Il prodotto numero 1 vittima di un furto di informazioni online. I ladri hanno aspettato che i documenti fossero trasferiti all’EMA
Che i vaccini ora come ora valgano più dell’oro lo racconta molto bene la guerra, silenziosa, che si sta combattendo nel deep web proprio in questi istanti. Mentre voi controllate la posta o scorrete le foto dei vostri amici su Instagram, hanno luogo simultaneamente decine e decine di attacchi ai danni di ospedali, presidi medici, case farmaceutiche e, soprattutto, le big del Pharma che hanno già messo a disposizione un prodotto per il Covid-19. E quando si parla di colossi del farmaco, la numero 1, per dimensioni e fatturato, è senz’altro Pfizer. Vittima proprio in queste ore di un nuovo attacco che sorprende per modalità: gli hacker non hanno infatti attaccato direttamente l’azienda, che nel mentre si è premunita, divenendo una sorta di fortezza inespugnabile, ma sono passati dall’Agenzia europea del Farmaco, quell’EMA che avremmo potuto avere qui in Italia e che si è fatta spedire documenti e carteggi sul vaccino Pfizer (e su tutti gli altri che verranno distribuiti) per poter dare il proprio imprimatur alla commercializzazione.
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Così gli hacker hanno sottratto documenti sul vaccino Pfizer
Sorprende l’astuzia dell’operazione chirurgica condotta dai pirati informatici, che porterebbe a escludere l’hacker solitario o la rivendicazione ideologica. Il furto di dati sul vaccino Pfizer è stato reso noto dalla stessa azienda farmaceutica. «È importante sottolineare che né il sistema BioNtech né quello di Pfizer sono stati violati in relazione a questo incidente e che non abbiamo conoscenza dei dati personali che sarebbero stati violati», ha precisato il colosso del farmaco. «Attendiamo ulteriori informazioni sull’indagine dell’Agenzia europea del Farmaco e risponderemo appropriatamente e in accordo con la legge Ue», ha proseguito Pfizer. «Date le considerazioni cruciali di sanità pubblica e l’importanza della trasparenza, continuiamo a fornire chiarimenti su tutti gli aspetti dello sviluppo del vaccino e il processo previsto dal regolamento», aggiunge il comunicato.
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Attacco opera di 007 stranieri?
Una incursione mirata che, dicevamo, sorprende per arguzia: trovate chiuse le porte virtuali dell’azienda, i pirati hanno violato quelle dell’EMA appena questa ha ricevuto i dati sul vaccino Pfizer. Una operazione che fa pensare abbia dietro 007 stranieri. Non sarebbe peraltro la prima volta che i servizi segreti provano a trafugare sul Web dati sui vaccini. Lo scorso maggio l’FBI e il dipartimento della Homeland security avevano emesso un «public service announcement», ossia un annuncio nell’interesse pubblico, avvisando gli Stati Uniti e i loro partner commerciali che fosse altamente probabile che la Cina si stesse preparando a sferrare un cyber-attacco per rubare dati legati alle cure e ai vaccini contro il Coronavirus. L’avviso parlava di una «minaccia significativa», da non prendere sotto gamba. Secondo l’FBI, nel mirino c’erano soprattutto le case farmaceutiche statunitensi.
E, ancora, a metà luglio i servizi d’intelligence del National Cyber Security Centre londinese avevano imputato ad “hacker russi” assoldati direttamente da Mosca di aver preso di mira informazioni su progetti di ricerca sui vaccini anti-Covid in sviluppo non solo in Gran Bretagna, ma anche in Canada e negli USA. Chi arriva prima al vaccino potrà ripartire, per primo, con la ricostruzione. Ma a che chi arriva secondo e riesce a rubare i dati dei più veloci, saprà trarre vantaggio dalla situazione.