Due studi indipendenti posizionati nel cuore del Belgio ci propongono una simpaticissima e coloratissima avventura che gioca con il clima
Quante startup ci vogliono per fare un buon emulo di Zelda? Probabilmente servirebbero tutte le major messe assieme. Perché Zelda non è un semplice videogioco: è un mito vivente. Per questo sappiate che per tutto l’articolo, quando paragoneremo Ary and the Secret of Seasons all’incredibile saga Nintendo lo faremo solo per usare un secondo termine di paragone che, se avete toccato un pad negli ultimi 30 anni, sicuramente dovrebbe esservi famigliare. Non significa infatti che Ary and the Secret of Seasons sia all’altezza di The Legend of Zelda o che si sia messo mai davvero in testa di sfidarlo…
Comunque, correggendo un po’ il tiro, la domanda giusta potrebbe essere: quante startup ci vogliono per fare un videogioco che scimmiotti Zelda con il dovuto rispetto? Due. Perché Ary and the Secret of Seasons è stato sviluppato da due studi indipendenti (entrambi situati in Belgio): eXiin e Fishing Cactus. Entrambi piccini picciò, ma piuttosto arrembanti e agguerriti, proprio come Aryelle, o Ary, l’eroina un po’ Link e un po’ Mulan che andremo a impersonare.
Ary ricorda molto Mulan. E come l’eroina Disney è un vero maschiaccio
Sono davvero tante le somiglianze con la saga di The Legend of Zelda. Anzitutto, anche Ary and the Secret of Seasons è un titolo openworld “cappa e spada”. Secondariamente, prevede una struttura ludica affine alla serie Nintendo, incentrata su dungeons pieni di mostri da visitare per raccogliere l’oggetto cruciale per proseguire e su tutta una serie di side quest che vi verranno assegnate da i buffi personaggi che vivono in superficie.
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Anche a livello di sinossi Ary and the Secret of Seasons presenta una notevole influenza “zeldiana”, con una trama che butta sul palcoscenico un antico nemico sconfitto migliaia di anni prima dell’inizio della storia dal Guerriero Leggendario e sigillato all’interno della Cripta ma che ora pare essersi ridestato, proprio come fa puntualmente Ganon e la necessità di rivolgersi a figure mistiche (che poi tanto mistiche non sono, semmai rimbambite), i Guardiani delle Stagioni, affinché riducano lo stregone a più miti consigli. Al posto di Hyrule, qui si viaggia per Valdi (probabilmente il nome proviene dal compositore Vivaldi, dato che tutto il gioco è incentrato sulle quattro stagioni), un regno prospero e colorato che vive però giorni di caos…
Stravolgere le stagioni muterà il paesaggio e renderà accessibili zone inaccessibili (e viceversa)
Non esistono più le mezze stagioni
La vera particolarità di Ary and the Secret of Seasons è data dal fatto che Aryelle è figlia di uno dei Guardiani, per la precisione il custode dell’Inverno e questo le dà modo fin dalle prime battute di mettere le mani sul primo Cristallo delle Stagioni che le consentirà di stravolgere il clima, aprendo nel mondo di gioco “bolle” invernali. Una trovata curiosa, molto divertente, soprattutto all’inizio che, oltre a modificare graficamente il paesaggio (una spessa coltre di neve coprirà ogni cosa), sarà alla base di diversi enigmi ambientali e pure del sistema di combattimento.
Scatenare il clima invernale in una zona estiva, per esempio, farà sì che i nemici si muovano più lentamente a causa della neve mentre laghi e cascate congeleranno all’istante, trasformandosi in scivolosissime piattaforme. Raggiungere gli altri Cristalli delle Stagioni non sarà altrettanto semplice, visto che i Guardiani se li sono fatti rubare da sotto il naso e starà a noi recuperarli. Ogni manufatto in più in nostro processo arricchirà via via il gameplay dando ad Ary sempre più poteri “stagionali” (e non stagionati, eh), con la conseguenza paradossale che il gioco inizia a ingranare soprattutto al termine, quando la giovane eroina sarà in grado di governare il clima e di aprire più “bolle” contemporaneamente, risolvendo puzzle stratificati.
Gli enigmi sono canonici, ma la possibilità di manipolare il clima offre una gradita variazione sul tema
Ary and the Secret of Seasons, una eroina per tutte le stagioni?
La primavera, per esempio, innalzerà dal suolo viticci lungo cui potremo arrampicarci, mentre le piogge autunnali allagheranno intere parti del livello, permettendoci di raggiungere nuotando zone molto elevate. Davvero divertente anche se un po’ troppo breve. Proprio per questo ci auguriamo che Ary and the Secret of Seasons possa godere di un sequel, che parta esattamente da dove questo finisce, con i quattro Cristalli già in mano nostra ed enigmi subito più complessi, perché il videogioco distribuito da Modus Games dura appena 7-8 ore in tutto quindi quando vedremo scorrere i titoli di gioco non ci saremo certo saziati a sufficienza.
Il mondo di gioco è piuttosto vasto, ma si potrebbe non avere voglia di esplorarlo da cima a fondo dato che è parecchio vuoto
Disponibile da oggi per PC, Switch, Xbox One e PlayStation 4, Ary and the Secret of Seasons è sicuramente un prodotto di pregio se si considera che è stato sviluppato con un budget limitato e da software house molto giovani. Naturalmente, ha diversi limiti piuttosto evidenti: a iniziare dalle fasi open world: Valdi è un mondo piuttosto grande, ma anche un po’ troppo desolato. Anche l’Hyrule di The Legend of Zelda – Breath of the Wild era sostanzialmente deserta, ma non significa che fosse “vuota”: il level design era talmente raffinato da spingere chiunque all’esplorazione anche solo per collezionare i Korogu. Ary and the Secret of Seasons non vanta ovviamente una simile struttura ludica e in più troppe zone di Valdi sono spopolate, con il risultato che difficilmente si avrà voglia di esplorarle e si tenderà a stare nel solco della trama principale, sacrificando così un buon numero di side-quest.
Il gioco abbonda di simpatiche scenette umoristiche. Che non guastano mai
Un altro aspetto che non ci è piaciuto riguarda le animazioni, in particolar modo nelle fasi platform e nei combattimenti. Tanto Ary quanto i mostri appaiono un po’ troppo rigidi e innaturali. Ed è un vero peccato, soprattutto a fronte della mimica facciale sfoggiata dalla protagonista durante le numerose sequenze di intermezzo, molto simili ai cartoon Disney per cura, espressività e simpatia.
La mimica facciale di Ary e degli altri comprimari è notevole. I filmati sono esilaranti
Insomma, al netto di diverse sbavature, Ary and the Secret of Seasons è senz’altro tra i migliori titoli indipendenti che ci sia capitato di provare nell’ultimo periodo. Temevamo che gli sviluppatori belgi si fossero dati un obbiettivo troppo pretenzioso e che tutto si risolvesse nel solito videogame che promette molto e riesce a portare a casa ben poco, invece il prodotto che le due startup innovative hanno confezionato è all’altezza delle aspettative e abbonda pure di scenette demenziali capaci di strappare un sorriso. Purtroppo, i limiti ci sono e incidono soprattutto sulla durata dell’avventura, ma finché dura (7-8 ore) Ary and the Secret of Seasons diverte parecchio e presenta tanti piccoli enigmi che non sfigurerebbero in uno Zelda ufficiale. Compratelo dunque senza riserve e unitevi a noi nel confidare che gli sviluppatori si mettano presto al lavoro sul sequel!