Dall’iniziativa dei fondatori di Jobgether arriva una soluzione semplice ed efficace per aiutare donne e bambini in fuga dall’Ucraina. Oltre mille famiglie hanno già trovato una sistemazione temporanea
Una piattaforma per mettere in contatto cittadini ucraini in fuga dal paese con famiglie, coppie e single di paesi europei che possono offrire loro un rifugio. Semplice quanto utile e urgente è la missione di EU4UA, servizio lanciato lo scorso fine settimana dall’idea dei fondatori di Jobgether, startup specializzata nel far incontrare chi cerca lavoro a distanza e chi lo offre a livello globale. Loro sono Juan Bourgeois, Alexis Rodriguez, Arnaud Devigne e Alexandre Hernandez: nell’ordine, un belga, un colombiano, un francese e uno spagnolo, che lavorano al business condiviso ognuno dal proprio paese. E che proprio sulla scia della piattaforma che hanno fondato all’inizio del 2020, durante il primo lockdown diffuso, hanno realizzato un’altra piattaforma per supportare chi è costretto ad abbandonare l’Ucraina dopo l’invasione russa, iniziata nella notte tra il 23 e il 24 febbraio.
Che viaggino verso il confine polacco o quello slovacco, verso l’Ungheria o la Romania non fa differenza, perché donne e bambini costretti a lasciare la loro terra hanno bisogno di tutto, prima di tutto di un rifugio, gratuito si intende, ovviamente. Ecco, quindi, la possibilità per loro e per chi voglia rendersi utile offrendo una sistemazione d’emergenza per una o più persone, di mettersi in contratto con l’interlocutore nella speranza di trovare un tetto sotto cui riposare. Che in questo momento va bene, anche se temporaneo. Per riuscirci ci si può collegare a EU4UA sia via computer, sia tramite smartphone. Chi si propone come host, può mettere a disposizione la propria casa, oppure un alloggio non utilizzato. Un’opzione importante, quest’ultima, considerato che, secondo gli stessi promotori dell’iniziativa, nel Vecchio Continente si contano più di 10 milioni di immobili inoccupati (tra case, appartamenti e camere da letto libere in dimore abitate), che in questo si rivelerebbero una buona soluzione (a prescindere dalle rispettive condizioni) al cospetto dei campi profughi.
“Oggi sono già 1,5 milioni gli ucraini, principalmente donne e bambini, che hanno lasciato le zone di conflitto per arrivare in Europa, ma nelle prossime settimane il numero potrebbe salire fino a 5 milioni. Di fronte a questa tragedia, milioni di famiglie europee hanno espresso la loro solidarietà e la volontà di aiutare, ma in assenza di soluzioni accessibili ed efficienti, chi cerca una sistemazione ha difficoltà ad incontrare chi è disponibile ad offrirla“, spiegano i responsabili di EU4UA. “Avendo sviluppato con Jobgether, la nostra startup, una tecnologia capace di far incontrare domanda e offerta nel mondo del lavoro internazionale, abbiamo compreso che si poteva ripetere la soluzione per ricercare un alloggio destinato a chi è stato costretto a fuggire dall’Ucraina“, continuano i fondatori della piattaforma.
Per usufruire del servizio, ai cittadini ucraini è richiesto di inserire nel form disponibile sul sito la propria e-mail o l’account Google, aggiungendo dettagli circa il tipo di alloggio di cui si ha bisogno (per quante persone e se servono determinati oggetti o strumenti, in particolare per bambini, anziani, feriti o malati). A quel punto, ognuno avrà un elenco di host in linea con le richieste e la possibilità di contattarli. La famiglia, a sua volta, riceverà una comunicazione via e-mail con il profilo dell’interessato, con le due parti che poi possono entrare in contatto sempre via e-mail, oppure tramite WhatsApp per approfondire meglio la conoscenza e le necessità del caso per il conseguente soggiorno. L’intero processo deve svolgersi in completa libertà per entrambe le parti e nessun host può richiedere soldi per l’ospitalità.
Dall’altra parte, invece, l’host deve sempre iscriversi a EU4UA mediante indirizzo e-mail o account Google e fornire informazione sull’alloggio che può offrire, specificando la posizione, le foto che permettono di farsi un’idea dello spazio e il numero di persone che si possono ospitare. Sulla base di tali indicazioni, la piattaforma abbinerà a ogni host un preciso elenco di rifugiati ucraini, con una e-mail a dare maggiori dettagli su di loro. A quel punto si può iniziare a dialogare per trovare una soluzione condivisa e soddisfacente per entrambi.
I responsabili della piattaforma invitano a segnalare profili sospetti e a non ricevere o inviare denaro e dati personali prima del dovuto. Per qualsiasi abbinamento, un host potrà scegliere di accettare o rifiutare la richiesta, senza che l’indirizzo e-mail sia condiviso con i destinatari. Non c’è, inoltre, un intervallo di tempo minimo per il soggiorno, che sarà tema di discussione con l’eventuale ospite ucraino, anche se non è possibile ospitare soltanto bambini, considerando che l’adozione dei minorenni è regolamentata, perciò nessun minore può essere ospitato senza un genitore.
Realizzata grazie alla disponibilità di molti colleghi imprenditori attivi nel mercato tech europeo e con l’aiuto di cittadini ucraini rimasti nella propria terra, EU4UA non punta a rimpiazzare le ONG e pianificare la logistica dei rifugiati, poiché come sottolineato dagli stessi fondatori, manca l’esperienza necessaria per farlo. L’intento dell’operazione, invece, è favorire la connessione tra popolazioni diverse per permanenze a breve e medio termine, facendo risparmiare tempo, riducendo gli ostacoli da superare e offrendo una destinazione precisa a persone che stanno vivendo un dramma e necessitano di supporto fisico e psicologico. L’iniziativa si inserisce nel contesto in cui le autorità europee hanno stabilito di consentire ai rifugiati ucraini di rimanere nell’Unione senza che per loro sia necessario chiedere asilo.
“Se riusciremo a rendere meno dolorosa la vita anche di un solo bambino, significa che avremo raggiunto il nostro obiettivo e continueremo a sviluppare il nostro progetto estendendo la sua portata e mettendo la tecnologia al servizio della solidarietà”, spiegano i fondatori di EU4UA . Che a pochi giorni dal lancio, conta su circa 10.000 rifugiati ucraini registrati e più di 5.000 host che hanno offerto disponibilità a ospitarli. Al momento sono più di 1.000 le famiglie che hanno trovato una sistemazione provvisoria.