Al momento non c’è nulla di concreto. HSBC ha intanto acquisito la divisione UK della banca. L’intervento del Ceo di Tesla è arrivato su Twitter
Negli ultimi giorni si è consumato il secondo maggior fallimento bancario di sempre negli Stati Uniti, dopo Washington Mutual nel 2008. Silicon Valley Bank (SVB) era la sedicesima banca degli Stati Uniti e aveva asset per circa 200 miliardi di dollari. Nella notte di sabato Elon Musk è entrato a gamba tesa sull’argomento, mostrando interesse a rilevare l’istituto finanziario specializzato nel finanziamento di startup: «Sono aperto all’idea» ha risposto a chi lo ha tirato in ballo nel prendere in mano le redini dell’intricata vicenda. Nel frattempo in questi minuti la HSBC ha annunciato l’acquisizione della divisione UK della Silicon Valley Bank.
L’indicazione era arrivata in risposta a un utente, Min-Liang Tan, CEO di Razer, che ha twittato: «Sono convinto che Twitter dovrebbe rilevare la SVB e diventare una banca digitale». Ma Liang Tan non è l’unico, perché molti altri Ceo di startup hanno manifestato il loro sostegno al miliardario. «Avrebbe perfettamente senso per l’intero ecosistema per Musk acquistare le rovine di SVB e potrebbe anche creare un modello di business fattibile per Twitter», ha aggiunto Mikael Pawlo, responsabile del marchio presso l’azienda fintech svedese Bokio. «Che opportunità», ha twittato a sua volta Kevin Paffrath, Ceo di HouseHack, una startup immobiliare. E la lista continua.
I’m open to the idea
— Elon Musk (@elonmusk) March 11, 2023
Chi è contrario
Contrari invece su questa possibile operazione di acquisizione gli investitori di Tesla dopo che alcuni di loro hanno avanzato l’ipotesi di una nuova possibile maxi vendita di azioni della multinazionale come quella completata lo scorso anno per finanziare l’acquisizione di Twitter. L’imprenditore sudafricano, per finanziare l’operazione che ha portato il social network sotto il suo controllo, ha infatti venduto azioni per un valore di 8,5 miliardi di dollari ad aprile, 6,9 miliardi ad agosto, 3,95 miliardi a novembre e 3,6 miliardi a dicembre: il tutto per un totale di quasi 23 miliardi di dollari.
Le difficoltà per le startup
Secondo quanto riportato dal Washington Post, fondi persi e il congelamento degli asset potrebbero avere durissime conseguenze sull’ecosistema startup e non solo. Startup come Flow Health, per esempio, hanno avuto difficoltà nel riuscire a emettere i pagamenti per i propri dipendenti, così come Rippling. Ma la lista è, purtroppo, molto più lunga perché milioni di dollari sarebbero a rischio anche per realtà ben più imponenti, come il colosso dell’intrattenimento Roku e persino Roblox.
Il destino delle società non dovrebbe essere in pericolo, ma è chiaro che la situazione mette tutti in allarme e in pericolo, se non altro per gli ingenti depositi di denaro presso la SVB. Le previsioni non sono ottimistiche, soprattutto per il noto incubatore americano come Y Combinator. Il Ceo dell’azienda, Garry Tan, ha spiegato che “Questo è un evento che mette a rischio di estinzione le startup, e che porterà indietro di dieci anni l’ecosistema startup e il mondo dell’innovazione”. Secondo Bloomberg, circa la metà di tutte le startup americane supportate da fondi di venture capital avevano rapporti con SVB.
E in Italia?
Venerdì Piazza Affari ha chiuso in flessione dell’1,55% appesantita dal settore bancario, i cui titoli hanno registrato i ribassi più robusti. A rischiare prima di tutto è chi deteneva le azioni di Silicon Valley Bank. Il rischio di contagio è concreto.