La nuova generazione deve consacrare la svolta da ammiraglia del marchio. Ma questa generazione non è una rivoluzione: è l’evoluzione del percorso iniziato nel 2019
C’era una volta il flagship killer, che però è andato in pensione nel 2019: la settima generazione di OnePlus ha segnato la svolta definitiva per il marchio cinese, che fa capo a quella stessa BBK che controlla pure Oppo e Realme, e che negli anni si è trasformato e ora è definitivamente un flagship a tutti gli effetti. L’idea alla base di OnePlus, all’inizio, era offrire di più a meno: prezzo da fascia media, dotazione quasi in tutto da fascia alta. Poi qualcosa è cambiato, e si è deciso di puntare alla qualità assoluta: seguendo a volte strade davvero particolari, come nel caso del matrimonio e poi del divorzio di Cyanogen, ma sempre rispettando alcuni principi cardine. E questo OnePlus 8 non fa eccezione: è un telefono che regala ottime soddisfazioni, ma che risente di un po’ troppe somiglianze con il modello precedente uscito appena 6 mesi fa. Un fattore, questo, di cui bisognerà tenere conto.
Una scheda tecnica (quasi) perfetta
Ci sono una serie di differenze sostanziali tra il modello 8 e il fratello maggiore Pro, che più che in passato fanno la differenza: a partire dallo schermo 120Hz 10bit presente sul Pro e semplicemente 90Hz 8bit sull’Otto, passando per la ricarica wireless e fino alla fotocamera che è quadrupla (e più moderna) sul Pro. Dalla sua, però, il modello “base” ha una serie di carte da giocare: a cominciare dalle misure un pochino più compatte (ma pur sempre uno schermo con diagonale 6,55 pollici monta), il peso ampiamente sotto i 200g (che differenza con la serie 7!), e nel complesso un’architettura più equilibrata che dovrebbe garantire sulla carta un’autonomia ideale.
Vediamola questa architettura. Snapdragon 865 di Qualcomm con modem X55 a bordo, quindi supporto al 5G, lo schermo è un AMOLED FHD+ con rapporto di forma 20:9 (sempre più stretti e lunghi questi schermi), ben 12GB di RAM montati dal modello in prova (ma è “solo” LPDRR4x, una generazione indietro rispetto al PRO) e storage UFS3.0 (256GB sul prodotto testato, non espandibili). A guardarlo acceso, lo schermo, non fa rimpiangere troppo il fratello maggiore: che è QHD e ha un pannello più evoluto, ma che chiede anche un prezzo in termini di consumi superiore a questo. Schermo questo che, per altro, dalla casa madre è accreditato comunque di una fedeltà cromatica eccellente: su questo ci ha lavorato un bel po’ OnePlus, e ciò le consente di garantire la compatibilità con HDR10+ che quando si decide di guardare qualche film non guasta.
È girando lo smartphone, però, che iniziano i dubbi: la fotocamera montata da 48 megapixel è basata sul sensore Sony IMX586, che è lo stesso che avevamo visto a bordo del OnePlus 7t. Lo stesso succede con la grandangolare, sempre da 16 megapixel, e lo zoom è stato rimpiazzato da un macro 2 megapixel che francamente è solo un modo per dire di avere tre fotocamere a bordo: non capisco davvero a cosa possa servire, le stesse perplessità le ho espresse parlando del Mi10 e continuo a pensare che il numero di scatti che realizzerei con questa camera nella vita reale è pari a zero. Sia chiaro, comunque, che il comparto fotografico è tutto tranne che da scartare: farà la felicità di tantissimi che sceglieranno questo smartphone, esattamente come è successo lo scorso anno per chi ha scelto il 7t.
