All’orizzonte potrebbe esserci una nuova guerra dei dazi, che rischierebbe però di dare un ennesimo colpo a economie di tutto il mondo
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, avrebbe dato mandato ai suoi di elaborare una nuova offensiva commerciale nei confronti della Cina colpevole di aver nascosto al mondo notizie sul Covid-19. Lo si apprende da fonti di stampa americane. Non c’è dunque pace per l’economia mondiale, sul ciglio di una delle peggiori crisi mai affrontate e ora con la spada di Damocle di un’altra guerra di dazi tra le due superpotenze commerciali.
Il piano di Trump
Secondo quanto scrive oggi il Washington Post, citando quattro fonti anonime dell’amministrazione, la Casa Bianca avrebbe iniziato a esplorare proposte per punire o chiedere indennizzi finanziari alla Cina per la sua gestione della pandemia di Coronavirus. In privato, riferisce il la testata statunitense, Trump e alcuni suoi consiglieri hanno discusso di togliere alla Cina la sua “immunità sovrana” per consentire al governo USA o alle vittime di citare Pechino per danni. Altri dirigenti hanno ipotizzato di cancellare parte dei debiti obbligazionari con Pechino.
Il piano di Trump sarebbe accusare il governo cinese di aver provato a insabbiare l’epidemia durante i primi episodi risalenti forse persino allo scorso autunno e di avere in un secondo momento diramato alla comunità internazionale, con la complicità dell’Organizzazione mondiale della Sanità, notizie falsamente rassicuranti, che non avrebbero permesso ai governanti del resto del mondo di affrontare la pandemia con la dovuta preparazione.
Il vero piano di Trump? Nascondere le proprie colpe
È probabile però che questa volta Trump non miri a fare scoppiare una vera e propria guerra economica, dato che gli Stati Uniti stessi saranno travolti dalla tempesta ed è improbabile anche che si riesca a piegare Pechino al pagamento di danni in eventuali class action. Cosa vuole ottenere quindi il presidente? Trump ha bisogno di una exit strategy in vista delle ormai prossime presidenziali. A seconda di come gli USA usciranno dalla pandemia, l’attuale inquilino della Casa Bianca che fino all’ultimo ha sostenuto che il Covid-19 fosse “meno di una banale influenza”, potrebbe ritrovarsi nella scomoda situazione di giustificare ai propri avversari il proprio operato, affrontare il resto della campagna elettorale in difesa e non in attacco e, soprattutto, spiegare ai propri elettori il perché di tanto attendismo. Da qui la plausibile scelta di individuare in fretta un capro espiatorio cui addossare tutte le colpe.
Intanto mezza America riapre
L’aspetto singolare della questione riguarda il fatto che, mentre Trump chiede ai suoi di elaborare una strategia offensiva verso Pechino, parallelamente il presidente continua a diramare messaggi ottimistici ai propri elettori. Ancora oggi ha infatti anticipato che non estenderà le sue linee guida sul distanziamento sociale che scadono oggi, nonostante i casi di Coronavirus abbiano superato il milione e i morti quota 60 mila. “Si dissolveranno perché ci stanno pensando i governatori”, ha spiegato. Le linee guida sono rimaste in vigore 45 giorni. Il vicepresidente Mike Pence ha precisato che sono state incorporate nei nuovi orientamenti della Casa Bianca su come gli Stati possono allentare le restrizioni e cominciare a riaprire.
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Sono almeno 28 su 50 gli Stati che si apprestano così a rimettersi in moto dopo la quarantena. Lo riferisce la CNN. Tra i primi a ripartire la Florida e il West Virginia, dove oggi potranno a tornare a lavorare anche i dentisti, una delle categorie più a rischio. Molti Stati avanzano verso la riapertura anche se non rispettano i requisiti fissati dall’amministrazione, a partire dalla riduzione dei casi negli ultimi 15 giorni.
Il calo nei sondaggi lo rende ancora più imprevedibile
Frustrato da un paio di sondaggi interni che la scorsa settimana lo indicavano dietro Joe Biden in alcuni Stati in bilico nelle presidenziali, Donald Trump avrebbe inoltre sfogato la sua ira in una conference call contro il suo campaign manager Brad Parscale, che aveva usato i dati negativi per incoraggiarlo a ridurre la frequenza dei briefing sul coronavirus o a non rispondere alle domande dopo la gaffe sulla cura con iniezioni di disinfettanti. Lo riportano i media USA.
Il presidente avrebbe ribattuto che la gente “ama” i suoi briefing pensando che lui sta “combattendo per loro” e avrebbe minacciato di intentare una causa a Parscale, anche se una delle fonti ha riferito che stava scherzando. A un certo punto Trump avrebbe detto che non perderà contro Joe Biden, che i dati dei sondaggi erano sbagliati e che in ogni caso la responsabilità di un calo di popolarità ricadeva sul campaign manager.