La bozza dell’istanza sarà presentata oggi all’OMS durante la 73ma edizione dell’Assemblea mondiale della sanità
Con la pandemia che sta iniziando ad attenuarsi, almeno nell’Europa continentale, dopo aver contagiato globalmente oltre 4,7 milioni di persone e fatto 315.000 vittime, riprende inevitabilmente corpo la polemica politica e, con essa, anche l’intenzione di appurare l’origine del Covid-19. Le domande del resto non mancano. La Cina ha provato a insabbiare la prima fase dell’epidemia? Ha taciuto agli altri Stati informazioni cruciali sull’aggressività del virus? E, ancora: ha fatto pressioni sull’Organizzazione Mondiale della Sanità perché ritardasse l’allarme mondiale? È un virus naturale o è nato in provetta? Fuggito o lasciato andare? A tutti questi interrogativi oggi manca una risposta, risposta che potrebbe determinare la fortuna dei rapporti commerciali tra l’Occidente e il Dragone asiatico e fare fioccare richieste di indennizzi e class action ai danni di Pechino. Si fa sempre più pressante, insomma, la richiesta di aprire una inchiesta sul Coronavirus. E si fa sempre più isolata, invece, la posizione della Cina che dal canto suo continua a offrire aiuti sanitari al resto del mondo.
Oltre 100 Stati vogliono l’inchiesta sul Coronavirus
Al momento sono già più di 100 i Paesi che appoggiano la bozza di risoluzione proposta dall’ Unione europea per un’inchiesta indipendente sulle origini del Covid-19. L’istanza firmata da Bruxelles verrà presentata nel pomeriggio all’OMS, durante la 73ma edizione dell’Assemblea mondiale della sanità, che si tiene tra oggi e domani a Ginevra. Lo riporta la CNN.
Tra i Paesi che chiedono l’inchiesta vi sono, oltre i 27 Stati dell’Unione europea, anche la Gran Bretaglia, gli USA, il Canada e il Giappone. La Cina non è mai stata così isolata: anche la Russia, l’India e l’Indonesia hanno infatti deciso di sostenere il documento chiedendo una inchiesta sul Coronavirus e sulle sue origini. E come se tutto ciò non bastasse, con l’aggravarsi della pandemia sul suolo americano e l’avvicinarsi delle elezioni, si intensificano gli attacchi da parte dell’attuale inquilino della Casa Bianca che va ricercando la riconferma elettorale, Donald Trump.
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Trump peraltro è stato recentemente spalleggiato anche dall’FBI che ha diramato una allerta su scala mondiale sulla possibilità che nell’immediato futuro possano essere attuati non meglio precisati attacchi cibernetici provenienti proprio dalla Cina ai danni delle strutture che stanno ricercando una cura.
Cina: “Prematuro parlarne ora”
Ferale la replica di Pechino, che ritiene “prematuro” chiedere adesso un’indagine su origini e diffusione della pandemia del Covid-19. Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha così motivato la sua stringata risposta: “la stragrande maggioranza dei Paesi su scala globale crede che la pandemia non sia ancora finita”.