Altri dettagli tecnici di cui tenere conto: la batteria integrata da 4.300mAh è capiente e non grava sul design sottile e il peso contenuto (180g). La fotocamera anteriore è da 16 megapixel, incastonata in un foro (punch-hole) piazzato nella parte alta e a sinistra dello schermo. C’è il supporto a Bluetooth 5.1, a WiFi-6 (con una bella antenna 2×2 MiMo), c’è l’NFC e la ricarica rapida assicurata con l’alimentatore fornito raggiunge i 30W (5V a 6A, non male): tra l’altro il sistema di ricarica è molto ben studiato, ma su questo ci torniamo quando parleremo di OxygenOS.
Tre le colorazioni della scocca disponibili, tutte molto carine: nero onice, glacial green (che è un altro modo per dire verde menta) e il cangiante interstellar glow. In prova abbiamo il verde, con finitura satinata sotto il vetro Gorilla Glass che ricopre anteriore e posteriore, ed è veramente bello oltre a non raccogliere le ditate (cosa che invece succede con le finiture lucide). Nella scatola troverete una cover di silicone, quest’anno con la scritta “never settle” in trasparenza, e il caricabatterie con il suo cavo rosso d’ordinanza: niente cuffie, ma pure questa è un’abitudine.
Vantaggi e svantaggi
Il vantaggio principale di questo OnePlus 8, e di qualsiasi OnePlus, è OxygenOS: l’interfaccia, ma forse è riduttivo chiamarla interfaccia, che OnePlus monta a bordo su una base Android. Qui siamo approdati alla versione 10.5, che non introduce cambiamenti eccezionali ma lima una dopo l’altra le(poche) imperfezioni presenti: ripeto, usare la OxygenOS è semplicemente l’esperienza migliore che si possa avere a bordo di un Android. Ha tanti piccoli accorgimenti per farsi volere bene, come la Zen Mode o il modo in cui vengono presentate le informazioni sulle specifiche di sistema, o ancora gli aggiornamenti che arrivano regolarmente e finiscono quasi sempre per andare a sistemare quei piccoli bug che di volta in volta emergono.
Ci sono tante funzioni, poi, che stanno sotto il cofano e di cui manco ci accorgiamo: come la ricarica che segue un iter preciso, che impara i nostri ritmi e fa sì che sia terminata al risveglio ma senza stressare la batteria (riempita per un 80 per cento e poi completamente, ma solo 1 ora prima della sveglia). O come la gestione dello schermo, tra bilanciamento cromatico e refresh aumentato: a dirla tutta la differenza vera in questo caso la fa il Pro, che addirittura regola il refresh in modo dinamico (questo 8 base non dovrebbe farlo, stando a quanto dichiarato da OnePlus), ma pure questo Otto non va affatto male e anzi se vi piacciono i colori decisi non avrete da lamentarvi con questo telefono.
OxygenOS 10.5 ha migliorato il tema scuro (o dark mode, chiamatelo come vi pare), il sistema di personalizzazione di sfondi e icone, ha migliorato la galleria fotografica, ha migliorato un po’ l’interfaccia della fotocamera, ha migliorato l’app di migrazione da altro smartphone, e ha un solo neo (che pare di natura software): per ragioni non ancora del tutto chiare per ora non si può usare il 5G se si montano due SIM a bordo (ma lo stesso pare sia per tutti gli smartphone, o quasi, in circolazione in questo momento). Poco male, ce ne preoccuperemo se non verrà rimossa questa limitazione e quando le reti 5G si saranno diffuse più capillarmente di oggi.
Di come vada lo Snapdragon 865, beh, non è che ci sia molto da dire: va bene. Va molto bene. E bene si comportano la memoria RAM, lo storage veloce, gli altoparlanti (buono lo speaker che lavora di concerto con la capsula auricolare per un audio stereo godibile), funziona tutto alla grande (antenne comprese per un segnale telefonico e WiFi sempre all’altezza). A differenza del Pro, l’Otto non è certificato IP68 per acqua e polvere: sembra ben messo, ma in mancanza di garanzie in questo senso non portatevelo sotto la doccia. L’autonomia è buona: si arriva tranquillamente a fine giornata, anche in scioltezza, pur tenendo lo schermo a 90Hz e senza particolari accorgimenti.
