Ma non è l’unica sorpresa: annunciata anche la nascita della divisione per l’auto elettrica, con un investimento di 10 miliardi di dollari in 10 anni. E una nuova identità grafica del marchio, che si fa più tondo
Xiaomi non scherzava, ieri, quando ha detto che di novità da raccontare ne aveva almeno per un altro evento (che sarebbe stato diviso in due per una leggera indisposizione del founder Lei Jun): così oggi è continuata la maratona partita con il lancio del Mi 11 Ultra, con una serie di novità relative all’ecosistema della domotica ma, soprattutto, novità per quanto attiene un nuovo smartphone pieghevole e una nuova divisione interamente dedicata alla mobilità elettrica. Il Mi MIX FOLD è uno smartphone pronto per il mercato (e pronto a stravolgerlo, con un prezzo che si avvicina ai fatidici 1.000 euro), mentre per l’automobile elettrica marchiata Xiaomi dovremo attendere: ma a Pechino fanno sul serio, visto che hanno già deliberato un investimento iniziale da 1,5 miliardi di dollari che si allargherà fino a 10 miliardi in 10 anni. D’altra parte il mercato delle auto elettriche oggi è un po’ come quello degli smartphone 10 anni fa: un territorio vergine, dove non esistono ancora rendite di posizione, e Xiaomi vuole provare a diventare uno dei futuri punti di riferimento per chi vuole un’automobile che non debba più fare affidamento sul combustibile fossile.
Un pieghevole come tanti
Dopo una prima generazione in cui si erano viste idee alternative nel design e nel formato dei foldable, sembra proprio che l’intera industria stia andando nella stessa direzione: il Mi MIX FOLD ricorda il form-factor già adottato sin dal principio dal Galaxy Z Fold di Samsung e nella seconda generazione di Mate X di Huawei, ovvero una sorta di candybar panciuto con uno schermo tradizionale sul frontale, che una volta aperto si trasforma in uno schermo quadrato da 8 pollici di diagonale. Lo schermo OLED flessibile sta ben al sicuro all’interno, al riparo dai graffi a cui è prono a causa del materiale plastico che ricopre il display, mentre all’esterno Xiaomi ci piazza sempre un OLED ma protetto dal più tradizionale Gorilla Glass.
Il resto delle specifiche tecniche di base: processore Qualcomm Snapdragon 888, RAM LPDDR5 3.200Mhz e storage UFS 3.1, una batteria da 5.020mAh con sistema di ricarica da 67W come quello fatto debuttare ieri con il Mi 11 Ultra, schermo esterno da 6,5 pollici con refresh da 90Hz e un curioso rapporto di forma 27:9. Diverse le finiture disponibili: c’è quella di base di colore nero, o in alternativa la Ceramic Edition sempre scura ma con quel tocco in più che non guasta. Il peso ovviamente è un fattore: 317 grammi (332 se optate per la ceramica), che non sono pochi ma stiamo pur sempre parlando di un terminale che da chiuso misura 173,2×69,8×17,2 millimetri (lo spessore da aperto si riduce a 7,62mm).
Veniamo ora a quel che c’è di veramente nuovo. A cominciare da una novità per quanto attiene Xiaomi, ovvero il lancio di un ISP fatto in casa (Image Signal Processor) per moltiplicare le doti fotografiche del Mi MIX FOLD: si chiama Surge C1, stando a quanto affermato è il frutto di due anni di sviluppo portato avanti da Xiaomi per aumentare la qualità di video e foto prodotti dai suoi smartphone, scaricando la CPU dal peso dell’elaborazione e migliorando al contempo le performance della messa a fuoco. Altra novità sono le lenti liquide: è una tecnologia di cui si parlava da un po’, Xiaomi di fatto è la prima a lanciarla in un prodotto, e si basa su una lente il cui raggio di curvatura può essere modificato grazie a un attuatore interno e che permette di trasformare la lente in oggetto in uno zoom 3x o in una lente macro con messa a fuoco minima di 3cm. A questo si somma un sistema fotografico più tradizionale: sensore principale 108 megapixel, ormai lo standard nei flagship Xiaomi, abbinato a un ultra-wide da 13 megapixel con campo di ripresa da 123 gradi e una selfie camera da 20 megapixel.
