Con due headquarter, a Milano e Catanzaro, il progetto nato dalla collaborazione tra CGM ed Entopan Innovation punta a costruire un network per digitalizzare il welfare di prossimità
Nato per affiancare e aiutare le imprese sociali nei percorsi di transizione digitale ed ecologica, il nostro consueto appuntamento del giovedì con Viaggio in Italia oggi va alla scoperta di Human Tech, un progetto che ha preso vita tra Milano e Catanzaro dalla collaborazione tra CGM ed Entopan Innovation. Con la mission di avviare un programma di open innovation e accelerazione su misura per le imprese sociali, utilizzando le tecnologie abilitanti disponibili e favorendo la nascita di proof of concept da scalare, Human Tech punta a fornire risposte innovative ai bisogni sociali, sia a quelli che già ben si conoscono che verso quelli emergenti. Abbiamo raggiunto il sociologo Flaviano Zandonai, Open innovation manager, che assieme alla presidente Giusi Biaggi e a Monica Panzino di Entopan Innovation, gestisce il programma per farci raccontare come è nata e come si è sviluppata questa interessante realtà a cavallo tra la punta dello Stivale e il capoluogo lombardo.
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La mission di Human Tech
Dalla collaborazione tra Entopan Innovation, incubatore, acceleratore e hub di open innovation, e CGM, Consorzio che riunisce oltre 550 organizzazioni tra consorzi, cooperative e imprese sociali, ha recentemente preso forma Human Tech. «Si tratta di un percorso di open innovation e accelerazione disegnato per supportare le imprese sociali – racconta Flaviano – Questo è il momento giusto per fare in modo che il mondo dell’impresa sociale incontri l’innovazione tecnologica».
Il programma si rivolge a imprese che vogliono innovare e va a caccia di startup che operano nel Welfare e nei servizi educativi. «Essere digitali e disruptive è molto importante oggi anche per abbattere quel divario territoriale che ancora si avverte tra Nord e Sud del Paese – continua Flaviano – Al Sud esistono storie incredibili di startup e aziende di successo di cui si parla troppo poco. Noi crediamo che costruendo parti sociali e imprese, sostenute anche da soggetti finanziari che ne riconoscono le peculiarità, queste possano consolidarsi ed essere avviate sul mercato». Flaviano descrive questo progetto come in controtendenza rispetto ad altri programmi di open innovation. «Il nostro intento non è solo quello di fare matching ma anche di dare tutti gli strumenti di capacity building per aiutare il Terzo settore a crescere, non individuando dei veri e propri filoni di approfondimento ma con l’idea di raggiungere sempre più imprese e sviluppare delle vocazioni e delle specializzazioni sulla trasformazione digitale del Welfare di prossimità», e precisa: «Riteniamo che oggi tecnologia sia matura e che l’aspetto più importante da concretizzare sia il supporto tecnologico per mantenere attivo il Welfare nel nostro Paese, che sarà un settore sempre più centrale anche nei prossimi anni». Con due headquarter, a Milano e Catanzaro, Human Tech pensa proprio alla trasformazione digitale non come a una scelta ma come necessità, al fine di garantire una serie di servizi che potrebbero essere messi a rischio da una mancata digitalizzazione. In questo scenario è importante che, nella creazione di strumenti digitali, le persone e le comunità rimangano al primo posto, in modo che siano le tecnologie al servizio delle persone e non viceversa. «Human Tech vuole costruire una rete attraverso i suoi soci, dislocati a livello territoriale e presenti sui microdistretti, che sia in grado di costituire filiere di valore e sistemi di Welfare».
I percorsi di Human Tech
Human Tech nasce in collaborazione tra CGM ed Entopan Innovation e prevede dei percorsi di accompagnamento modellati sulle specificità delle imprese sociali attraverso un percorso di innovazione e sostenibilità in termini di processo e prodotto/servizio, fornendo supporto per lo scouting di risorse finanziarie in equity e/o debito e per l’individuazione di partner strategici. Il progetto vanta il supporto di soggetti finanziari del settore come CGM Finance e il fondo Sefea Impact. Tre sono i principali ambiti d’intervento del programma: l’organizzazione interna delle imprese sociali (con l’obiettivo di incidere nelle relazioni tra le persone, modificando le interazioni tra diversi livelli gerarchici e introducendo innovazioni organizzativi e di processo); le relazioni con gli utenti (al fine di generare nuove tipologie di prodotti e servizi facendo ricorso, ad esempio, a tecnologie di IoT per la teleassistenza, wearable, human augmentation, sensori o soluzioni di intelligenza artificiale, etc.); le relazioni con gli ecosistemi locali e nazionali (con l’obiettivo di creare nuove interazioni tra soggetti rafforzando i network territoriali oppure quelli verticali, attraverso comunità virtuali, strumenti di weblogging, swarming tactics, piattaforme di interazione, ecc…).
L’iniziativa ambisce a diventare un cantiere permanente e un luogo di riflessione e progettazione condivisa, restituendo alle imprese sociali una visione e una maggiore consapevolezza nell’adozione di soluzioni tecnologiche coerenti con i fabbisogni di innovazione delle persone e delle comunità locali. Human Tech, infatti, vuole favorire l’introduzione di modelli di pensiero critico con il quale orientare le politiche dell’innovazione, in un senso più equo, giusto, inclusivo. Tra le startup coinvolte in Human Tech c’è CoffeeFrom, che dagli scarti di caffè sviluppa nuovi materiali termoplastici, di riciclo e bio-based. E non solo.
Cosa fa Coffee from
Startup innovativa a vocazione sociale, Coffee From è nata da Giardinone Cooperativa Sociale e da un team multidisciplinare. In un’ottica di economia circolare, trasforma i fondi di caffè esausti dell’industria alimentare in nuovi materiali termoplastici, di riciclo e bio-based, progettando scenari applicativi innovativi e prodotti di design. Avvalendosi di una squadra di professionisti con varie competenze nei settori ambientali, sociali, di design e industriali, Coffee From crede fermamente nella contaminazione di valori e risorse tra filiere ed è impegnata in un modello che crea impatto sociale attraverso l’inclusione di soggetti fragili nelle attività di logistica. Tutto questo è possibile anche grazie alla collaborazione con imprese e progetti a vocazione sociale.
«Coffee From è nata in un contesto universitario per poi spiccare il lancio verso la Silicon Valley – racconta Flaviano – Siamo molto orgogliosi che questa impresa sia entrata a far parte del nostro network. È molto interessante per noi perché in questa startup convivono diverse anime: dall’attenzione alla sostenibilità alla fragilità sino all’economia sociale».