Se devo trovare una pecca a questo OnePlus 8 è la fotocamera troppo, ma troppo simile a quella del modello precedente: il che non è un male assoluto, non è che facesse brutte foto il 7t, è solo che sono passati mesi e questo Otto mostra un gap tangibile rispetto all’Otto Pro. Mettiamo da parte la macro, tanto è inutile, e diciamo pure che un’ottica zoom 2x non è che avrebbe fatto tutta questa differenza. Il sensore principale fa il suo dovere, anche girando video con una buona stabilizzazione, ma alla sera la modalità notturna non è all’altezza degli altri top recenti: non è male, lo ripeto, semplicemente non è il meglio che c’è in giro. Stesso discorso per il grandangolo: va bene, ma non gioca lo stesso campionato dell’ultrawide del P40 Pro.
L’Otto vale la candela?
A tirare le somme sul OnePlus 8 potrei fare delle considerazioni simili a quelle del Mi10, ma per ragioni differenti. Mentre Xiaomi ha fatto un salto in alto in termini di prezzo (e specifiche), OnePlus è rimasta tutto sommato stabile rispetto alla generazione 7t: non solo nel prezzo, pure nelle specifiche di questo terminale. Design dello schermo (punch-hole) e schema fotocamera (no zoom, sì macro) a parte, la vera differenza tra 8 e 7t è il peso: 10g in meno possono sembrare pochi, ma vi garantisco che tra un profilo più sottile e questa dieta dimagrante la differenza si sente eccome. Anche la diagonale ampia del display non infastidisce troppo: 6,55 pollici sono sempre una misura maxi, ma mi sono ritrovato molto a mio agio a usarlo.
Dicevamo, le considerazioni finali: se state meditando di acquistare un OnePlus in questi giorni, il mio consiglio è di scegliere il Pro. È il prodotto davvero nuovo, per fotocamera e schermo, ed è quanto davvero di meglio possa fare OnePlus oggi per il suo pubblico. L’unico problema del Pro è che costa 200 euro in più, e si avvicina o supera quei 1.000 euro che ormai sono la soglia irrinunciabile per il top-di-gamma. Va pure detto che OnePlus non ha infiniti modelli in catalogo, ne ha al massimo di due generazioni consecutive: quindi al momento potete optare per 7t, 7t Pro, 8 oppure 8 Pro.
Specifiche alla mano, con il 7t si perde 500mAh di batteria (che non sono pochi) ma si risparmiano 200 euro (che neppure sono pochi): certo si deve rinunciare al 5G, ma forse è ancora presto perché questa tecnologia faccia già la differenza. Il punto è che semmai potrebbe farla più avanti, magari tra 1 anno quando il vostro OnePlus sarà ancora in ottima forma, e magari sarà pure stato aggiornato ad Android 11 e OxygenOS 11: in ogni caso, a oggi le prestazioni e le fotografie non sono poi molto diverse se opterete per il 7t e risparmierete una bella cifra. La scelta finale spetta a voi, ma se volete investire nel futuro allora dovreste optare per la massima dotazione di memoria RAM e di storage (ricordiamo che non si possono montare microSD): a quel punto si sale di prezzo, e allora tanto vale andare sull’8 Pro.
Però questo Otto è davvero un bel telefono: OnePlus sta veramente accelerando sulla qualità dei materiali, sull’estetica, sulla qualità del software, sta mettendo assieme un pacchetto completo dalle qualità invidiabili. È vero che le specifiche dicono che il Pro è un prodotto migliore, ma questo OnePlus 8 ti lascia veramente una bella sensazione a usarlo ogni giorno. Dopo il P40 di Huawei è quello che più mi è piaciuto tra gli smartphone della prima metà del 2020: e se è vero che non è il migliore di tutti, almeno fa bene di tutto. E non è cosa da poco.