Dal Giappone, la startup di Atsushi Saito propone un grazioso videogame per i più piccoli. La nostra recensione della versione PlayStation 4 e Nintendo Switch
Erano tre i titoli previsti per quest’estate da tenere d’occhio per il solo fatto di ispirarsi al genio del maestro Hayao Miyazaki. Il primo, Summer in Mara, frutto del lavoro di un giovanissimo team spagnolo, non si è rivelato molto divertente ed era anzi fin troppo ripetitivo. Il secondo, nonché il più promettente, l’italianissimo Baldo: The Guardian Owls dello studio siciliano NAPS Team è ancora disperso nelle nebbie, ma sappiamo che parteciperà all’EuroPlay Games Contest, l’Eurovision dei videogiochi, perciò non possiamo che fargli i nostri migliori auguri, anche se dopo tutto questa attesa ci piacerebbe provarlo (infruttuosi i nostri tentativi di contattare gli sviluppatori). Il terzo è invece il videogioco che recensiremo oggi, Giraffe and Annika.
Sviluppato dalla minuscola startup nipponica atelier mimina dell’artista Atsushi Saito, Giraffe and Annika arriva ora su Sony PlayStation 4 e Nintendo Switch dopo essere già arrivato su PC da Steam e si propone come un’avventura a uso e consumo dei più giovani.
La caratterizzazione dei personaggi è davvero ben fatta
Giraffe and Annika alla ricerca della mamma
Partiamo dalla storia, narrata tramite un sistema di tavole in pieno stile manga: una idea assai scaltra che da un lato ha consentito agli sviluppatori di non impelagarsi con la regia di scene filmate e dall’altro aumenta in chi gioca l’impressione di essere alle prese con un manga.
La trama viene raccontata tramite tavole in perfetto stile manga
Noi impersoneremo la dolce e tranquilla Annika, una ragazzina dalla lunga coda da gatto che, dopo essere stata separata dalla madre, si risveglia all’improvviso su un’isola che non conosce. L’aspetto peculiare, però, è che tutti gli altri personaggi che incontra dimostrano di conoscerla mentre lei non ne conserva il minimo ricordo. La sua avventura inizia però quando incontra Giraffe, un ragazzo dalle grosse orecchie blu che la informa che l’isola di Spica nasconde tre frammenti stellari e lei è lì proprio per recuperarli…
Ha così inizio un’avventura dolce e graziosa durante la quale Annika dovrà aiutare il suo nuovo amico e, contemporaneamente, recuperare i ricordi. Giraffe and Annika si divide sostanzialmente in tre macrosequenze: l’esplorazione dell’overworld, l’esplorazione dei sotterranei e le battaglie con i boss, ciascuna della quale governata da regole proprie.
Tre avventure in una?
Il mondo di gioco, ovvero l’isola di Spica, si gira come se fossimo in un emulo di Zelda: si parla con NPC, si risolvono piccoli enigmi ambientali e ci si serve del ciclo dì/notte per completare le varie missioni (purtroppo alcuni personaggi appaiono solo in un determinato momento del giorno, quindi vi toccherà aspettare o trovare un letto).
Le battaglie contro i boss introducono elementi ritmici
L’esplorazione dei dungeon è invece ciò che ci ha fatto storcere maggiormente il naso. Non sappiamo se per incapacità o per profonda convinzione personale (magari è molto religiosa…), ma Annika non alza le mani su alcun nemico. È il solo eroe videoludico che non combatte e nemmeno si difende. Un’idea che potenzialmente sarebbe anche potuta essere intrigante ma che, nella realtà dei fatti, fa invece sì che i sotterranei, luoghi notoriamente infestati da mostri, diventino sede di estenuanti rimpiattini, dove solo una cassa frapposta abilmente tra noi e il nemico e continue fughe potranno evitarci il peggio.
Sfruttare il ciclo dì/notte è essenziale per risolvere i tanti, piccoli, enigmi
Infine ci sono le battaglie con i boss, che trasformano il gioco in qualcos’altro ancora, ovvero un rhythm game. Non chiedeteci perché, ma sta di fatto che, per quanto semplici, funzionano anche. Vi rimandiamo a una breve animazione che dovreste trovare qui attorno evitandovi ulteriori spiegazioni perché è venuta l’ora di elencare cosa non ci è affatto piaciuto. Anche se Giraffe and Annika è pensato appositamente per piacere a una platea di giovanissimi, non troppo pretenziosa ed esigente, dobbiamo comunque registrare una serie di difetti piuttosto grossolani: il primo è legato al sistema di controllo.
La piccola Annika non è reattiva, appare continuamente rallentata. Pure mentre salta ha la tendenza a fluttuare nell’aria per alcuni istanti, come se fosse sulla Luna. Fateci caso, date un’occhiata al trailer: al 20esimo secondo c’è un frangente in cui l’eroina dalle sembianze feline si tuffa in mare. Bene, cronometrate il tempo che resta sospesa in aria, ma attenzione: potreste addormentarvi prima che tocchi l’acqua…
Un altro aspetto che non ci ha convinto è la mancanza della mappa. L’isola non è grandissima, ma costituisce l’hub del gioco, dunque è fondamentale riuscire a orientarsi per non girare a vuoto. Sorprende l’assenza di aiuti, anche di una semplice bussola. Molto spesso si viene spediti da un personaggio a recuperare un dato oggetto e non si ha la minima idea di dove andare e come raggiungere la meta. Allo stesso modo, avremmo voluto un indicatore per scovare i letti in cui riposare, essenziali per passare dal giorno alla notte.
Ma, sbavature a parte, Giraffe and Annika è davvero un ottimo titolo su misura per i bambini: visivamente graziosissimo, include un buon numero di scenari evocativi e di situazioni ludiche divertenti. I più grandicelli potrebbero trovarlo soporifero, ma il vostro fratellino e la vostra cuginetta si divertiranno moltissimo e non solo perché i personaggi rimandano ai cartoni di Miyazaki ma anche per via del fatto che la trama è molto dolce e l’isola è piena di missioni e oggetti da collezionare. Insomma, un’avventura piccola-piccola (offerta a un prezzo budget) per i videogiocatori di domani.