Infine, capitolo fondamentale la cerniera: il sistema di chiusura, lo ha detto la stessa Xiaomi sul palco con la voce del founder Lei Jun, è già stato oggetto di evoluzioni e rivoluzioni nel corso dello sviluppo. Xiaomi, poi, arriva con due anni di ritardo su questo form-factor ma con il vantaggio di aver potuto studiare e imparare da errori e conquiste dei concorrenti. Il risultato è una cerniera in grado di resistere a 1 milione di cicli di apertura-chiusura, senz’altro un valore ragguardevole, e sotto il display c’è anche una doppia lamina di acciaio che serve a irrobustire l’OLED pieghevole (che è un bell’OLED sulla carta, visto che ha un deltaE di appena 0,35 e una luminosità di picco da 900 nit: bastano per supportare HDR10+ e coprire lo spazio colore DCI-P3): interessante anche il sistema di raffreddamento “a farfalla” che si allarga sotto entrambe le metà dello schermo, per aumentare al massimo la capacità di dispersione del calore. Da capire naturalmente che tipo di vita utile avrà lo schermo pieghevole vero e proprio, anche in termini di “segni” e pieghe che nessuno dei concorrenti è fin qui riuscito a eliminare del tutto.
La vera carta vincente del Mi MIX FOLD è senza dubbio il prezzo: si parte da 9.999 RMB (12+256GB), al cambio attuale poco meno di 1.300 euro. Siamo decisamente sempre più vicini a un flagship tradizionale (anche se i prezzi per il mercato cinese vanno sempre ritoccati per aggiungere dazi e tasse), un bel salto rispetto alla concorrenza: ci muoviamo dunque verso il momento in cui il prodotto foldable sarà sempre più un prodotto di massa. La tecnologia del display flessibile resta comunque ancora un prodotto decisamente d’avanguardia, resta da capire come potrà essere affinata ancora soprattutto per quanto attiene la resistenza da qui in avanti.
Metti Xiaomi nel motore
Ci sono due novità di rilievo che riguardano il futuro di Xiaomi di cui vale la pena parlare oggi, oltre al foldable (della domotica per ora è presto per parlare: nessuno dei prodotti annunciati oggi, nemmeno il Mi MIX FOLD, arriverà da noi per il momento). Innanzi tutto un nuovo marchio, un nuovo logo, studiato dal designer giapponese Kenya Hara e che vede ingentilirsi sia il fin qui spigoloso quadratino Mi e lo stesso dicasi per la font con cui la parola “Xiaomi” viene scritta sulle confezioni e sugli schermi dei dispositivi. La nuova anima della filosofia aziendale ruota attorno alla parola inglese “Alive”: sta a simboleggiare un perenne movimento e rinnovamento, con l’obiettivo di rendere sempre più dinamica la crescita di Xiaomi che certo fin qui non è stata comunque affatto statica.
E quindi, legato a questo, c’è l’altro annuncio di oggi: Xiaomi si lancia nel mondo dell’auto elettrica. È una decisione recente, presa all’inizio del 2021, confermata oggi dal consiglio d’amministrazione e che prevederà un corposo investimento di 10 miliardi di dollari in 10 anni e che vedrà lo stesso founder Lei Jun impegnato in prima persona nello sviluppo di questa nuova divisione. È ancora presto per vedere un’auto Xiaomi su strada, ma l’azienda cinese fa sul serio: Lei Jun ha paragonato questo annuncio alle altre mosse ambiziose che hanno portato Xiaomi dov’è oggi nel campo dell’elettronica di consumo, in un certo senso ci ha messo la faccia e ci ha scommesso il futuro della sua azienda. Vedremo quando, e come, questa scommessa porterà i primi frutti.