Ufficiale il lancio dell’app anche nel nostro Paese: lotta con JustEat, Foodora e Deliveroo o mossa disperata per presidiare un territorio dove le auto ormai non esistono più?
Se ne era parlato non più di qualche settimana fa: UberEats, l’applicazione stand-alone dell’unicorno più valutato del mondo testata con grande successo a Londra dalla scorsa primavera (oltre 100mila download, ma a New York le cose non sono andate tanto bene), arriva anche in Italia. Adesso è ufficiale. Le indiscrezioni dei giorni scorsi, che volevano il servizio di consegna dei pasti a domicilio in arrivo nel nostro e in altri otto Paesi del Vecchio continente, si rivelano dunque corrette.
La mossa per presidiare il territorio
Da noi, in particolare, si tratta di una mossa disperata per presidiare il territorio: dopo la sentenza del Tribunale di Milano dello scorso anno che ha bloccato UberPop, il servizio low-cost affidato ai comuni cittadini e molto apprezzato, la piattaforma era sostanzialmente scomparsa dal Paese, con vetture presenti solo a Roma, Milano e Firenze e un’opposizione sanguinosa dei tassisti. Il tuffo nel mondo dei pasti a domicilio è dunque, come accaduto altrove, un modo per tenere vivo il brand. Andando a fare concorrenza ad altre piattaforme da giorni finite nel mirino di lavoratori e sindacati: Foodora su tutte, Deliveroo, JustEat, Moovenda. Insomma, l’arrivo del gigante di Travis Kalanick nel mondo del food delivery non passerà inosservato.
Si parte da Milano
Si parte oggi da Milano con un centinaio di ristoranti affiliati e nella prima fase il servizio di consegne del cibo sarà gratuito (poi 2,5 euro a consegna ma zero vincoli e nessuna zona da presidiare). Si tratta appunto un’applicazione autonoma rilasciata per iOS e Android che funziona sostanzialmente come la Uber tradizionale. Solo che invece di trasportare le persone i fattorini – e non le auto blu – trasporteranno pizze, sushi e pietanze assortite dai locali che avranno aderito al network.
Chi c’è alla guida
Il nuovo servizio Eats rischia dunque di sparigliare le carte della consegna a domicilio ed è già attivo in una cinquantina di città fra cui quelle europee di Londra, Parigi, Amsterdam e Bruxelles. Partirà fra oggi e le prossime settimane, stando a quanto dichiarato anche da Jambu Palaniappan, nuovo capo di UberEats per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa in una recente intervista alla Reuters, anche a Vienna (Austria), Bruxelles (Belgio), Copenaghen (Danimarca), Berlino e Monaco di Baviera (Germania), Amsterdam (Paesi Bassi), Madrid e Barcellona (Spagna), Stoccolma (Svizzera), e Zurigo (Svizzera). E appunto Milano, con Roma e altre città a seguire. A occuparsi delle partnership UberEats sarà l’ex Google Daniele Cutrone. Ancora libera la casella del contry manager italiano.