sull’asfalto e quando finiamo fuori pista: la nostra monoposto non sarà sballottata o rallentata e i cordoli non esistono, o meglio, sono semplicemente dipinti sul terreno. Sulle prime questo aspetto fa aggrottare entrambe le sopracciglia e pure arricciare il naso, poi però basta un pugno di partite per comprendere che lo spirito del gioco è tremendamente caciarone e festaiolo, à la Mario Kart, insomma. E infatti Speed 3: Grand Prix dà il meglio di sé se affrontato con un amico, nella modalità a schermo condiviso.
Il solo aspetto un po’ simulativo del gioco è che le monoposto, a suon di urti, si scassano, perdendo ruote e alettoni. Ma anche questa caratteristica è in realtà declinata secondo uno spirito festaiolo visto che, a conti fatti, durante un giro capita più spesso di finire trasformati in una palla di fuoco, magari travolgendo ignari avversari, che di fare qualche sorpasso. Frustrante da soli, soprattutto quando si esplode per colpa della CPU (la cui intelligenza è comunque di discreta fattura e soggetta a errori “umani”), molto più divertente quando si è in due e si può dunque tamponare l’avversario con attacchi kamikaze, purtroppo tale caratteristica apre la strada a diversi piccoli bug.
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In primis, la barra della “resistenza” della propria automobile (sì, giocando si sbloccheranno anche auto normali) è mostrata a schermo, sopra l’alettone della monoposto. Tuttavia, se si usa la visuale in prima persona sparisce e può essere vista solo usando lo specchietto retrovisore. Un’altra bizzarria riguarda poi la realizzazione degli urti: il modello poligonale delle vetture si deforma in modo fantasioso, dando vita a una serie di compenetrazioni spesso ridicole. Ci è capitato per esempio di vedere parte della scocca incastrata nel casco del nostro pilota (vivo e vegeto) o di portarci dietro gli specchietti retrovisori ormai divelti dal resto della carrozzeria eppure continuamente attaccati (insoma, volanti, sorretti da qualche aggancio invisibile). L’episodio più buffo, comunque, è stato l’essere sorpassati da una vettura della CPU senza più nessuna ruota, ma che continuava ad andare tranquillamente.
Ma forse anche questo va preso con la dovuta leggerezza e la consapevolezza che Speed 3: Grand Prix non ha nulla di simulativo. Speriamo comunque che una ventura patch sani tutto. Anche perché a livello grafico, persino su Switch, a fronte di numerose sbavature, la resa estetica non è affatto male, soprattutto in modalità portatile. Molto buoni alcuni effetti, come quello pioggia o l’asfalto bagnato nel circuito cittadino ambientato a Tokyo. Ecco, un’altra pecca del gioco riguarda i circuiti: nemmeno una decina, anche qui, dunque, confidiamo in qualche aggiunta gratuita a stretto giro per rendere più corposa l’offerta ludica, soprattutto a fronte del prezzo: circa 30 euro. Al momento appare davvero eccessivo a fronte dei tanti titoli arcade sviluppati da software house Indie proposti a meno.