Per la nuova puntata di Viaggio in Italia tappa nel laboratorio e negozio riferimento della comunità e delle star internazionali. Diego Suzzi, dopo aver pubblicato l’annuncio sui social, ha ricevuto decine di pezzi da riparare. «La musica ci salva quando tutto è più difficile»
«Un martedì mattina qualsiasi di due anni fa ricevo una telefonata. È il manager di Manu Chao, in Italia per alcuni concerti, che mi chiede di poter fare alcuni lavori sulle sue chitarre. Credevo sarebbero arrivati soltanto i tecnici, ma qualche ora dopo alla porta del mio negozio si presentano proprio Manu Chao e il suo chitarrista Lucky Salvadori. Mentre aggiustavo i loro strumenti, hanno cantato e suonato per tutto il pomeriggio». Da tre anni, da quando ha aperto la sua nuova bottega in centro a Cesena, capita che nella liuteria di Diego Suzzi accadano piccole magie come questa.
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La più bella è anche la più recente. Dopo la disastrosa alluvione che ha colpito la Romagna e il nord delle Marche a maggio, Suzzi, in attività da circa 15 anni, pubblica un annuncio su Instagram: riparerà gratuitamente gli strumenti danneggiati dall’acqua. La storia si diffonde in poco tempo e l’8 giugno, durante un concerto al Sequoie Music Park di Bologna, Federico Poggipollini, chitarrista di Luciano Ligabue, ringrazia dal palco il liutaio per il suo aiuto. «È stato un grande gesto e non l’ho ancora ringraziato per aver speso così belle parole su di me».
Non è stata l’unica dimostrazione di sostegno all’idea. «Tanti artisti e musicisti, famosi e non, mi hanno inviato messaggi per chiedermi se avessi bisogno di aiuto e diversi si sono offerti per fare delle donazioni. Ho sempre rifiutato, ma questa sensibilità mi ha fatto commuovere».
Senza sosta per due anni
Nei drammatici giorni dell’alluvione, migliaia di persone hanno perso tutto. Dopo essere sceso in strada a spalare il fango, Suzzi, 41 anni, ha deciso di lanciare la sua iniziativa, contando sul fatto che alcuni strumenti musicali, benché in gravi condizioni, potessero tornare a suonare come prima. «Ne ho raccolti circa 80, basandomi anche sul loro costo originario. Sono tutti recuperabili, anche quelli che al momento in cui sono stati portati al negozio sembravano senza speranza», racconta.
Si tratta di strumenti a corda, come chitarre, bassi e violini. «La procedura è lunga e varia in base al momento in cui mi sono stati consegnati. Quelli arrivati nei primi giorni dopo l’alluvione avevano bisogno innanzitutto di essere puliti dal fango e asciugati». Così, passando davanti alla liuteria di Cesena nelle prime giornate di sole dopo il disastro, si notavano decine di strumenti lasciati a riposare al sole, mentre ora sono custoditi all’interno del locale, abbastanza spazioso per ospitarli tutti.
Una volta asciutti, prosegue, «ho iniziato a incollare tutte le parti che, gonfiate dall’acqua, avevano ceduto, rendendoli impossibili da utilizzare. In alcuni casi erano esplosi sotto la pressione dell’acqua». È in questa fase che si compie il piccolo miracolo e il liutaio può ridare vita agli strumenti rovinati. «Si tratta di restituire loro la forma originaria, consentendogli di tornare a suonare allo stesso livello di prima. Per farlo occorre un lavoro maniacale, che avevo già affrontato in modo simile negli anni passati, quando avevo sistemato strumenti che avevano subito allagamenti».
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Mesi di lavoro che, per il liutaio, vanno ad aggiungersi all’attività quotidiana. «Ho preso in carico strumenti di diverso valore che, senza il mio aiuto, sarebbero stati buttati e non potevo permetterlo», dice. «Sto dando la precedenza ai pezzi più urgenti. Finora ho riconsegnato un paio di strumenti e altri quattro sono quasi pronti». Due chitarre classiche e altrettanti bassi che potranno essere di nuovo imbracciati dai loro proprietari.
