Il titolo sviluppato da Neopica ha troppi tratti arcade. La nostra recensione per la console di Sony
Doverosa premessa: chi scrive mai imbraccerebbe un’arma, tantomeno per scopi venatori. Ecco perché l’esperienza di un simulatore di caccia su console va compresa come proposta videoludica di nicchia. StartupItalia ha testato su PlayStation 4 Hunting Simulator 2, sviluppato dalla software house indipendente belga Neopica per fare immergere i gamer nella natura selvaggia e vestire i panni di un cacciatore – con regolari licenze – tra Texas, Colorado ed Europa.
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Hunting Simulator 2: tanta natura, poca simulazione
Per un titolo che ha nel nome stesso un obiettivo videoludico ben preciso, dobbiamo ammettere che Huntin Simulator 2 non ci ha soddisfatto dal punto di vista simulativo. Al netto di ambientazioni e condizioni atmosferiche ben riprodotte, il cacciatore che possiamo pilotare risulta essere particolarmente goffo nei movimenti: di corsa è talmente sbilanciato in avanti da farci venire il dubbio: un esperto si muove davvero così quando è lì lì per stanare una preda? O per caso ci si sta allenando per i 100 metri?
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Anche l’esperienza venatoria in sè non restituisce tutta la tensione che ci possiamo immaginare durante una battuta di caccia. Seguire le orme di un’animale – 33 in tutto quelli disponibili – è reso molto (forse troppo) facile grazie all’aiuto del cane che ci viene assegnato. Attraverso il menu radiale potremo ordinargli di farci strada tra gli alberi per avvicinarci con calma a un cervo.
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Hunting Simulator 2 propone un’immagine pulita della caccia. Si può aprire il fuoco soltanto contro prede di cui si possiede la licenza e non si può infierire sulla vittima indugiando sul grilletto (pena una multa). E guai a fare i furbi: chi uccide animali senza i documenti in regola viene sanzionato.
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Oltre alle ambientazioni già citate, Hunting Simulator 2 dà anche la possibilità di allenarsi al poligono. Accompagnato dalla voce tutorial in perfetto accento da cowboy, il giocatore capisce come riscuotere premi e attrezzarsi al meglio.
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Un aspetto che invece abbiamo apprezzato del titolo è la resa grafica degli animali, questi sì davvero simulativi nei movimenti. Nascosto su una torretta o acquattato nell’erba alta, il cacciatore non deve fare affidamento sui movimenti scontati e ripetuti delle prede: queste possono infatti cambiare direzione in qualsiasi momento. Se ferite dovremo infine seguirne le tracce di sangue. Questo è il lato più simulativo di Hunting Simulator 2, sequel meno deludente del primo capitolo, ma ancora troppo indietro sul realismo che si è (pre)fissato nel nome.