Le autorità francese hanno scoperto che il primo caso di Covid-19 si è verificato vicino a Parigi
Potrebbe essere partita dalla Francia la pandemia di Coronavirus che ha stravolto il nostro modo di vivere. Anche se non è detto che il primo caso in via di accertamento proprio in queste ore sia collegato con i focolai, ben più noti, del Nord Italia. Ma ridisegnerebbe comunque la timeline dell’avanzata virus, dato che riporterebbe indietro le lancette alla fine dell’anno scorso, quando i giornali occidentali riservavano ancora piccoli trafiletti al Coronavirus cinese, anche perché in Cina probabilmente stavano ancora facendo di tutto per insabbiare le notizie sul contagio. In quelle stesse ore il paziente zero arrivava invece in un pronto soccorso parigino. Ma andiamo con ordine.
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Francia, 27 dicembre 2019: all’ospedale arriva il paziente zero
Torniamo al 27 dicembre dello scorso anno. Quel giorno, alle prime luci dell’alba in ospedale si presenta Amirouche Hammar, 43 anni, abitante di Bobigny, nella periferia parigina, già malato di diabete. Racconta ai medici che da quattro giorni ha febbre alta, mal di testa, tosse secca e violenti attacchi d’asma che gli impediscono di respirare. Naturalmente non è ritenuto infettivo, rimane per diverso tempo in sala d’aspetto con altri degenti, ha poi colloqui con medici e infermieri. Le sue condizioni si aggravano dopo gli esami e finisce in terapia intensiva all’ospedale di Bondy, messo sotto ossigeno e antibiotici. Tuttavia, viene dimesso dopo appena due giorni. Oggi racconta che resterà debole ancora per un paio di settimane ma la crisi respiratoria che ha reso necessaria l’ospedalizzazione non si è più ripresentata in quel periodo.
🗨 “On m’a dit: ce que vous avez, c’est très sérieux”
Le patient infecté en décembre par le coronavirus témoigne sur BFMTV pic.twitter.com/vlvnFhKqBv
— BFMTV (@BFMTV) May 5, 2020
In quelle due settimane di debolezza, però, Amirouche Hammar continua la vita di sempre: esce di casa, va al lavoro, frequenta liberamente famigliari (ha una moglie e due figli, che però non sembrano contrarre la malattia) e vede gli amici. Le autorità parigine non sanno se sia il paziente zero francese (o persino europeo), stanno ancora vagliando i suoi spostamenti nelle due settimane precedenti al ricovero, dalla metà di dicembre in poi, per comprendere se il contagio sia nato su suolo francese (in quel caso il paziente zero sarebbe un altro) o arrivato dall’estero. Non è affatto facile però ricostruire la ragnatela di contatti e rapporti oggi, a oltre sei mesi da quei fatti.
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La pista porta all’aeroporto
Con ogni probabilità il paziente di origine algerina non è il reale paziente zero e, forse, se non fosse stato già debilitato dal diabete, neppure lui si sarebbe reso conto di aver contratto il Covid-19. L’ultimo viaggio di Amirouche Hammar, intervistato dall’emittente Bfmtv, risale all’agosto 2019. Prende allora corpo l’ipotesi che a contagiarlo sia stata la moglie, rimasta asintomatica (nel caso, il test sierologico potrebbe convalidare la teoria, se presenta ancora anticorpi): la donna lavora infatti in un supermercato che, per via della sua vicinanza all’aeroporto Charles De Gaulle, è spesso frequentato da stranieri in arrivo in Francia da scali internazionali.