L’opera prima di Cold Symmetry si ispira ai videogame di From Software ma evita le scopiazzature, trovando una propria, convincente, strada
Sono sempre di più, in quest’ultimo periodo, i nuovi team che si affacciano nel mondo dei videogiochi. Molti di questi sono persino startup innovative. E sono sempre di più i titoli promettenti che arrivano proprio da studi semisconosciuti. Uno di questi è senza dubbio Mortal Shell, un emulo di Dark Souls (un soulslike, insomma) che sembra trarre prepotentemente la propria ispirazione dall’esalogia cinematografica Lo Hobbit + Il Signore degli Anelli di Peter Jackson.
Una volta, qui, era tutta Terra di Mezzo
Sono infatti davvero numerosi i dettagli contenuti in Mortal Shell, dalle armature all’aspetto dei mostri, fino ad arrivare al design dei luoghi, che rimandano al bagaglio immaginifico di Alan Lee, l’artista premio Oscar cui Peter Jackson si è affidato per dare vita, corpo e immagini, alle parole racchiuse nei romanzi di J. R. R. Tolkien. E se questo già di per sé basterebbe ad accendere il nostro interesse nei confronti dell’opera prima della giovane software house Cold Symmetry, opera pubblicata da Playstack, sono per fortuna molto numerosi gli aspetti che rendono Mortal Shell un titolo da non lasciarsi sfuggire.
Mortal Shell trae ispirazione dal Signore degli Anelli, è evidente
A iniziare da una realizzazione tecnica convincente, che, rallentamenti a parte, ben fa il paio con la caratterizzazione di “jacksoniana” memoria. Mortal Shell è davvero bello da vedere e, aspetto ancora più importante, i suoi mostri sono a dir poco inquietanti. Al pari di Dark Souls, anche in Mortal Shell bisognerà affrontare una lunga e gotica avventura la cui difficoltà media è stata settata verso l’alto. Al centro di tutto ci saranno i combattimenti all’arma bianca, che vi vedranno sfidare un buon numero di nemici e boss assetati di sangue.
I combattimenti sono delle vere e proprie danze: occhio a non perdere il ritmo
Tango mortale col nemico
Le battaglie sono delle vere e proprie battaglie da eseguire sul fil di lama: prima occorre imparare bene il move-set del proprio avversario, quindi ci si lancia in un tourbillon di schivate, parate e fendenti. Avremo a nostra disposizione tre colpi forti, che però sono più lenti, tre colpi veloci, che tuttavia infliggono una quantità di danno spesso irrisoria e una parata d’eccezione che vede il nostro corpo tramutarsi in pietra per far fronte all’attacco del nemico. Lo si può usare una volta sola, dopodiché ci sbricioleremo sotto i fendenti altrui.
I mostri sono ben caratterizzati e il gioco è parecchio violento
Mortal Shell, o gusci vuoti da riempire
Ma la vera particolarità di Mortal Shell riguarda il fatto che avremo la possibilità di infestare e possedere le spoglie mortali di combattenti già passati a miglior vita. Non si cambia perciò di continuo arma come nei soulslike: si cambia direttamente corpo da abitare, ciascuno già dotato delle proprie, personalissime, lame, corte o lunghe che siano. Al mutare dell’ospite, si perdono le armi, così come si perdono naturalmente i punti investiti nel suo potenziamento.
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Questo è un dettaglio non di poco conto che impone di procedere in maniera ragionata. Fin dal tutoria (Cold Symmetry, a differenza di From Software, ha preferito un approccio meno spaventevole per il giocatore, dandogli modo di apprendere le regole di gioco in relativa tranquillità) avremo modo di impersonare un potente guerriero e un ladro: il primo punta tutto sulla forza bruta, il secondo sull’agilità. Tanto ci basta per intendere che la scelta del simulacro vuoto da animare sarà determinante. Durante i combattimenti potremmo finire fuori dal nostro corpo solo una volta: di norma accade quando ci stanno caricando di botte: urge ovviamente recuperare le proprie spoglie da abitare o si sbatterà nel game over.
Del resto, da buon emulo di Dark Souls, pure Mortal Shell non fa certo sconti al giocatore, chiedendogli di sopravvivere in un mondo zeppo di avversità. Basti pensare all’uso degli oggetti: dopo che li avremo raccolti avremo modo di conoscerne bonus e malus (come l’avvelenamento) solo provandoli.
Mortal Shell
Non siamo di fronte a un’opera perfetta che rischia di detronizzare Dark Souls, sia chiaro. Pesano sul giudizio l’estrema lentezza dell’alter ego (che comunque regala una accattivante sensazione di potenza e possanza), un numero limitato di tipologie di nemici e il fatto che spesso le nostre spade lunghe sventaglino al di là di muri e pilastri, particolare che uccide la sensazione di realismo (per quanto realismo possa esserci in un universo popolato da creature orripilanti). In compenso, le tante idee che lo differenziano dall’opera di From Software rendono questo primo titolo di Cold Symmetry più di un semplice emulo, ma un titolo dotato di una sua dignità. Convincenti le animazioni e, come detto e ripetuto, il character design. Gli sviluppatori insomma non potevano sperare in un debutto migliore.