L’Agcm vuole il ritorno dei repertori protetti dallo Società italiana sui social di Zuckerberg. In caso di disaccordo, sarà nominato un fiduciario terzo e indipendente
Il caso Meta-SIAE torna alla ribalta. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha imposto al colosso dei social network la ripresa immediata delle trattative con SIAE. Sui social di Zuckerberg tornano, quindi, disponibili per gli utenti i contenuti musicali tutelati dalla Società Italiana degli Autori previa autorizzazione della stessa. L’Antitrust, secondo quanto apprende da una nota, ha deliberato di adottare misure cautelari per un presunto abuso di dipendenza economica da parte di Meta, che dovrà anche fornire tutte le informazioni necessarie nell’ambito della ripresa delle trattative.
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La decisione dell’Antitrust
L’Agcm ha disposto che Meta riprenda immediatamente le trattative mantenendo un comportamento ispirato ai canoni di buona fede e correttezza e dovrà provvedere a fornire tutte le informazioni necessarie per consentire a SIAE di ripristinare l’equilibrio nel rapporto commerciale con il colosso dei social media. L’Autorità ha disposto che, in caso di disaccordo tra le parti, venga nominato un fiduciario che dovrà individuare la quantità e la qualità delle informazioni da fornire da parte di Meta. Una terza parte indipendente e in possesso di adeguata competenza tecnica. Nel frattempo, però, previa autorizzazione da parte di SIAE, Meta dovrà includere anche i brani tutelati dai SIAE nei suoi social. Gli utenti potranno, dunque, tornare ad ascoltare il repertorio che sinora era inaccessibile.
La vicenda SIAE-Meta
Dopo la rottura tra SIAE e Meta, quest’ultima aveva cancellato dai social tutto il repertorio italiano nonostante l’accordo valido con Soundreef. In un secondo momento erano stati resi di nuovo disponibili i brani protetti da Soundreef. Tra gli autori: Ultimo, Rkomi, Giovanni Allevi, i Pooh, Laura Pausini, J-Ax, Fabio Rovazzi, Gigi d’Alessio, Fabrizio Moro, Paola Turci, Morgan, Nesli, Sfera Ebbasta e altri 43mila, circa la metà italiani. Tutto questo non è avvenuto, invece, per il repertorio coperto dai diritti SIAE. L’Antitrust avveva, dunque, avviato una istruttoria allo scopo di accertarsi sul fatto che il colosso statunitense avesse abusato dello squilibrio contrattuale di cui beneficia chiedendo a Siae di accettare un’offerta economica inadeguata senza fornire informazioni per valutarne la congruità. Adesso la decisione presa dall’Antitrust crea i presupposti per il ritorno dei repertori italiani su Facebook e Instagram.