Sono solo i primi passi di un processo molto più lungo. Essendo riparazioni a cui Suzzi si dedica fuori dall’orario di lavoro, spiega, «avrò bisogno di almeno due anni per finire di aggiustare e riconsegnare tutti gli strumenti. Fra questi ci sono anche violini antichi e pregiati, che necessitano di interventi molto più lunghi della norma». Per di più, il liutaio cesenate svolge da sempre la sua attività da solo, senza dipendenti e collaboratori. «Ogni sistemazione è una storia a sé, con i suoi tempi e i suoi costi»: è impossibile indicare il preciso valore economico di quello che Suzzi sta facendo per i musicisti e gli appassionati suoi concittadini e delle aree colpite dall’alluvione, con richieste arrivate anche dalla città di Pesaro. «Se dovessi fare una stima indicativa, soltanto i lavori di liuteria moderna costerebbero in totale oltre 15mila euro, senza contare le riparazioni dei violini, che hanno un prezzo ancora più alto».
Una liuteria per i live
Diego Suzzi la sua professione l’ha incontrata per la prima volta a 17 anni. «Frequentavo un negozio di strumenti musicali a Cesena, chiamato Jimmy Guitar, che oggi non esiste più. Il suo proprietario, con cui sono presto sono diventato amico, è un ex liutaio e aveva anche una parte dedicata alla vendita», racconta. «Quando sono entrato lì dentro, mi sono trovato immerso in un mare di strumenti bellissimi e ho deciso che anch’io avrei voluto vivere circondato da oggetti così belli».
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In quello stesso periodo, inizia ad acquistare strumenti vintage per studiarne le varie parti e la composizione, entrando così nel mondo della liuteria. «Ho fatto pubblicare i primi annunci sui giornali locali per farmi conoscere e qualche tempo dopo ho cominciato a lavorare in maniera autonoma, girando nel frattempo tra diversi liutai per chiedere loro consigli». A distanza di 15 anni, il negozio di Diego Suzzi a Cesena riceve clienti da tutta Italia e anche dall’estero, collaborando con alcuni tra i maggiori artisti e turnisti nazionali.
Per alcune sere, però, il suo laboratorio si trasforma in un locale per concerti e rappresentazioni artistiche. «Il primo evento dopo l’alluvione è stata una serata con alcuni musicisti, un poeta e la fotografa Silvia Camporesi, incentrata sulle particolarità e le mappe geografiche del nostro territorio. Mappe che, a causa di quello che è successo, dovranno essere aggiornate, perché le inondazioni hanno cambiato profondamente queste zone».
I concerti nella liuteria non sono mai banali e i musicisti chiamati a suonare vengono anche da lontano. «È un impegno a offrire cose diverse dal punto di vista culturale e della ricerca artistica. Il prossimo progetto sarà una piccola rassegna di musica elettronica e sperimentale». Nel frattempo, la musica in Romagna è ripresa, tra i locali e qualche festival, anzi, non si è mai fermata. «La musica continua a fare quello che deve fare, molto meglio di tutto il resto: ci salva e ci aiuta ad andare avanti quando tutto è più difficile».
Oltre al suo lavoro e ai concerti organizzati nella sua liuteria, Suzzi è anche membro di una band, i Post Funk, dove suona basso e synth. «Il gruppo è nato all’inizio di quest’anno. Pubblicheremo il primo Ep nei prossimi mesi». Senza dimenticare la tragedia che ha colpito la sua Romagna: «mentre eravamo per strada a cercare di ripulire e salvare il salvabile, siamo stati accompagnati per giorni dal rumore delle pale sull’asfalto. Era un’atmosfera surreale nella sua ripetitività: ho deciso di registrare il suono e campionarlo, per farlo diventare la base ritmica di una canzone».